Cinema
Toy Story 4: La conferenza stampa con il cast vocale italiano
Published
6 anni agoon
Ecco il nostro resoconto della conferenza stampa in cui i membri del cast vocale italiano hanno presentato “Toy Story 4”.
Si è tenuta oggi a Roma la conferenza stampa di presentazione del prossimo film d’animazione Disney Pixar, “Toy Story 4”, in uscita nelle sale in Italia il 26 giugno 2019. Presenti per l’occasione la voci italiane: Massimo Dapporto, Riccardo Cocciante, Luca Laurenti, Corrado Guzzanti, Rossella Brescia e Benji & Fede.
All’inizio dell’incontro è stato chiesto un ricordo di Fabrizio Frizzi, la storica voce italiana di Woody che ci ha lasciato l’anno scorso, ai veterani della saga, Massimo Dapporto e Riccardo Cocciante, di ritorno in “Toy Story 4”:
RICCARDO COCCIANTE: “Si avevo cantato ‘Un amico in me’ e ho un ricordo belliissimo. Fabrizio è una persona incredibile, molto semplice, molto alla mano. Ricordo che quando abbiamo registrato lui mi diceva sempre ‘Ma io non so cantare, dimmi un po’ cosa devo fare’. È una cosa bellissima, e ancora grazie Fabrizio di essere stato quello che è stato, è veramente stato l’amico di tutti e l’abbiamo perso e questo è stato veramente un grande dispiacere.”
MASSIMO DAPPORTO: “Io mi unisco alle sue parole. Noi abbiamo fatto insieme i primi tre film, lo conosco quando lui faceva televisione, abbiamo simpatizzato. Non era difficile simpatizzare con Fabrizio, una persona così pulita e irregolare per il nostro ambiente. La sua perdita ci ha toccato tutti. Certe volte penso a Fabrizio, anche quando mi arrabbio penso alla sua risata, che non si capisce se ti prende in giro o è una risata affettuosa. Quando lui mi guardava e rideva io ridevo con lui. È stata una grande persona e penso che rimarrà a lungo.”
I membri del cast hanno presentato i relativi personaggi e il proprio lavoro in “Toy Story 4”:
CORRADO GUZZANTI: “Io sono molto contento di fare parte di ‘Toy Story 4’. Il mio personaggio è un giocattolo vintage con dei baffoni alla Village People, un giocattolo dell’epoca in cui ero ragazzo, anni ’70. È un esibizionista un po’ sbruffone. È stato molto divertente.”
LUCA LAURENTI: “Spazzatura. Tutti intorno gli dicono ‘Sei un giocattolo’ e lui dice di essere solo spazzatura. È frutto di un sogno della bambina, cioè della bimba. Oggi ci sono tutti giochi già fatti, già modellati, mentre in realtà Forky è come tutti i giocattoli dovrebbero nascere, cioè dal sogno della bambina. Lei lo crea proprio in un momento in cui arriva un bambino e non la considera. Da tutto quello che ha sul tavolo riesce a creare Forky con la sua fantasia. È quella tristezza allegra e quell’allegra tristezza. Tra l’altro per me in un’altra vita era coltello, siccome il coltello divide e non può condividere, sta da solo, Forky è nata per condividere. La forchetta non può imboccarsi.”
MASSIMO DAPPORTO: “Per quanto riguarda Buzz devo raccontare cosa è successo prima di pensare al personaggio. Nel primo film hanno fatto i provini dando un numero a ciascuno, io ho fatto il provino e per fortuna l’ho vinto. Allora hanno cominciato a fare delle domande, arrivano dall’America delle richieste per quanto riguarda me. Le voci andavano in America dove c’era il degustatore di voci, che magari non capisce neanche l’italiano, ma deve capire dal timbro della voce se è accattivante e giusto per il personaggio, se ha una pasta di voce che convince. Poi hanno cominciato a chiedere che titolo di studio ho, è arrivata un’altra richiesta a distanza di 3/4 giorni, indirizzo politico, le malattie. Ogni domanda che fanno gli ho detto di aumentare i soldi, siamo arrivati a una bella cifra e a un certo punto hanno capito e hanno smesso. Il personaggio di Buzz è vincente nel senso che piace tantissimo ai bambini. Per interpretare il personaggio bastava seguire le indicazioni in lingua originale, mi ha fatto soltanto una grande simpatia il fatto che lui pensava di essere umano e poi scopre di essere un giocattolo. È un eroe di questo lavoro, sono contento e spero che non sia soltanto il quarto film e che vada avanti all’infinito e oltre.”
ROSSELLA BRESCIA: “Il mio ruolo è veramente piccolo perché sono la ballerina volante. Penso che Toy Story sia uno dei film che lascia tanti messaggi positivi, e forse questo è un periodo in cui ne abbiamo più bisogno, va visto dai bambini come anche dai grandi. Per la ballerina ci sono ci sono delle evoluzioni che non avrei mai fatto nella vita perché quelli sono virtuosismi che fanno gli uomini al massimo e neanche così bene. Quindi ho detto ‘Mah, o adesso o mai più’ e quindi ho accettato, grazie alla Disney perché è stato un bel momento, piccolo ma intenso, quindi veramente grazie.”
RICCARDO COCCIANTE: “Io ho fatto la primissima versione 24 anni fa e devo dire che quando ho affrontato questo pezzo, dovevo trovare una maniera anche mia di esprimermi, non rinnegarmi completamente, si doveva riconoscere la mia personalità in una canzone che non era mia. È successo qualche volta nella mia carriera, è sempre importante ritrovarsi dentro, non essere quello che copia, dare la propria personalità. La versione dei miei colleghi è bellissima, l’ho trovata molto fresca, semplice, con una chitarra, una voce cantata bene, semplice. Mi piace la semplicità, è molto chiara, è molto limpida, questo lo fanno, danno una versione giovane della stessa canzone e questo è interessante.”
FEDE: “Ti ringrazio, queste parole le ho già sentite ieri sera. Abbiamo parlato di tanto e ti ho guardato e ascoltato con occhi e orecchie di chi può imparare. Tu mi hai dato una forza in più che va oltre i complimenti alla canzone, abbiamo parlato tanto ed è stata una full immersion incredibile, e forse non ti ringrazierò mai abbastanza. Noi eravamo grandi fan di Toy Story, lui aveva due anni e io uno. Abbiamo sempre seguito Toy Story che è un film bellissimo e per noi è stato un onore fare un adattamento di una canzone storica, bisogna stare molto attenti quando lo si fa. Siamo molto felici.”
BENJI: “Per quanto mi riguarda oltre ad essere storica è una canzone che dice tanto, io nel mio piccolo non avrei mai pensato di avere quest’occasione e ho cercato di dare tutto me stesso, pensando di avere un bambino davanti a me che prendesse tutte le energie da questa canzone. Ricordiamoci che ‘Toy Story’ è pieno di messaggi positivi, metafore alcune chiare e altre da interporreare. Ieri mi sono emozionato perché questi giocattoli è come se interpretassero un misto tra genitori e bambini.
FEDE: “Io Woody l’ho comparato a mia madre: a volte cerca di essere vicino senza farsi vedere, ma cercando di dare il proprio apporto. Spero che piaccia a tutti voi e che vi lasci qualcosa e grazie a Disney per questa opportunità e grazie a Riccardo.“
Nello specifico, i membri del cast di “Toy Story 4” si sono soffermati sulle metafore che hanno colto nel film d’animazione:
ROSSELLA BRESCIA: “Forse mi soffermerei su Forky, molte volte ci sono dei bambini che non possono averequesti bei giocattoli, Forky è un giocattolo costruito da un bambino, è un bel messaggio che con cose veramente semplici si possono fare cose grandi che possono dare tanta felicità… Questa forchetta è stata presa appunto dalla spazzatura. È un messaggio che i ragazzi di oggi dovrebbero accogliere, oggi che c’è molto consumismo. Da cucchiaio-forchetta è diventato un personaggio simbolo.”
FEDE: “Woody in questo film l’ho visto tantissimo in mia madre, che vuole farmi trovare tutto pronto anche se ho 25 anni, ma se non ci fosse stata lei io non sarei stato io. Woody vede che la sua bambina è contenta, quindi mette da parte il fatto che non sia più lui, vuole fare stare bene Bonnie, vuole che Forky capisca di essere giocattolo e che la faccia stare bene. C’è il fatto di fare squadra. È un aiutarsi a vicenda per una causa comune, penso che queste due siano le cose più belle.”
BENJI: “Un’altra cosa carina è che dalle cose semplici si può costruire qualcosa, ma anche che siano oggetti riciclati e che riciclare cose è importante.”
RICCARDO COCCIANTE: “Anche il fatto che a che cosa si dà importanza. Per fare un regalo a un bambino certe volte un niente prende un’importanza enorme. Fa capire che l’effetto che si può dare alle cose non dipende dal prezzo, ma dall’emanazione di un certo sentimento.”
MASSIMO DAPPORTO: “La ricerca della felicità secondo me, la ricerca del proprio io, la ricerca della propria felicità, la scelta legata alla propria libertà. Ho pensato ‘Ma guarda questi che sono furbi, ci fanno piangere a qualunque età’. Ci sono delle chiavi di lettura che sono molto importanti e decretano il successo di questo lavoro.”
LUCA LAURENTI: “Alla fine vedendo il film, come tutti i cartoni animati, mi chiedo la differenza che c’è tra quello che vivono i giocattoli e quello che viviamo noi. Io stavo davanti al cimitero e mentre gridavo pensavo ‘a me chi me lo dice che sono vivo’, un po’ come dice il giocattolo, io non ho la certezza. Tutti i giocattoli non sono giocattoli, sono creazioni del nostro sentimento, l’infelice è colui che non crea, peraltro i giocattoli che vengono da noi stessi sono impregnati, siamo noi che diamo un senso di quella cosa che si impregna di un’energia, come l’oggetto di nonna, ha delle informazioni emotive, quell’oggetto parla e non è una cosa, è una densità di vibrazione diversa ma in realtà è contenuta nell’oggetto. È come al CERN che cercano la particella di dio, dice che l’hanno trovata, un quadro non può venire da un quadro, un quadro nasce da un’idea, perché cercare un fantasma? Non crediamo soltanto a quello che vediamo.”
CORRADO GUZZANTI: “Io sono abbastanza d’accordo con tutti. È comunque un film più filosofico ed esistenzialista degli altri. I giocattoli hanno il trauma di esistere solo se hanno un bambino di riferimento. La narrazione è molto raffinata, a volte sembra un film pensato quasi più per gli adulti che per i bambini. L’ho trovato particolarmente sottile, forse anche perché era un film extra, l’ho trovato piacevolmente diverso, con degli ingredienti anche in più.”
Il personaggio di Bo Beep ha subito un’evoluzione considerevole dall’ultima volta che l’abbiamo vista in “Toy Story 4”:
MASSIMO DAPPORTO: “Io sono più sul Bo che sul Bo Beep. La cosa non mi ha colpito. È giusto che ci sia l’evoluzione di questo personaggio, che sarebbe stata poi anche l’evoluzione di Woody. Sembra quasi che Bo sia stata la parte maschile e Woody quella femminile.”
RICCARDO COCCIANTE: “Segue l’andamento della società di oggi, che la donna sta prendendo un ruolo importante, sta seguendo questa tendenza, che la donna abbia preso potenza.”
Laureata in Astrofisica, 25 anni, adora il cinema, legge, scrive, cammina, mangia e respira.