Vincent Cassel è sempre stato un punto di riferimento per il cinema d’autore europeo. Il suo Vinz ne L’Odio di Kassovitz è forse uno dei suoi ruoli più memorabili, insieme al Marcus di Irréversible, il film di Gaspar Noé che ha celebrato l’inizio della relazione con Monica Bellucci ed ha sconvolto il pubblico di tutto il mondo con il suo spietato racconto. Ma Cassel non è nuovo al cinema mainstream d’oltreoceano, basti pensare alle sue performance in Matrix: Revolution, Ocean’s Twelve e Il Cigno Nero. Proprio nei mesi scorsi lo abbiamo visto nel ruolo dell’antagonista Engerraund Serac, nella terza stagione di Westworld.
Nelle ultime ore è però emerso un giudizio che sembra accomunare ormai diversi esponenti del settore cinematografico. Secondo Vincent Cassel i film di supereroi della Marvel e della DC sarebbero per bambini e l’attore non sarebbe interessato a prenderne parte. “Onestamente, questi non sono più film che guardo”, ha detto Vincent Cassel. “Mi interessavano nel periodo in cui venivano mossi i primi passi in avanti nella tecnologia che avrebbe improvvisamente reso Iron Man o Spider-Man dei personaggi reali e non degli effetti speciali posticci. Poi, questo è diventato la normalità. Ero un grande fan dei fumetti quando ero un bambino. Al giorno d’oggi, penso che questi siano film per bambini, davvero. E anche se ho ancora una parte di me che è un bambino, direi che no, non li guarderei.”
Ovviamente, e come sempre in questi casi, bisognerebbe dare alle parole il giusto peso specifico e ricordare che in esse non risiede un giudizio negativo nei confronti delle pellicole in oggetto. Quella di Vincent Cassel sembra essere una semplice, quanto legittima, opinione personale, legata ai sui gusti come attore e come spettatore, nonostante le porte non sembrino del tutto chiuse ad un simile progetto: “Con un grande antagonista e realizzato da qualcuno abbastanza talentoso da imprimere una svolta nel genere, allora forse potrei anche farlo.”. C’è comunque da dire che l’attore francese è in buona compagnia e che il suo giudizio è condiviso da altri numi tutelari della settima arte, come Martin Scorsese e David Cronenberg.