Abbiamo avuto l’opportunità di vedere in anteprima Obbligo o verità (Truth or Dare), l’horror diretto da Jeff Wadlow, che arriverà nelle sale il prossimo 21 giugno. Ecco la recensione di Gogo Magazine.
Obbligo o verità (Truth or Dare) è un horror di Jeff Wadlow, prodotto dalla Blumhouse Productions, con Lucy Hale (Pretty Little Liars), Tyler Posey (Teen Wolf) e Violett Beane come i principali protagonisti.
Dopo Nickname: Enigmista (2005), Never Back Down (2008), Kick Ass 2 (2013) e Autobiografia di un finto assassino (2016), arriva la quinta volta da regista per lo statunitense Wadlow. Un’opera, quest’ultima, che lo vede non solo dietro la cinepresa, ma anche in veste di sceneggiatore e produttore.
Un gruppo di amici decide di passare una vacanza in Messico. Qui cominciano a giocare a “obbligo o verità” e in breve tempo scoprono che il gioco è reale. È comandato da un’entità soprannaturale che li perseguita e li costringe a giocare. Chiunque si rifiuti, muore.
Ecco il trailer!
Riuscire a scrivere qualcosa sull’ultimo film di Jeff Wadlow è incredibilmente difficile. Sono 100 minuti circa di una piattezza disarmante dove anche la tensione che dovrebbe generare un horror (anche di bassa lega) non è minimamente palpabile. Ci troviamo di fronte a una struttura fragile che attinge a piene mani nella miriade filmografia horror con il classico gruppo di amici, la classica vacanza, i dialoghi abusati senza la minima originalità e il soprannaturale che irrompe nelle vite dei ragazzi.
Una smile grottesca e a volte ridicola rincorre e perseguita i protagonisti per tutta la durata del film. Parallelamente veniamo a conoscenza dei rapporti che intercorrono tra gli amici, assistiamo a situazioni stereotipate e a sviluppi della trama forzati e tirati per i capelli. Il soggetto e la sceneggiatura sono talmente mediocri che, probabilmente, la recitazione di un cast giovane e ancora acerbo ne ha subito pesantemente la prestazione. Gli stessi personaggi appaiono abbozzati, stilizzati e appena scalfiti nella superficie, tanto che qualsiasi informazione che sappiamo su di loro è usata come espediente per far progredire la scarna trama.
Rimane una fotografia dignitosa come unica cosa da salvare in questo horror. Il giudizio non può essere che pesantemente negativo. Sia chiaro, resta pur sempre una valutazione personale.
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