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Stephen Hawking – La teoria del tutto: l’universo in una vita

Dopo la recente scomparsa del fisico teorico Stephen Hawking, ricordiamo il film biografico che ha appassionato milioni di spettatori in tutto il mondo.

Questa mattina una delle menti più brillanti che la storia abbia mai conosciuto, si è spenta nella sua casa a Cambridge. Eppure, seppur con grande tristezza nei cuori di familiari, scienziati, fisici, attori e persone comuni, il dispiacere dovuto alla perdita di un così grande uomo, è addolcito dal suo enorme lascito. Un’eredità che va molto oltre alle gigantesche intuizioni e teorie scientifiche che Stephen Hawking ha donato all’umanità nei suoi 76 anni di permanenza sulla Terra; Stephen Hawking è amato dal mondo intero per la sua meravigliosa storia oltre che per essere sempre stato un uomo di grande spirito e caparbietà.

Nel 2014 il regista britannico  James Marsh ha permesso a Stephen Hawking di entrare ancora più in profondità nel cuore delle persone, realizzando un film basato sulla vita del fisico teorico, tratto dal romanzo Travelling to Infinity: My Life With Stephen, scritto da Jane Wilde Hawking, ex-moglie di Stephen Hawking. Il film ha avuto successo planetario, dovuto principalmente alla bellezza della storia raccontata, ma portato all’apice dall’interpretazione degli attori che hanno dipinto un quadro perfetto della vita del professore.  Eddie Redmayne ha preso le vesti del professor Hawking e per farlo ha sentito di dover condurre una lunga e profonda immersione nella vita del personaggio. Ha avuto la fortuna di incontrarlo e di porgli alcune domande. Il loro incontro è durato 3 ore, durante le quali Stephen Hawking è riuscito a rispondere con solo 8 frasi in tutto. Tuttavia il lavoro fisico ed emotivo di  Eddie Redmayne lo hanno portato a un risultato eccellente che lo hanno condotto alla vittoria di un Oscar come miglior attore. Lo stesso Stephen Hawking si è trovato pieno di stupore nel guardare il film, arrivando a inviare una mail al regista  James Marsh complimentandosi e confessando che in alcuni punti, l’interpretazione di  Eddie Redmayne era così accurata da fargli sembrare di star osservando sé stesso.

Redmayne ha condotto uno sfiancante lavoro perché questa somiglianza potesse essere veritiera; in primo luogo ha perso 15 chili, si è allenato per diversi mesi con una ballerina per imparare ad avere maggiore controllo sul proprio corpo. Infine ha trascorso parecchio tempo con decine di pazienti affetti da SLA, esercitandosi davanti a uno specchio per fare in modo che le sue espressioni fossero credibili. Questo lavoro è stato portato avanti anche durante le riprese del film:  Redmayne ha deciso di rimanere curvo sulla sua sedia per tutto il tempo, anche mentre non si girava, causandosi dei problemi alla colonna vertebrale.

Nel film si vede la storia di un Stephen Hawking bambino prodigio che ha iniziato la sua carriera accademica nel 1959, entrando ad Oxford all’età di soli 17 anni. All’età di 21 gli fu diagnosticata la malattia del motoneurone e gli fu data un’aspettativa di vita di due anni. Essendo contemporanei del genio della fisica, sapevamo tutti che quella previsione sarebbe stata beffeggiata dall’estrema voglia di vivere di Hawking ma guardando il film ci accorgiamo di aspetti diversi della sua vita, che riguardano l’infinita capacità emozionale di un uomo e l’amore sconfinato di una moglie pronta a tutto per aiutare il marito ad adempiere al suo futuro.

Sappiamo che è stato professore Lucasiano di Matematica a Cambridge dal 1979 al 2009, esercitando una delle più prestigiose professioni al mondo, che nel suo passato ricordano personaggi del calibro di Isaac Newton, Charles Babbage e Paul Dirac. Il mondo conosce molto bene le sue conquiste scientifiche e gli è grato per le sue scoperte, ma più di ogni altra cosa Stephen Hawking ha raggiunto una popolarità smisurata per aver dimostrato di essere un uomo incredibilmente accessibile e umano. La Teoria del Tutto evidenzia questo lato del professore mostrandoci l’uomo dietro al genio.

Non tutti riescono a comprendere le teorie di Stephen Hawking, non nella loro completezza almeno, ma nella mente di ciascuno quest’uomo il simbolo della grandezza dell’essere umano e della sua capacita di poter tutto. E anche se non si è studiosi o appassionati di scienza, senz’altro nessuno rifiuta una bella storia.

Simone Radaelli

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Simone Radaelli

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