Ormai è da qualche tempo che si parla del nuovo film di Christopher Nolan, Tenet. Questa pellicola sembrerebbe raccontare di un’epopea d’azione che ruota attorno allo spionaggio internazionale, ai viaggi nel tempo e all’evoluzione. Entertainment Weekly si è interamente dedicato ad intervistare Nolan e il cast per scoprire qualche dettaglio sul più misterioso progetto
Tenet. Le ambientazioni
La prima cosa essenziale da dire è che Christopher Nolan ha deciso di non servirsi di greenscreen in questo suo progetto, così da avere meno effetti speciali e digitali, mai amati dal regista. Questo per dare un senso più realistico al film. In pieno deserto, lontano da Palm Springs, sembra essere una delle ambientazione reali dove Nolan ha deciso di girare alcune scene. Qui in particolare, viene ricostruita una città abbandonata e distrutta. Alla quale si aggiungono comparse con divise mimetiche.
Non a caso la testata rivela che l’intervista è partita in un’area a circa centosessanta chilometri da Palm Springs, dove in pieno deserto era stata ricostruita una gigantesca città solitaria e in rovina, riempita di comparse con divise mimetiche. Al centro della scena abbiamo due dei protagonisti, John David Washington e Aaron Taylor-Johnson. Quest’ultimi stanno correndo in auto all’impazzata perché inseguiti da un mezzo corazzato guidato da Robert Pattinson, altro protagonista. Nel film sono stati visitati molti luoghi intorno al mondo. In questo caso gli attori sono stati per davvero in Estonia, India, Danimarca, Norvegia, Inghilterra e anche nella nostra amata Italia.
Tenet. Il plot
A detta di Kenneth Branagh sembrerebbe che Christopher Nolan abbia lavorato sulla sceneggiatura per cinque/sei anni. Definendo la trama:
”Una spy story che ha a che fare con una minaccia mondiale. Un’apocalisse nucleare non è la cosa peggiore che possa capitare all’umanità, Tenet ne svela una anche peggiore e prosegue la visione del tempo vista da Nolan nei suoi film precedenti, da Memento a Inception a Interstellar.”
Questo probabilmente perché Nolan ci tiene a specificare che non si tratta di una una storia su un viaggio nel tempo. La spiegazione del regista stesso:
”Il film ha a che fare sui modi diversi in cui il tempo può funzionare. Non voglio fare una lezione di fisica, ma raccontare di materiali che hanno la loro entropia invertita per cui viaggiano all’indietro nel tempo rispetto a noi.”
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