The Disaster Artist uscirà il 22 febbraio nelle sale italiane, ma grazie a Warner Bros. siamo riusciti a vederlo in anteprima. Ecco il nostro resoconto sull’improbabile biopic visto dall’obiettivo di James Franco.
Come già anticipato, il film è un biopic sull’amicizia tra due improbabili attori, Tommy Wiseau e Greg Sestero, che si dilata a partire dal loro primo incontro durante una lezione di recitazione fino alla produzione della pellicola più brutta della storia del cinema, The Room. Tommy è una persona misteriosa, sfuggevole. Sostiene di provenire da New Orleans e avere la stessa età di Greg, ma il suo accento est-europeo e il suo aspetto dicono l’esatto opposto. Con il suo conto bancario apparentemente infinito, riesce a produrre The Room, venutogli a costare intorno ai sei milioni di dollari. Ancora oggi è incerta la storia del suo passato. Questo crea quella fonte di ignoto che attrae verso il personaggio laconico di Wiseau.
Inoltre la sua totale follia, il suo continuo snobismo verso le critiche, la spensieratezza con la quale si accinge a relazionarsi con il mondo che lo circonda lo fanno sembrare fittizio, non appartenente alla realtà, ma alla fantasia di qualche sceneggiatore. Tuttavia, Tommy Wiseau esiste e ha partecipato attivamente alla realizzazione di questo The Disaster Artist. James Franco è riuscito a tirare fuori da una vicenda di per sé insignificante e priva di alcun mordente una storia divertente, ma dal riso amaro. A tratti diventa un vero e proprio dramma. Il dramma di un uomo ostinato a seguire i propri sogni, noncurante del giudizio altrui, ma che, in realtà, vuole solo essere amato dalla società. L’eterna lotta per allontanare la solitudine che si risolve nella solitudine stessa.
Quando i virtuosismi non servono
La componente tecnica di The Disaster Artist è pregevole, ma molto accademica. Tuttavia, ciò non smorza o sminuisce la portata emotiva del film, anzi. Questo è l’esempio perfetto di pellicola che si regge in piedi solo attraverso l’interpretazione. Non ci sono virtuosismi di alcun tipo. Camera a mano che segue i protagonisti, a imitare la Nouvelle Vague o le produzioni documentaristiche di fine anni Cinquanta. Colonna sonora che accompagna le vicende soavemente, senza troppe pretese, e una fotografia naturale, dalle tonalità calde. Pura semplicità in perfetta relazione con la storia raccontata. Franco non voleva dimostrare la sua maestria dietro la macchina da presa, bensì trasporre in linguaggio cinematografico le bizzarre e quotidiane vicende di un uomo che si crede un idolo americano, ma che alla fine, è una persona comune. Questo lo fa attraverso l’interpretazione e l’attinenza impeccabile all’originale.
La sua interpretazione di Tommy Wiseau è magistrale. Ripropone perfettamente sullo schermo la sua ambiguità, i suoi modi eccentrici, le sue movenze spasmodiche e, soprattutto, il suo inusuale accento. Complice anche l’ottimo trucco, che leviga il volto di Franco, lo mallea in quello voluminoso e spigoloso dell’autore. Non ci sono dubbi sul perché abbia ricevuto il Golden Globe come miglior attore,a discapito di tutte le accuse che lo hanno travolto subito dopo. Anche il resto del cast è stato scelto con cura, per rispecchiare al meglio le persone che hanno partecipato a quel “disastroso” progetto che è stato The Room. Particolare riconoscenza va data a Dave Franco, fratello di James che presta il volto all’amico di Wiseau, Greg Sestero. Interpretazioni impeccabili che aiutano a plasmare quel senso di malinconia caro alla commedia all’italiana dei primi anni Sessanta, anche se con questa condivide poco e niente.
The Disaster Artist
9Reviewer
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Pro
L'interpretazione strabiliante di James Franco
L'accuratezza con le quali vengono ricreate le scene originali di The Room
L'equilibrata commistione di dramma e commedia
Contro
La regia troppo accademica (se proprio vogliamo trovare un difetto)
Conclusioni
The Disaster Artist è il passato e, al contempo, il futuro hollywoodiano. Troviamo tutto ciò che il post-modernismo ci ha insegnato, ma lo vediamo sotto nuova luce. Una commedia che si incontra con il dramma e il biopic. Qualcosa di già visto, se vogliamo, ma qui ripreso in modo differente. Guardando la carriera di Franco si nota una maturazione artistica che culmina con questo The Disaster Artist, sua opera più completa. Ciò risalta con l'attenta miscela di comicità e drammaticità, mai eccessive e sempre equiparate. Si vede una voglia tangibile e vorace di fare cinema. Di omaggiarlo e citarlo come i membri della New Hollywood degli anni Settanta, costantemente in gioco con lo spettatore, sfidandolo a cercare il "cinema nel cinema". Un cinema autoreferenziale che preferisce guardare al passato, stagnando nella sicurezza della certezza. In questo caso, però, ciò che è stato sprona ad andare avanti e a seguire quella via tanto spaventosa che terrorizza i cineasti da fin troppi anni. The Disaster Artist ci esorta a volgere lo sguardo al passato per affrontare il futuro con risolutezza.
Tenace adoratore del mezzo cinematografico, cerco sempre un punto di vista fotografico in tutto ciò che mi circonda. Videogiochi, serie televisive, pellicole cinematografiche. Nulla sfugge al mio imparziale giudizio.