A partire da oggi gli utenti potranno sperimentare una nuova modalità di cinema partecipato. Nasce il progetto “Io resto in sala”, per portare il cinema a casa degli spettatori
Godersi un bel film al cinema è una di quelle innumerevoli abitudini che la pandemia di Coronavirus ha radicalmente trasformato. Purtroppo si dovrà pazientare ancora un po’ prima di tornare ad affollare fisicamente le sale ma, a partire da oggi, sarà il cinema ad entrare nelle case degli spettatori. Grazie all’iniziativa “Io resto in sala” l’utente potrà sperimentare l’emozione di guardare un film in una sala cinematografica restando comodamente seduto sul divano.
Io resto in sala: il nuovo “cinema partecipato”
Il progetto “Io resto in sala” è stato promosso da un gruppo di 71 cinema italiani in collaborazione con diversi distributori. Obiettivo del circuito di sale cinematografiche, che ogni giorno raccoglie nuove adesioni, è quello di riavvicinare gli spettatori al cinema, proponendo una programmazione di pellicole di qualità. Come funziona questa nuova modalità di “cinema partecipato”?
Grazie al supporto di MyMovies, ogni utente potrà comprare un biglietto online sul sito del cinema che preferisce. Una volta acquistato il ticket, lo spettatore riceverà un codice che corrisponde al posto a sedere all’interno di una sala virtuale. Lo streaming si avvierà all’orario prestabilito e, attraverso una chat, ogni utente potrà interagire con gli altri spettatori presenti.
La programmazione
Il primo film ad essere trasmesso in streaming sarà “Favolacce” di Damiano e Fabio D’Innocenzo, pellicola premiata a Berlino con l’Orso d’Argento. In programma troviamo poi “Tornare” di Cristina Comencini, “Georgetown“, firmato da Christoph Waltz e “In viaggio verso un sogno“, di Tyler Nilson e Michael Schwartz con uno straordinario Shia LaBeouf acclamato dalla critica.
Lo slogan del progetto Io resto in sala parla chiaro: “Con i Cinema c’è più luce perché il cinema senza i cinema non può esistere“. In trepidante attesa di una riapertura, il cinema in streaming può diventare un modo non solo per sostenere l’industria cinematografica e gli esercenti ma anche per riappropriarci, seppur gradualmente, di tutte quelle meravigliose abitudini a cui siamo stati costretti a rinunciare.