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La recensione di The Elder Scrolls Online: Markarth

La recensione di The Elder Scrolls Online: Markarth

Alla fine di un travagliatissimo (per tutti, videogiochi inclusi) 2020, ZeniMax e Bethesda concludono con Markarth l’avventura annuale di The Elder Scrolls Online, ovvero Cuore Oscuro di Skyrim (in inglese Dark Heart of Skyrim). Il nuovo DLC è ora live sui server PC, Mac e Stadia insieme all’Update 28, mentre uscirà il 9 novembre su PlayStation 4 e Xbox One. Markarth è incluso per tutti gli abbonati all’ESO Plus o può essere acquistato singolarmente dal Crown Store.

Pietre e sangue

Una delle nove maggiori città di Skyrim si erge sopra le rovine di Nchuand-Zel, sito che ricompare prepotentemente anche in questo DLC. E che ci conduce nei meandri dell’Understone Keep. Un luogo davvero ben disegnato, come del resto tutto il mondo sotterraneo di Arkthzand.

Questo è il primo aspetto da sottolineare, senza perdersi in troppi fronzoli discorsivi. Il mondo proposto da Markarth è presentato in maniera egregia ed è degno di essere considerato fra i migliori, visivamente, della saga online di The Elder Scrolls.

L’atmosfera, questa volta, è quella giusta. Come dicevamo si respira ovunque, fin da quando si varcheranno i confini del Reach, un’aria mefitica. Dove l’oscurità è sempre in agguato e il senso di inquietudine assale il giocatore sia per quanto proposto dai nuovi personaggi. Azzeccati, sia per il tono meno scherzoso e più adeguato che offrono quelli di vecchia conoscenza.

Il saggio ed esperto vampiro Verandis Ravenwatch vi accompagnerà durante tutta la linea delle main quest e anche oltre, considerando la gabola per la quale oltre la sesta parte di questa catena di missioni la storyline principale continuerà, sempre se avrete nel frattempo completato anche tutta quella di Greymoor.

La storia infatti continuerà fino al duello finale ed epico con il vero tessitore della trama dark di Cuore Oscuro di Skyrim, ovvero il Vampire Lord Rada al-Saran, che nella prima parte vi scatenerà contro tutti i suoi più temibili seguaci (su tutti, Lady Belain).

Dicevamo della prova convincente di Verandis ma anche del despota e padrone assoluto di Markarth, Ard Caddach e delle strega ribelle Arana. Inoltre, sia Lyris Titanborn che Fennorian, che non godevano di una buona sceneggiatura nel precedente Greymoor. Ora si sono visti “assegnare” battute e interventi decisamente migliori. Insomma, è indubbio che la cura per gli scenari e per la trama sia stata messa al centro di questo DLC da Zenimax, specie dopo le critiche, non solo nostre ma anche di una parte dei media internazionali, che erano state loro mosse.

Una grande bellezza oscura

Quest di impatto che si svolgono in luoghi epici e drammatici, quindi: questo è un dato di fatto. La capitale è un continuo saliscendi di pietre e ruscelli, che ha il suo apice nella fortezza del despota. Di sicuro impatto visivo, Markarth riporta su ESO una concezione artistica che era stata tralasciata, cioè quella di dare la possibilità ai giocatori di godere anche solo di una vista mozzafiato. Come succedeva in passato per altri grandi MMORPG (si pensi a Lord of the Rings Online). Ma anche tutto il resto della zona offre spunti davvero interessanti. Come il mondo sotterraneo di Arkthzand e la sua immane libreria e la Orrery, dove avvengono alcuni dei fatti più salienti della narrazione, senza contare Nalzthdbar. Posti che ci riportano a Blackreach ma con un’intensità decisamente maggiore.

La trama non va di certo svelata, ma è palese che per arrivare al confronto finale e capire tutti i meccanismi legati alla dannazione vampirica di quelle parti, nonché al pericolo incombente sui regni della regione da parte di alleanze demoniache, dovrete scavare a fondo nei meandri più temibili della nuova mappa, fino al “Dark Heart” in persona.

Giudizio finale:

Markarth presenta un indubbio feeling mefitico che fa apprezzare la trama e le ambientazioni molto più che in Greymoor. La conclusione della stagione di Cuore Oscuro di Skyrim va nella direzione giusta. Anche se non riesce a sollevarsi al top della classifica dei DLC del gioco. Si può dire che rispecchi il 2020 che tutti stiamo passando immersi nel dramma pandemico. Viviamo (ed ESO vive) uno stand-by che si spera solo momentaneo in grado di rilanciarci, e rilanciare il MMORPG, in un prossimo futuro che per ZeniMax necessita sicuramente di inventiva e creatività maggiori. Ben venga il design di Markarth e i suoi artwork più che apprezzabili, ma è ora di cambiare marcia.

Matteo Paniccia

Nato ad Alatri il 23/03/1997, attualmente collabora per numerose testate giornalistiche sportive. Raccontare di calcio però, non è il suo unico hobby (fortunatamente). C'è spazio anche per i libri, la musica e i videogiochi.

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