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Shadow of the Colossus: recensione – Il coraggio può muovere le montagne

Shadow of the Colossus nasce nel 2005 dalla mente del Team Ico, viene pubblicato da Sony Computer Entertainment come esclusiva PlayStation 2. Quest’anno invece è stato pubblicata una versione pesantemente rivisita ed ottimizzata per le correnti generazioni di Ps4 e Ps4 Pro. Sarà riscita quest’opera a convincerci nuovamente dopo i ben 12 anni dalla pubblicazione originale? Scopriamolo insieme!

Alcune montagne vanno scalate, altre vanno uccise

Parlare della trama di questo Shadow of the Colossus è davvero arduo, un titolo di questo genere difficilmente potrebbe essere descritto da giudizi e parametri specifici. Un vero metro di paragone sta nel provarlo con le proprie mani ed osservarlo con i proprio occhi. Possiamo comunque dirvi che la trama (ovviamente invariata rispetto al titolo del 2005) racconta la storia di un giovane, noto come Wanda, che viaggia con il suo cavallo ed una misteriosa compagna attraversando lande desolate, per giungere al Sacrario del Culto, un imponente tempio nel bel mezzo di un deserto. Una volta dentro al tempio Wanda lascia Mono sull’altare e rivela la figura della ragazza che ha portato con sé per tutto il lungo viaggio. Il compito di Wanda è quello di riportare in vita Mono, per fare questo una misteriosa voce ci da indicazioni su come trovare ed abbattere degli imponenti Colossi.

L’avventura viene portata a termine in non più di 20 ore (esplorando bene la mappa di gioco non molto grande e trovando ogni segreto). A parer nostro più che soddisfacenti data la natura atipica del titolo, riteniamo che allungare maggiormente la trama con maggiori Boss fight o missioni secondare avrebbe snaturato la natura stessa del titolo e a lungo andare annoiato.

Una spada ed un arco, basteranno?

In questo Shadow of the Colossus come detto sopra, il nostro intento sarà quello di trovare ed uccidere degli imponenti colossi che vagano in cerca di qualcosa tra queste terre proibite. La nostra arma più forte non è la spada o l’arco, bensì la determinazione. Questa ci porterà ad affrontare sfide di ogni tipo per raggiungere il nostro scopo.
Le fasi più interessanti (ovviamente), sono quelle di combattimento. Ogni Boss fight in questo Shadow of the Colossus è ben diversificata, la difficoltà è crescente colosso dopo colosso, abbiamo notato in alcuni punti però dei picchi troppo alti di difficoltà forse dovuti ad una cattiva gestione fatta anche nel capitolo originale. Ognuno dei 16 Colossi ha abilità e caratteristiche proprie, nonché risiede in zone specifiche e diverse di volta in volta.
C’è da dire che al netto di quanto detto sopra, le meccainiche di gioco sono molto basilari, si tratta di scalare le pellacce del Colosso di turno, trovando i vari punti deboli e colpendoli fino al sopraggiungere della morte dello stesso.
Unico problema forse è la cattiva gestione della telecamera che molto spesso si incastrerà o ci costringerà a muoverla manualmente con l’analogico destro.

Non mancano comunque ottime fasi di esplorazione, contornate da alcune delle più belle ambientazioni mai create in un videogame.

Non esageriamo dicendovi che questo titolo trasmette al giocatore un senso di impotenza disarmante, dato dalla presenza di montagne enormi, dirupi profondissimi e deserti infiniti. Probabilmente questo è uno dei motivi per cui Shadow of the Colossus è rimasto impresso come un’opera d’arte nel mondo videoludico.
Unico problema che chiaramente si porta dietro dal capitolo originale è legato a particolari incertezze nelle arrampicate e come detto sopra nella gestione della telecamera.

I peli dei Colossi

Tutta l’opera di Remake di questo Shadow of the Colossus viaggia ovviamente  attorno al comparto tecnico. Mai come prima si è visto un lavoro di modernizzazione come questo. Il titolo sembra davvero essere uscito qualche anno fa sulle console delle corrente generazione. Avendo giocato al capitolo originale, si nota tantissimo la presenza di un’illuminazione pesantemente rivista e poteziata. Per non parlare delle texture ricostruite praticamente da 0. Sulla versione Playstation 4 Pro del titolo, è possibile attivare una di queste 2 modalità:
Cinema: questa esalta totalmente la qualità grafica del gioco, aumentando risoluzione a 4K dinamici più HDR
Performance: prevede invece una gestione migliore del Frame Rate che si attesta sempre sui 60 al secondo.

Ottimo anche il comparto sonoro che comprende ancora la colonna sonora originale scritta da Ko Otani.

Shadow of the Colossus
9.1 Reviewer
Pro
Comparto artistico spettacolare Gameplay avvincente e diversificato Una trama ben orchestrata
Contro
Problemi con la telecamera Comparto tecnico non sempre perfetto
Conclusioni
Questo titolo merita davvero di essere giocato da chiunque abbia la passione dei videogame. Difficilmente troverei un Remake che meglio è riuscito a trasmettere le sensazioni provate a quel tempo, quelle sensazioni di impotenza ma allo stesso tempo di maestosità, nel vedere delle ambientazioni così ben inserite in un contesto narrativo altrettanto curioso e originale. Chi non ha avuto modo di giocare il titolo del 2005 ed è incuriosito, dovrebbe decisamente provarlo.
Trama
Gameplay
Comparto Tecnico
Sonoro
Comparto Artistico
Colonna Sonora

Alessandro Albanesi

Published by
Alessandro Albanesi

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