I Subsonica live? Il miglior spettacolo a cui assistere in Italia | RECENSIONE
I Subsonica sono la migliore live band italiana. Non è una novità ma questo tour lo ha ribadito ancora una volta.
Il tour dei Subsonica si è concluso due giorni fa. Per scrivere qualcosa di razionale e oggettivo servirebbe più di 48 ore. Sì perché è quasi impossibile immagazzinare e fare tesoro di tutto quello che il live dei Subsonica dona. Si tratta di un vero e proprio regalo che la band fa al suo pubblico.
Il tour è iniziato il 9 febbraio ad Ancona e si è concluso sabato 23 a Firenze. I Subsonica hanno concentrato in solo due settimane, anni di lavoro e lo hanno fatto alla grande. Il tour promozionale di “8”, è stato il tour del ritorno. Così tanto atteso ma anche temuto da parte dei fan che avevano paura di non ritrovare più quei Subsonica lasciati 4 anni prima con “Una nave in una foresta”. Invece, con molta sorpresa e un po’ di speranza, i Subsonica sono tornati e meglio di prima. Forse questi anni di distacco e di progetti solisti hanno giovato alla coesione della band. Ne avevamo avuto il sentore già al primo ascolto di “8”, che si è dimostrato essere un album complesso e fortemente attuale, in pieno stile Subsonica. Ma la conferma è arrivata con l’ascolto live dei nuovi pezzi che sono stati sapientemente miscelati con le grandi hit che hanno fatto la storia dei Subsonica.
Chi li segue da anni sa che la dimensione del live è quella che li è più congeniale. I Subsonica d’altronde non l’hanno mai negato: loro fanno i dischi per poterli suonare live. Non potrebbe essere altrimenti.
Il palco dell’8 Tour
Bene, in questo tour del ritorno, i Subsonica hanno dimostrato di essere pronti a suonare insieme. Questa coesione si dimostra immediatamente guardando il palco: una lunga striscia di pedane posizionate allo stesso livello. Non ci sono più quelle separazioni che posizionano la parte ritmica in secondo piano ma vi è un palco unitario, tenuto insieme da dieci grandi schermi che sovrastano le teste dei cinque Subsonica. Questi schermi si dimostrano essere l’elemento che di fatto mancava fino ad ora. Ognuno di essi inquadra un componente della band e vedere, per la prima volta, l’espressione di Ninja alla batteria o i sorrisi sornioni di Boosta alla tastiera, crea un livello di intimità e partecipazione con il musicista che mai si era avuto.
Forse l’intento dei Subsonica è proprio quello di avvicinarsi ancor di più al pubblico, di far capire che ci sono, sono presenti e sono felici. Sembrano dire: “Guardate da vicino le nostre espressioni, guardate come siamo felici”. La sensazione comune infatti è proprio quella di una gioia contagiosa. Chi è sul palco lo sa e chi è sotto, non può fare a meno di guardare il vicino, scambiarsi sguardi di complicità e mostrare il proprio sorriso in direzione di Samuel, Max, Boosta, Vicio e Ninja.
La scaletta
La scaletta di questo 8 tour rasenta la perfezione. I Subsonica sono riusciti a mettere in piedi uno spettacolo di due ore e mezza di pura adrenalina. Con una sapienza che appartiene a chi questo mestiere lo fa da anni e lo fa con dedizione, i pezzi nuovi sono perfettamente integrati con quelli che portano sulle loro spalle già vent’anni di storia. I brani lenti sono pochi e intimi e tra di loro spicca “Le onde”, un brano dedicato al produttore amico dei Subsonica, scomparso da poco, Carlo Rossi. A prevalere sono quelle canzoni che tolgono il fiato, letteralmente. Non vi è tempo per capire esattamente cosa stia succedendo. Si è catapultati in un vortice di beat che toglie il fiato. La sequenza “Glaciazione – Nuvole Rapide – Veleno – Aurora sogna” né è l’esempio più eclatante. I Subsonica sembrano allenati per affrontare cotanta potenza e si aspettano dal pubblico la stessa forza. Nella data romana, Samuel è sembrato sorpreso dell’allenamento del pubblico, che sin dalla prima canzone, non si è minimante risparmiato.
Proprio lui, Samuel il frontman, quello del salto e del doppio microfono, in questo tour sembra essere in una forma smagliante. Corre da una parte all’altra del palco, si fa imbracare e vola su uno schermo per cantare “Respirare” da una dimensione privilegiata.
Subsonica 5 + 1
A catturare l’attenzione però non è solo il cantante perché i Subsonica non sono una band in cui i componenti vivono all’ombra del carisma del frontman. No, i Subsonica sono cinque artisti indipendenti che insieme danno vita ad un’entità superiore. In questo tour è stato evidente più che mai. Boosta è diventato tutt’uno con la molla della sua tastiera, Ninja e la sua batteria hanno qualcosa di fortemente magnetico, Vicio è stato libero di muoversi sul palco a forza di sorrisi e il mitico Max non si è risparmiato a suon di balletti. Ma in questo 8 Tour i Subsonica sono stati accompagnati dal sesto elemento: Willie Peyote. In tutte le date, il rapper torinese, ha eseguito “L’incubo”, una sua canzone “I cani” e un pezzo del primo album dei Subsonica, “Radioestensioni”, per il quale ha scritto un pezzo rappato.
La sintonia che si è istaurata tra la band e Willie Peyote è stata sicuramente il surplus di questo tour. Un altro elemento da non trascurare però è il pubblico dei Subsonica. Sì, perché Max ci ha tenuto a ringraziare quei fan che li seguono da sempre e che hanno creduto in loro anche quando sembrava non esserci un domani, quelle persone che durante il live danno tutto, consapevoli del dono che stato ricevendo. Avere l’appoggio del pubblico e riuscire a creare un’atmosfera di profonda intesa, non deve essere qualcosa di scontato. I Subsonica ne sono consapevoli e ringraziano affinché ciò resti immutato per sempre.
Il legame che i Subsonica sono riusciti ad instaurare con il loro pubblico trasforma il live in una festa che non ha eguali. Un grandioso spettacolo che riempie i cuori di gioia e stanca le gambe fino allo strenuo. Ora si va in pausa, si ricaricano le batterie e ci si dà appuntamento a quest’estate, pronti per un altro imperdibile tour.