Ermal Meta, intervistato da Silvia Toffanin a Verissimo, si è definito ‘operaio della musica’, sottolineando il fatto che si abusa tanto con la parola artista. Meta ha espresso anche il suo grande desiderio, quello di scrivere una canzone per la grande Mina.
Durante l’intervista con Silvia Toffanin a Verissimo, Ermal Meta ha parlato della sua infanzia, tra difficoltà e cambiamenti. Da quando a soli 13 anni partì dall’Albania insieme alla mamma, per arrivare in Italia. Ermal Meta ha ricordato il momento quando la mamma (lei violinista), aveva regalato a lui una tastiera, per cominciare seriamente a studiare musica. Il cantante ha spiegato alla Toffanin che si era sentito in colpa e non riusciva a toccare quella tastiera perché la mamma aveva fatto un prestito per comprarla.
Ermal Meta: Non sono un artista ma semplice ‘operaio della musica’
Durante l’intervista, Ermal Meta si è definito un ‘operaio della musica’ e non un artista. Secondo lui, la parola ’artista’ è molto abusata, perché nessuno può scegliere di essere un artista, devono essere gli altri a deciderlo. Per lui, solo se sei riuscito a cambiare la vita di qualcuno, forse allora ti puoi definire un artista.
Ermal Meta ha detto che le sue canzoni non sono tutte autobiografiche, come nel caso della canzone vincitrice di Sanremo, ‘Non mi avete fatto niente’. Però la maggior parte di esse, lo sono, e che lo hanno aiutato molto. Con una battuta, Meta ha voluto spiegare che grazie alle canzoni che scrive, ha risparmiato tanti soldi in psicoterapia.
Ermal Meta: ‘Ho messo in piedi un processo di autoguarigione con le canzoni, quindi devo dire che ho risparmiato tanto in psicoterapia’.
Come già sappiamo, Ermal Meta è anche autore di tante canzoni, scritte per diversi grandi cantanti italiani che si sono affidati a lui. Canzoni che hanno avuto molto successo, ma per il vincitore di Sanremo il desiderio più grande è quello di avere la possibilità di scrivere una canzone per la grande Mina.