Oscar 2020 – Laura Dern miglior attrice non protagonista per Storia di un matrimonio
Laura Dern – Ed alla fine l’ha vinto, il premio Oscar. Durante la cerimonia che si è tenuta a Los Angeles il 9 febbraio scorso, la statuetta come miglior attrice non protagonista è andata a lei, Laura Dern, intrepido avvocato divorzista in Storia di un matrimonio, acclamata produzione Netflix diretta da Noah Baumbach.
Dopo una lunga e variegata carriera, il riconoscimento per l’attrice è arrivato per un ruolo recitato benissimo, audace, intenso, che segue da un certo punto di vista la via autoriale a lei tanto cara. Laura Dern è figlia d’arte, i genitori sono gli attori Bruce Dern e Diane Ladd a cui ha dedicato la vittoria. Sin da giovane ha percorso la strada meno battuta: cresciuta sui set di Scorsese seguendo la madre sul lavoro, a 33 anni aveva già lavorato con Bogdanovich, Lynch, Spielberg, Eastwood. Ha sempre scelto ruoli inconsueti che ne hanno da subito decretato una sottile bravura, ma che non le hanno mai regalato grande fama.
Nora Fanshaw (Laura Dern), avvocato divorzista in Storia di un matrimonio
Il piccolo ed il grande schermo – da Big Little Lies a Storia di un matrimonio
Superati alcuni anni di parti minori, l’attrice, mai abbandonata dalla critica ma meno nota al grande pubblico, è diventata la star del piccolo schermo con Big Little Lies e Twin Peaks, che l’hanno consacrata finalmente a livello popolare. Il 2017 è stato anche l’anno della sua apparizione in Star Wars: Gli Ultimi Jedi, e da quel momento è stato tutto un crescendo di candidature e premi meritati. L’ultima edizione degli Oscar, la 92esima, vedeva Laura Dern recitare sia in Storia di un matrimonio che in Piccole donne, remake dal cast stellare diretto da Greta Gerwig, regista illuminata e compagna di Noah Baumbach.
Laura Dern e Scarlett Johansson in Storia di un matrimonio
Il premio Oscar come miglior attrice non protagonista
Alla fine, la scelta dell’Academy ha voluto premiare Laura Dern nell’interpretazione di Nora Fanshaw, ineffabile legale di Nicole (Scarlett Johansson) nella struggente storia del suo divorzio e di conseguenza del suo matrimonio, quello che c’è stato prima, con Charlie (Adam Driver). Tutti bravissimi, definiti, taglienti, buoni e cattivi insieme, come gli esseri umani. Tra questi personaggi spicca quello della miglior attrice non protagonista, sempre spietato ma mai privo di empatia. Nora ha una risposta accattivante per ogni obiezione, un’immagine precisa ed un velato cinismo che sembrano dire, con ricorrenza: vinceremo noi. Anche quando i suoi clienti non vogliono vincere e forse, non sanno nemmeno se hanno smesso di amarsi. Il monologo più bello, che vale da solo l’Oscar di Laura Dern e porta alla luce una nuova, diversa sfaccettatura del suo personaggio, è quello sulla condizione della donna. Madre impeccabile e perfetta, proiezione di una cultura cristiana che ha ancora la meglio in amore, in tribunale, nella società. Poche, oltre a lei, sarebbero risultate così credibili. Viva l’Academy, che quest’anno più che mai ha riconosciuto il talento di una grande attrice.