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Intervista

Osvaldo Supino – Sparks: intervista esclusiva

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Come anticipato su Instagram, abbiamo avuto il piacere di intervistare Osvaldo Supino il giorno dell’uscita di “Sparks”, quarto album di inediti disponibile su tutte le piattaforme.

Dopo i premi ottenuti in tutto il mondo e il successo di Resolution, Osvaldo Supino torna con il suo quarto disco di inediti intitolato Sparks, risultato di due anni di lavoro, disponibile anche in versione spagnola dal 17 Aprile con il titolo “Luces“. Vi lasciamo all’intervista:

Intervista a Osvaldo Supino – Sparks

Ciao Osvaldo grazie per questa intervista in un giorno così importante. Esce oggi Sparks, come ti senti?

Sono molto felice, per me fare un disco non è routine, è un momento speciale. Fare musica mi accompagna nella vita, ma fino a che non trovo un’ispirazione particolare tengo tutto per me. Penso che fa musica debba educare al silenzio, l’attesa è necessaria. Mi sono preso due anni dopo Resolution e inizialmente volevo fare qualcosa di completamente diverso rispetto al passato, volevo distanziarmi dalla mia vita privata.

Resolution ha riscosso un grande successo, più di 3 milioni di streaming online…

Sì, da sempre ascolto il mio istinto, quando ho scelto le canzoni per Sparks ho capito che non dovevo temere il giudizio degli altri. Volevo condividere la mia verità, è stato un atto di sincerità verso chi mi ascolta e alla fine dei quattro dischi probabilmente è quello personale.

Bene parliamo di Sparks… Il 28 gennaio è uscito “How do we know” e inaspettatamente due settimane fa “Pick me up“, un singolo provocante, che pone al cenro dell’attenzione l’utilozzo che si fa delle app di dating, ci vuoi dire qualcosa in più su questa tua scelta?

Pick me up” è un estratto di vita di tutti i giorni. Tutti almeno una volta abbiamo installato una di queste app, è qualcosa che ormai è entrato a far parte delle nostre vite, soprattutto dei giovani, ma ce ne vergogniamo. Alla fine però queste app sono uno strumento e se usate senza voler nuocere a nessuno ben vengano. Anche Instagram viene utilizzato per condividere storie e contenuti, ma in alcuni spiacevoli casi è strumento di bulli che offendo il prossimo. Quando sono in giro mi capita di utilizzare app di dating anche solo per incontrare qualcuno con cui parlare e spesso si incontrano persone stravaganti che diventano fonte di ispirazione per nuove canzoni.

Il bullismo è ormai da molto tempo una battaglia che combatti in prima linea, come ti relazioni con gli haters che trasformano l’odio in passatempo?

Penso che gli haters siano dei veri fan che ascoltano tutto quello che dici e osservano quello che fai. Ho iniziato caricando contenuti su MySpace e i blog parlavano di me come di un fenomeno senza credibilità, si è sviluppata così una forma di hating verso i miei contenuti ed il mio personaggio. Ho passato i primi mesi cercando di convincerli che quello che pensavano non fosse corretto, poi arriva un momento in cui ti rendi conto che i pregiudizi degli altri spesso non si cambiano e tutto quello che puoi fare passa in secondo piano. Sono orgoglioso di ciò che dico e faccio e non smetterò di lavorare per migliorarmi come persona, come artista, come musicista e come autore. Ribadisco la mia posizione contro il bullismo, mi capita spesso di bloccare commenti d’odio perché nessuno di noi è immune. Proprio oggi ho iniziato a collaborare con l’associazione italiana “Ma basta” che si occupa di fare azioni concrete contro il bullismo nelle scuole.

Tornando al nuovo album, la scelta di non inserire un pezzo in italiano a cosa è dovuta?

In Resolution avevo inserito Amati, un singolo in italiano, ma in generale non scelgo in base alla lingua. Amati parla di un vissuto personale e l’ho voluto tenere così, l’inglese non è figlio di una scelta editoriale. Anche la scelta di far uscire l’album in spagnolo è nata dai pezzi che ho scritto in questo periodo. Non escludo in futuro la possibilità di un album completamente in italiano.

Hai una fan base internazionale: Italia, Messico, Stati Uniti. Senti di essere apprezzato più all’estero che in patria?

Me lo sono sempre chiesto, sono orgoglioso di essere italiano e fiero delle mie radici pugliesi. Un pugliese che canta in inglese e spagnolo forse è strano, ma è ciò che sono. Non è voglia di esterofilia a tutti i costi, ho sempre ascoltato il pop: Madonna, Michael Jackson, Britney Spears, tra gli artisti italiani ascolto molto Giorgia, Baglioni…

A proposito di modelli, chi sono i tuoi modelli italiani dai quali prendi ispirazione?

Recentemente sono stato ad un concerto di Giorgia che per me è il massimo, sogno di poter cantare con lei un giorno. Essere un cantante ed assistere ad un concerto di Giorgia è pazzesco. Mi piace molto anche Baglioni, Renato Zero e Francesca Michielin, mi piace scoprire la scena italiana tutti i giorni. Quello che ascolti si riflette su ciò che fai.

Come è stato collaborare con Scott Robinson (produttore di Demi Lovato e Christina Aguilera)?

Un’esperienza assurda! Ascoltavo brani sui quali aveva lavorato ed è stato quasi un sogno poter collaborare con lui al mio album. In Sparks ha lavorato su “Messed up” e mi è stato accanto in tutte le fasi del lavoro, spronandomi a fidarmi delle mie emozioni. Per me è stato fondamentale poter lavorare con lui, un’esperienza che non capita di certo tutti i giorni. Avevo già lavorato con altri grandissimi produttori, quello che cerco in primis è l’aspetto umano, centrale nelle mie canzoni.

Il 2018  è stato l’anno del matrimonio cinema-musica grazie a “Bohemian Rapsody” e “A star is born“, ti sono piaciuti?

Sono particolarmente legato a “A star is born”, ero presente all’anteprima al Festival del cinema di Venezia, la produzione mi ha invitato ed è stato bellissimo. La prima volta che l’ho visto mi ha emozionato, l’ho trovato meraviglioso e sapevo che sarebbe stato un successo. L’esame del paragone con “The Bodyguard” con Whitney Houston è stato superato ad pieni voti. Anche Rami Malek è stato fantastico, questi film accendono le fantasie degli artisti, mi piacerebbe poter fare un’esperienza in un cast cinematografico e curare la colonna sonora di un film, sono due esperienze alle quali aspirano tutti i musicisti e cantanti.

Grazie Osvaldo è stato un piacere.

Grazie a voi e fatemi sapere quale brano tra quelli di Sparks vi è piaciuto di più, ci tengo ai feedback di chi mi ascolta.

Di seguito trovate l’album, il nostro singolo preferito è Messed Up, il vostro?

Direttore editoriale di Gogo Magazine e co-fondatore di GogoVest Srl. Appassionato di storytelling e strategie di comunicazione online.

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