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Nitro "GarbAge" la recensione del disco Nitro "GarbAge" la recensione del disco

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Nitro “GarbAge” la recensione del disco

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Nitro “GarbAge” la recensione del disco

Da poche ore è disponibile su tutte le piattaforme di streaming musicale, la nuova fatica di Nicola Albera, il rapper classe 1993, in arte Nitro. Stiamo parlando di “GarbAge”, il suo quarto e (al momento) ultimo album. Il disco contiene quattordici tracce, con una durata complessiva di 42 minuti. Di seguito, la recensione del disco.

Omologarsi alla massa

Se “Nitro” aveva riposto in questo l’album la speranza di riuscire nell’arduo compito di omologarsi alla massa, ovvero al mondo della “trap”, allora possiamo considerare “GarbAge” un vero e proprio successo. Al contrario, se con il nuovo disco le sue intenzioni erano quelle di tornare ai livelli di un mostro sacro come “Danger“, allora possiamo tranquillamente considerare il suo ultimo disco come un vero e proprio fallimento. Già, perchè “Nitro Wilson”, quell’artista che negli ultimi anni ci ha abituato a pezzi di denuncia sociale e psicanalisi profonda, ha provato a ripetersi, ma con strumenti completamente diversi. L’artista si è infatti tolto il mantello da rapper per indossare quello del trapper, e il risultato venuto fuori non è altro che un banale tentativo di omologazione. Riuscito peraltro, come testimonia il feat con Tha Supreme che lo porterà per parecchio tempo in cima alle classifiche. Ma rimane pur sempre un’omologazione, un gesto che da “Nitrno” non ti aspetteresti mai.

Gallina vecchia fa buon brodo

Il disco si apre, e chiude con due tracce dal livello altissime. “GarbAge”, la title track del disco e “Libellule” rappresentano infatti il picco toccato dal nuovo album di Nitro, due tracce che da sole, provano a giustificarne l’acquisto, o quanto meno l’ascolto. Sopratutto “Libellule” è un brano capace di dimostrare come il suo autore, al di fuori del “contesto trap” sia ancora uno dei migliori presenti sulla scena: “Fai uno screeshot al dolore e pensi di assorbirlo, col mio status di finzione in funzione di algoritmo”; o ancora “Sono perso nel mio film, le emozioni le spengo come un plugin, E strapperò la mia epidermide Finchè i pixel non diventeranno cellule”.  Un brano di denuncia sociale, dove il buon vecchio “Nitro” ci ricorda che siamo diventati schiavi della tecnologia, tanto che le emozioni stanno passo dopo passo, scomparendo. Tutto ciò che c’è di buono in questo disco, è in quel poco “ritorno al passato” che possiamo trovare in “GarbAge”.

Il problema sta nel mezzo

Il problema di “GarbAge”, sostanzialmente sta nel mezzo. Se infatti il disco si apre e chiude alla grande, nel mezzo c’è davvero poca roba. “Rap shit” insieme a Gemitaiz e Tha Supreme è un banale pezzo trap che i più giovani potranno sicuramente adorare; così come “Come non detto” assieme a Dani Faiv, ma rimangono brani “non da Nitro”. Il “Machete Mixtape Vol.4” ci aveva sicuramente avvertiti di quello che sarebbe successo, ovvero che dopo Salmo, anche Nitro si sarebbe convertito, ma proprio nell’ultimo mixtape della Machete, era proprio lui l’unico in grado di risollevare il livello di un lavoro davvero scarno. La stessa cosa non è riuscita a fare con il suo ultimo album. Non riesce a lasciare il segno nemmeno “Avvoltoi”, registrata assieme a un certo Fabri Fibra. Dopo un ascolto più attento, “GarbAge” scivola via, senza lasciare nulla. E questa, considerando che stiamo parlando di “Nitro”, è davvero una notizia: “Danger” e “Suicidol” sono lavori in grado di scavarti nell’io interiore; questa volta invece, lo psicologo ha optato per un cambiamento che sicuramente lo porterà in cima alle classifiche, ma a caro prezzo, perdendo i fan di vecchia data.

 

Fonte immagine: hano.it

 

Nato ad Alatri il 23/03/1997, attualmente collabora per numerose testate giornalistiche sportive. Raccontare di calcio però, non è il suo unico hobby (fortunatamente). C'è spazio anche per i libri, la musica e i videogiochi.

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