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La recensione di Call Of Duty: Warzone

La recensione di Call Of Duty: Warzone

Nella serata di martedì dieci marzo, Activion è uscita con un nuovo corposo contenuto per il suo titolo “Call Of Duty Modern Warfare”: stiamo parlando della modalità gratuita chiamata “Warzone”, un vero e proprio “battle-royal” sulla falsariga dei titoli che negli ultimi tre anni si sono guadagnati il monopolio degli sparatutto online. “Warzone” però non è l’ennesima copia. Certo, prende in prestito qualcosa dai suoi rivali, ma servendo sul piatto anche qualche interessante novità. Di seguito la recensione di “Call Of Duty: Warzone”.

Combattere per la libertà

Per chi è già in possesso di “Call Of Duty: Modern Warfare”, per lanciarsi sul campo di battaglia basteranno 16 GB di update; per i nuovi utenti che invece scaricheranno solamente “Call Of Duty: Warzone” dai vari store (in maniera totalmente gratuita) serviranno qualcosa come 99 GB. L’attesa però è ampiamente ripagata: una volta avviata la prima partita infatti, è difficile non rendersi conto di essere davanti a uno dei migliori titoli gratuiti degli ultimi anni. La portata principale offerta dagli sviluppatori di Infinity Ward rimane la vera e propria “battle royale”, la classica modalità dove 150 giocatori si danno battaglia finchè non rimarrà in piedi solamente un giocatore (o il suo team), ma sul piatto c’è anche “Malloppo”, dove per vincere bisognerà raccogliere più denaro degli avversari. Insomma, per essere un titolo completamente gratuito, c’è fin troppa scelta a cui attingere. Tuffandosi nella modalità principale, gli elementi che “puzzano di già visto” sono davvero tanti. Sono presenti infatti tutte le dinamiche di gioco che abbiamo già visto altrove, sopratutto in titoli come Fortnite e Apex, ma fortunatamente, ci sono anche delle innovazioni.

Il gulag

Su tutte, la più sostanziosa è il cosidetto “Gulag”, dove i giocatori verranno trasferiti dopo essere morti in battaglia; qui gli verrà offerta una seconda possibilità tramite uno scontro “uno contro uno”, con il vincitore che tornerà in battaglia per una seconda possibilità. Oltre a fornire una seconda possibilità ai giocatori, il sistema è anche ben bilanciato: nelle prime fasi di gioco infatti, nel gulag tenderanno a sfidarsi i giocatori più neofiti, mentre nelle fasi finali della partita, il cosidetto “end game”, il livello sarà sicuramente più alto.

Tante scelte

Ci vogliono una decina di partite prima di capire con assoluta certezza che Call Of Duty: Warzone offre ai propri giocatori una marea di alternative su come affrontare lo scontro con gli avversari. Dal contatto a viso aperto, fino all’uso di aerei, jeep e quad, in battaglia le soluzioni sono rese davvero infinite dalla moltiplicità di elementi utilizzabili. Se siete quei tipi di giocatori che amano colpire dalle lunghe distanze, saper utilizzare in maniera appropiata un buon fucile di precisione può portare notevoli soddisfazioni; cosi come affrontare nella maniera giusta i nemici a viso aperto e negli spazi stretti può tirarvi fuori da situazioni delicate. Insomma, in Call Of Duty: Warzone non esistono strategie giuste e strategie sbagliate: esistono solamente tante strategie; sta poi ai giocatori provarle tutte e usarle nella migliore e soprattuto al momento giusto.

Qualcosa di personale

Un altro elemento che differenzia l’ultima fatica di Activision dai titoli “battle royale” già presenti sul mercato è il sistema delle classi, con tanto di relative abilità. Se infatti su Fortnite e Apex il giocatore è chiamato per tutta la partita a raccogliere ciò che riesce a trovare sulla mappa di gioco, tramite casse di equipagiamento e “loot” (equipaggiamento) sparso in maniera casuale, su Call Of Duty nel corso della partita si potranno raccogliere delle casse che consentono di usufruire delle proprie classi personali, preparate ad hoc prima dell’inizio della battaglia. In questo modo i giocatori potranno portarsi dietro armi personalizzate fin nel dettaglio (ogni arma può montare ben cinque accessori a libera scelta). Senza contare poi le famose abilità: divise in tre categorie, conferiscono dei vantaggi extra che nel cosidetto “end game” possono risultare decisivi. La più utilizzata ad esempio è “tracciante”, abilità che ci permette di vedere i passi dei nemici grazie a delle scie che quest’ultimi lasceranno sul terreno.

I difetti

Se fino a qualche anno fa i titoli “free” erano esentati dai fin palesi difetti per via della retorica “tanto è gratis, che pretendevi?”, Fortnite ha avuto l’onore – e gli onori – di aver alzato l’asticella dei titoli gratuiti, migliorandosi sempre di più aggiornamento dopo aggiornamento, costringendo i suoi rivali a fare altrettanto. Il succo infatti è proprio questo: i difetti non possono più mascherarsi dietro l’etichetta “gratuito”, e questo titolo ne presenta più di qualcuno. Certo, stiamo parlando di errori marginali, ma che se sommati l’un l’altro, vanno a minare l’esperienza di gioco, rendendola alcune volte, perfino sgradevole. Quando infatti vi ritroverete ad esser buttati fuori dal server di gioco nel bel mezzo di una partita; quando la visuale inizierà a farsi completamente nera nel bel mezzo di uno scontro, ecco che butterete giù qualche imprecazione.

Giudizio finale

A conti fatti, Call Of Duty: Warzone è un titolo davvero consigliabile, sicuramente da provare, e non solo per il prezzo. Il nuovo battle royale infatti, è riuscito nell’intento di portare una bella ventata d’aria fresca in un mondo finora dominato da un colosso come Fortnite. Ovviamente il gioco offre il meglio di se solo se giocato in compagnia con qualche amico (finora fino al massimo di tre, ma si arriverà presto a quattro), sempre che riusciate a sorvolare sui tanti problemi che speriamo vengano risolti con i futuri aggiornamenti.

 

Fonte immagine: prodigygamers.com

 

 

 

Matteo Paniccia

Nato ad Alatri il 23/03/1997, attualmente collabora per numerose testate giornalistiche sportive. Raccontare di calcio però, non è il suo unico hobby (fortunatamente). C'è spazio anche per i libri, la musica e i videogiochi.

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