Recensione Album

Gemitaiz & Madman, Scatola Nera: la RECENSIONE traccia per traccia

Gemitaiz & Madman tornano insieme cinque anni dopo Kepler: andiamo ad analizzare il nuovo album “Scatola Nera” traccia per traccia

Si intitola Scatola Nera il nuovo album di Gemitaiz & Madman, il duo rap italiano famoso per successi come Kepler, Haterproof e Detto Fatto. Dopo ben cinque anni passati a lavorare sulle rispettive carriere da solisti, con “Nonostante Tutto” e “Davide” per Gemitaiz e “Doppelganger” e “Back Home” per Madman, il duo ha deciso di rincontrarsi a metà strada per la realizzazione di un nuovo, ambizioso progetto di collaborazione.

Durante un’intervista rilasciata per Radio 105,  i due hanno parlato dell’idea dietro l’album, dichiarando:

Abbiamo sentito l’esigenza di fare delle canzoni che fossero tali a tutti gli effetti, che potessero piacere a tutti, di non fare un disco rap classico. Crediamo di esserci riusciti, abbiamo chiamato degli artisti eclettici. Volevamo una cosa trasversale, lasciando le nostre strofe e le nostre rime“.

L’album presenta featuring con artisti del calibro di Gue Pequeno, ancora fresco dal suo nuovo EP Gelida Estate, Marracash, Salmo, il vincitore di San Remo Mahmood, il produttore Tha Supreme, Venerus, Giorgia e Priestess. Non figurano collaborazioni con il rapper milanese Fabri Fibra e il cantautore romano Coez, solitamente molto presenti nei lavori del duo.

Fuori e Dentro (feat. Tha Supreme) (2:50). L’album si apre con una collaborazione con il beatmaker/rapper Tha Supreme, da qualche mese ormai nel suo miglior periodo di forma. Il pezzo è un buon esercizio di stile, ottimo il ritornello e buone le strofe dei due rapper. La traccia suona come un classico pezzo rap, non mostrando quella “trasversalità” tanto ambita dai due artisti, ma rimane ugualmente godibile. Ottimo il beat di Polezsky e Kang Brulèe.

Esagono (feat. Salmo) (3:06). Secondo pezzo con tanto di autocelebrazione, anche questo suona come un classico pezzo rap e presenta l’ottima collaborazione di Salmo. A differenza dei protagonisti dell’album, il rapper sardo affronta qualche tema più serio e approfitta del suo spazio per parlare di immigrazione clandestina e terrapiattismo. Per quanto riguarda il beat, spiccano i soliti suoni di PK.

Karate (feat. Mahmood) (2:56). La traccia numero 3 è dedicata ad una donna e presenta un ritornello curato dal vincitore di San Remo, Mahmood. Sebbene Madman riesca a mettere una pezza alla banalità del testo con qualche interessante analogia: “Mi manchi perché sono super tutte le tue curve/Sai che la mia schiena è la tua tela, affilaci le unghie“, a non funzionare rimane il sound, figlio di una produzione di Ombra, Polezsky e Kang Brulèe decisamente piatta.

Come Me (3:14). La traccia, omonima a quella presente in Quello Che Vi Consiglio Vol.2 mira a spiegare la difficoltà dell’essere artista e suona simile a “Drama” di Kepler, specie nei suoni di Madman. Il disagio di chi vive d’arte è un tema ricorrente nei testi di Gemitaiz da ormai diversi anni, e torna qui con forza sull’originale base di PK e Mixer T. Come Me è un pezzo intrigante ma dimenticabile, vittima di un ritornello banale e di due strofe meno ispirate di quelle dei grandi classici di qualche anno fa.

Californication (3:06). Californication è stata scritta dal duo durante un viaggio a Los Angeles, e richiama di conseguenza l’immaginario americano, con tanto di palme, autostrade e panorami mozzafiato. La traccia è stata descritta da Gemitaiz come “uno spaccato preciso della nostra esperienza a Los Angeles. Nelle strofe ci sono delle immagini ben precise che sono esattamente quello che abbiamo vissuto. […] Siamo stati tutto il tempo chiusi dentro casa ma allo stesso tempo quando uscivamo da lì era tutto così gigante“. Il pezzo continua a dire poco, ma risulta ugualmente godibile. Buona la base di PK e Mixer T.

Fiori (feat. Marracash & Gue Pequeno) (3:02). Fiori chiude la prima metà dell’album e lo fa in grande stile, con due rapper del calibro di Marracash & Gue Pequeno. Il flow di Gemitaiz & Madman rende la traccia scorribile, ma la vere star del pezzo sembrano essere i due ospiti, che dimostrano ancora una volte il motivo per cui “Santeria” fu un successo così impressionante. Il ritornello, probabilmente il peggiore mai concepito da Madman, rimane l’unica nota negativa del pezzo.

¥€$ (2:19). Yen, euro e dollari apre la seconda metà dell’album e lo fa con un super beat di Ombra. Gemitaiz apre la sua strofa con aggressività “Frate spacco, c’ero da quando non c’era un cazzo/E qua con me non c’eri tu che non hai fatto un cazzo” e risulta molto più ispirato del suo partner.

Che Ore Sono (feat. Venerus) (3:29). Dopo il successo riscosso con Senza di Me, Venerus torna per una nuova collaborazione in Scatola Nera. Il pezzo non funziona mai, colpa di un beat di Ombra davvero poco  ispirato e di due strofe banali e leggere. Che Ore Sono sembra rispecchiare in pieno il concetto di musica “trasversale” ma non riesce mai a rapire l’ascoltatore.

Scatola Nera (feat. Giorgia) (3:21).Ho scritto un altro pezzo triste“, così Gemitaiz apre la titletrack di Scatola Nera. Sulla collaborazione con Giorgia, purtroppo poco sfruttata, il duo ha dichiarato: “Non abbiamo avuto necessità di convincerla. La traccia c’era già, gliel’abbiamo proposta e lei non ci ha pensato due volte“. Forse il più grande problema rimane questo, il fatto che la cantautrice non abbia partecipato alla costruzione del pezzo (o per lo meno che non ne abbia completamente compreso l’essenza) ma che si sia invece, semplicemente, ritrovata a recitare delle parole scritte su un pezzo di carta. Scatola Nera suona come un’occasione sprecata, una traccia destinata a spegnersi senza aver prima raccolto il successo desiderato.

Un’Altra Notte (feat. Priestess) (3:26). Priestess piace particolarmente al duo, lo dimostra il fatto che sia l’artista femminile con cui hanno collaborato più spesso. La giovane rapper si limita comunque a recitare un altro ritornello poco ispirato, seguendo la scia dei pezzi precedenti. La traccia viene salvata in parte da una buona strofa di Gemitaiz.

Tutto Ok (3:39). Tutto Ok suona come un vecchio pezzo del duo, ed è per questo che funziona. La strofa di Gemitaiz è molto personale, parla delle difficoltà incontrate nella vita di tutti i giorni, dei rimpianti, della depressione e della solitudine. Il ritornello rappresenta un break, una sorta di accettazione: “Si forse sto male ma è tutto ok“. Madman rientra in quello che è uno dei suoi maggiori campi di forza, e rappa una strofa introspettiva decisamente ispirata. Se non a livello di sound, Tutto Ok rimane il miglior pezzo sul fronte dei testi.

Veleno 7 (2:54). Veleno 7 è semplicemente Veleno, con tutti i pro e i contro della questione. La traccia è autocelebrazione, extrabeat e incastri. Se si considera la traccia tenendo conto di queste caratteristiche Veleno 7 rimane un vero e proprio gioiello, mentre la situazione cambia nel caso in cui, dopo sei tracce, ci si aspetti un briciolo di originalità in più. Rimane comunque uno dei migliori pezzi dell’album.

Giudizio Finale: Scatola Nera è un album “trasversale” che suona come un semplice album rap, pieno di artisti “eclettici” che sembrano invece molto vicini allo stile del duo. L’album si presenta come ambizioso ma non rischia mai, tranne in due pezzi che suonano davvero troppo poco ispirati. Scatola Nera è dunque, a conti fatti, un passo indietro rispetto a Kepler e due passi indietro rispetto a Davide e Doppelganger, i migliori lavori di Gemitaiz & Madman. Un peccato.

Voto Finale:

Alessandro Digioia

26, studente universitario presso il Campus Luigi Einaudi di Torino. Scrivo occasionalmente di sport, cinema, videogiochi, musica e attualità.

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Alessandro Digioia

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