Il mondo della musica italiana è pieno di artisti emergenti che, con impegno e sacrificio, lavorano al proprio sogno e ai propri progetti. Questo è il caso di Federico Corucci, nato a Pesaro il 24 Gennaio 1994, che nell’intervista ha raccontato di se stesso. Il cantante marchigiano ha appunto parlato di come sia partito l’interesse per la musica e di come, poco a poco, sia diventata più di una semplice passione.
Federico Corucci e l’approccio alla musica
Quando, e in che modo, ha iniziato a capire che la musica fosse più di una passione?
La musica è un linguaggio che mi è stato trasmesso in famiglia: mio babbo e mia sorella suonano entrambi la chitarra, mentre mia mamma è diplomata in pianoforte ed è attualmente docente presso il conservatorio G.Rossini di Pesaro.
Ho intrapreso il mio percorso musicale all’età di dieci anni con lo studio della chitarra classica, per poi passare dopo poco più di un anno alla chitarra elettrica. A sedici anni ho sentito l’esigenza di esprimere in musica le mie domande ed esperienze di vita, così hanno preso forma le prime canzoni. Inizialmente i testi dei brani erano in inglese, poi spinto dal desiderio di una maggiore limpidezza ed immediatezza comunicativa, ho deciso di cambiare rotta e di scrivere in italiano.
Ho maturato questa scelta in particolar modo a seguito dell’incontro per me fondamentale con Niccolò Fabi. Il 3 ottobre 2013 ho avuto infatti la fortuna e l’onore di aprire il concerto del cantautore romano al Teatro Gentile di Fabriano in occasione della giornata dei giovani marchigiani. Questo episodio è stato la scintilla che mi ha spronato ad investire tempo ed energie nella musica.
Ci sono cantanti, o artisti, che segue particolarmente? E quali generi preferisce maggiormente?
Trovo che negli ultimi dieci anni siano emersi diversi artisti interessanti. Tra quelli stranieri il mio preferito è Ben Howard, cantautore inglese con tre album all’attivo. Sono affascinato dal suo modo di suonare la chitarra e dalle atmosfere che riesce ad evocare nelle sue canzoni. Seguo altri artisti che si esprimono con un linguaggio affine al suo come Bon Iver, Damien Rice e Sufjan Stevens. Tra le band le mie preferite sono i the 1975 e i Goo Goo Dolls, storico gruppo americano emerso alla fine degli anni ’90. Per quanto riguarda invece gli artisti italiani il mio podio personale è composto da Niccolò Fabi, Motta e Gazzelle.
Federico Corucci: il singolo e l’attaccamento alla musica
A me è piaciuta molto la canzone “Disperatamente perso”, cosa l’ha spinta a scriverla?
Ti ringrazio, mi fa molto piacere. È un brano che descrive il momento in cui si prova qualcosa per una persona, ma non è chiaro se quest’ultima ricambi. Credo che la musica possa alleviare e trasformare in energia positiva il disagio di chi scrive: il vuoto attraverso l’atto creativo assume infatti un significato diverso, perché condiviso, accolto dall’altro, e dunque non più solitudine. Così è stato per questo brano.
Come è cresciuto il suo attaccamento alla musica con il passare del tempo? Ci sono state esperienze che le hanno dato modo di crescere a livello personale?
A seguito del concerto in apertura di Niccolò Fabi ho intrapreso la cosiddetta gavetta. Mi sono esibito sia in gruppo che come solista in diverse situazioni ed eventi. I live sono stati più di 120 negli ultimi sei anni, tra questi ne ricordo in particolare tre: il primo è il concerto in apertura degli Ex Otago al circolo arci di Villa Fastiggi nel 2014, il secondo è l’esibizione in apertura di Matthew Lee alla festa delle matricole di Urbino nel 2015 ed il terzo è il live in apertura dei Gem Boy alla Sagra del Carmine di Verona nel 2016. Suonare dal vivo è stato fondamentale per il mio percorso di crescita personale e mi ha permesso di instaurare relazioni significative con persone con cui condivido la passione per la musica.
Progetti futuri e la sua vita fuori dal contesto musicale
Com’è la sua vita al di fuori della musica?
Mi sono laureato in Scienze della Formazione primaria a fine novembre dello scorso anno. Dalla metà di gennaio fino alla fine di marzo ho avuto una supplenza in una terza elementare alla Mascarucci, una scuola primaria di Pesaro. Essendo la mia prima esperienza in questo ambito inizialmente ero pieno di dubbi, ma ho avuto la fortuna di trovare un team di colleghe molto disponibile ed accogliente che mi ha messo nelle condizioni di lavorare con serenità. Il rapporto con i bambini è stato molto positivo, mi sono sinceramente affezionato a loro in questi mesi. Non vedo l’ora di riabbracciarli il prossimo anno, sperando che l’attuale e triste situazione dovuta al virus sia solo un brutto ricordo.
Quali sono i suoi progetti a breve e a lungo termine? Sta lavorando a nuovi singoli?
Attualmente sto studiando per il concorso ordinario per la primaria, che si svolgerà nei prossimi mesi. Per quanto riguarda invece la musica mi sto concentrando sull’aspetto creativo dato che, per le ragioni che tutti conosciamo, si dovrà rinunciare a lungo ai concerti. Il mio obiettivo è quello di pubblicare un disco di brani originali.
Importante messaggio dell’artista pesarese
Al termine dell’intervista a Federico Corucci si può capire quanto questo ragazzo tenga a se stesso e alla musica. Il percorso artistico, e personale, lo ha infatti aiutato a crescere e a dare priorità ai propri progetti in modo concreto e lucido.
Attualmente infatti il cantautore marchigiano porta avanti il suo sogno nel panorama musicale, conciliandolo però con la sua vita lavorativa, personale e i tanti differenti obiettivi che si è prefissato. Questa sua coerenza dimostra appunto la voglia di crescere giorno dopo giorno e questo lo si comprende anche grazie al suo singolo e al suo desiderio di superare i propri limiti.
Laureato in Scienze Umanistiche con indirizzo in Lettere Moderne, grande appassionato di scrittura, in particolare di poesia. Oltre a scrivere articoli di diverso genere, si è dedicato alla pubblicazione di alcune raccolte contenenti le sue opere. Attualmente è iscritto alla Laurea Magistrale in Giornalismo e Cultura Editoriale presso l'Università degli studi di Parma.