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Skyrim VR: Recensione – Quando la vecchiaia non si fa sentire

Skyrim VR è l’ennesima revisione di uno dei giochi più famosi della precedente generazione. Vediamo se la realtà virtuale è riuscita a dare nuova vitalità al titolo.

Era il lontano 11 novembre 2011 quando uscì The Elder Scrolls V: Skyrim sull’ormai storica Playstation 3 (mi ricordo perfettamente la data perché lo stesso giorno andava in onda in Italia la prima puntata de “Il Trono di Spade”). Il gioco già all’epoca era graficamente datato. Tuttavia la grandezza della mappa, l’infinità di dialoghi presenti e le molteplici opportunità che si presentavano durante l’avventura hanno contribuito a far diventare Skyrim uno dei GDR più amati dalla community. Questo ha portato Bethesda (la software house che ha sviluppato la serie) a riproporre il gioco rimasterizzato per le nuove console. Non felici di ciò, hanno pensato bene di cogliere l’occasione e di portarlo su Nintendo Switch il 17 novembre scorso. Lo stesso giorno è uscita anche un’altra versione, molto più interessante di quelle già citate: la versione per realtà virtuale. Oggi tratteremo proprio di questa. Vediamo come quest’ennesima revisione abbia rivoluzionato completamente il mondo di Skyrim.

Un’esperienza senza restrizioni

La trama di Skyrim ve la risparmio, anche perché ormai anche i muri la conoscono. L’esperienza proposta per il VR è la medesima delle altre versioni. Non ci sono limitazioni o divisioni in livelli. Tutto ciò che potevate fare su console lo potete fare con la realtà virtuale. Ed è proprio qui che il gioco prende tutto un’altro aspetto. Con il visore l’immedesimazione è amplificata di molto. Iniziamo con il dire che giocarlo con i due controller Move di Playstation è molto più divertente, ma per chi vuole stare seduto sul divano c’è anche la possibilità di usare il joypad. Spiegare i comandi, oltre che essere difficile per il sottoscritto è anche noioso per voi lettori, quindi direi che possiamo lasciarli stare. Comunque sia è tutto molto intuitivo. Possiamo muoverci liberamente per l’intera mappa di gioco e svolgere tutte le missioni, principali e secondarie che siano. Presenti anche tutti i contenuti aggiuntivi usciti per le precedenti versioni. Ciò che la fa veramente da padrone, però, è la libertà di movimento. Finora su VR le esperienze sono sempre state molto lineari, i movimenti sempre abbastanza costretti. Qui è tutta un’altra storia. Possiamo scalare montagne, andare a cavallo, nuotare nei freddi mari del nord e esplorare ogni singolo centimetro delle selvagge terre di Skyrim. Per chi se lo stesse chiedendo: sì, è possibile prendere gli oggetti sparsi per il mondo di gioco e tirarli a destra e a manca. Tra questi troviamo anche pentole e cesti (chi ha giocato assiduamente al gioco sa di cosa parlo).

L’imparagonabile piacere del tiro con l’arco

Il combattimento è sempre stato un elemento molto criticato di Skyrim. Ogni fendente che si sferrava non dava il feedback del colpo e gli esiti delle battaglie erano sempre nelle mani della fortuna. Ora la situazione non è cambiata di molto, ma almeno il divertimento oscura i problemi. Lanciare incantesimi con una mano mentre con l’altra si tirano fendenti è molto soddisfacente. Tuttavia, non è il combattimento all’arma bianca la parte più divertente. Tirare con l’arco è l’elemento di gioco gratificante, molto probabilmente perché dobbiamo replicare proprio il movimento. Arco nella mano sinistra, freccia nella destra, prendi la mira e scocchi. Aggiungete anche il fatto di potervi abbassare e muovere liberamente solo tenendo premuto un tasto e spostando il Move sinistro ed ecco che avrete una delle migliori esperienze per VR in circolazione.

Un ritorno al passato

Il gioco è molto divertente, questo è vero, però tecnicamente è un mezzo disastro. La grafica è praticamente quella della Playstation 3, complice anche il fatto che per far girare i giochi VR ci vuole molta potenza. Questo ha portato anche ad una diminuzione sostanziale del campo visivo che abbiamo a disposizione. Ad esempio, camminate per la prateria e ad un certo punto venite colpiti da delle frecce che sembrano arrivare dal nulla. Andate avanti per vedere da dove provengano e all’improvviso spunta fuori un nemico a pochi metri da voi. Di sicuro non è una cosa che dovrebbe accadere in un videogioco uscito a fine 2017. La grandezza della mappa e la libertà di movimento hanno senza ombra di dubbio inficiato sul risultato grafico finale. Cosa buona è, invece, il frame rate granitico fisso sempre a 60 fotogrammi al secondo. Per quanto riguarda la parentesi motion sickness, come sempre, dipende dal giocatore e dalle condizioni in cui si mette a giocare. Ci sono state delle volte in cui ho giocato anche per un paio di ore senza sentire il minimo fastidio, mentre altre volte ho dovuto smettere dopo pochi minuti. Incomincia a girare la testa soprattutto quando si salta o si cade o quando si fanno movimenti troppo bruschi. Il fatto che il gioco sia così vasto e pieno di cose da fare spinge il giocatore ad andare avanti per parecchie ore e forse è proprio questo il problema più grande di questo Skyrim. Le missioni non sono mai corte, a volte servono diverse ore per finire una quest. Non parliamo di quanto tempo ci voglia per finire il gioco. Un titolo per VR deve essere veloce, istantaneo. Per andare da un punto A ad un punto B a volte ci vogliono anche diversi minuti, quindi ci si potrebbe ritrovare a fare una partita dove si è fatta solo una lunga camminata. Skyrim non era pensato per la realtà virtuale e si vede.

Gallina che non becca ha già beccato

Skyrim VR è sicuramente un gioco pieno di difetti e mancanze, ma è innegabile che sia una delle esperienze più divertenti e complete per i vari visori di realtà virtuale. So che ormai ha detto tutto ciò che aveva da dire e anche che ci siamo stufati di vedere ogni anno un nuovo rifacimento del gioco, proposto sempre a prezzo pieno (€69,99 all’uscita nel 2011, €69,99 all’uscita per VR). Però rimane comunque un ottima esperienza e riesce, stranamente, ancora a stupire. Anche solo il fatto di passeggiare per il mondo di gioco e rivedere i vari luoghi che già avevamo incontrato anni addietro è un incentivo per provare la nuova revisione. Il mio consiglio è questo: se non avete giocato Skyrim e volete godervi la storia, questa non è la versione che fa per voi. Se, invece, avete già giocato precedentemente al gioco e volete divertirvi ancora nella vasta regione di Tamriel, allora prendetelo anche ad occhi chiusi. Tutto sommato ho passato dei bei momenti con questo Skyrim VR. Mi ha fatto ricordare i tempi in cui mi perdevo nelle sconfinate lande di Skyrim, alla ricerca di storie sempre nuove. Spinto dalla curiosità incessante dell’ignoto. Accecato dall’insaziabile sete di avventura.

Skyrim VR
7 Reviewer
Pro
Libertà di movimento senza paragoni (al momento)
Sistema di combattimento divertente e intuitivo
Contro
Graficamente molto debole
Campo visivo troppo ristretto
Stesso gioco che era nel 2011, solo che è in realtà virtuale
Non è stato pensato per la realtà virtuale
Conclusioni
Skyrim VR è una delle esperienze migliori che potete provare al momento con la realtà virtuale. Fa il suo dovere, cioè divertire e intrattenere. Tuttavia, lo scarso comparto tecnico e il fatto che sia sempre lo stesso gioco del 2011 lo rendono un acquisto da ponderare attentamente. Ad un prezzo più basso, però, vale sicuramente la pena di essere provato. Anche perché non troverete tanto facilmente un gioco per VR completo come questo.
Trama
Gameplay
Comparto Tecnico
Sonoro
Comparto Artistico
Colonna Sonora

 

 

Mattia Pescitelli

Tenace adoratore del mezzo cinematografico, cerco sempre un punto di vista fotografico in tutto ciò che mi circonda. Videogiochi, serie televisive, pellicole cinematografiche. Nulla sfugge al mio imparziale giudizio.

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Mattia Pescitelli

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