Una delle più belle stagioni di American Horror Story torna al centro dell’attenzione, arrivando addirittura in tribunale. La Murder House entra in tribunale, sconfinando dalla fantasia alla realtà.
Non capita così di rado che ciò che accade in una serie televisiva abbia ripercussioni sulla realtà, anzi. Attori che vengono minacciati o adorati per azioni compiute dai loro personaggi, luoghi che si trasformano in vere e proprie mete di pellegrinaggio, look ricreati nei dettagli, e figli a cui vengono dati i nomi di personaggi di fantasia. A volte, però, può succedere che ignari cittadini entrino a contatto, senza volere, con questo tipo di dinamiche. Ed è quello che è successo ai nuovi proprietari della Murder House.
La Murder House di American Horror Story
Murder House in tribunale
Come riporta il magazine The Wrap, la Murder House protagonista della prima stagione di American Horror Story è al centro di una diatriba legale, disputata tra i nuovi proprietari, i vecchi e l’agenzia immobiliare mediatrice tra i due. Quando il Dr. von Shwarz e Angela Oakenfold hanno acquistato la loro nuova casa nel 2015 non erano a conoscenza che quella fosse la Murder House, resa celebre dalla serie antologica di Ryan Murphy. I due si sono trovati letteralmente invasi dai fan della serie, che hanno più e più volte invaso la proprietà privata e la loro privacy, provocando anche danni alla Murder House. Come infatti ha dichiarato il legale di fronte alla Corte Suprema:
“Unbeknownst to the plaintiffs, and not disclosed by Defendants, hundreds of fans of the TV show would come to the property, trespass, attempt to break in, and created a significant nuisance not only for the Seller, but for the neighbors as well”
La coppia ha infatti portato la precedente proprietaria e l’agenza immobiliare in tribunale, chiedendo un risarcimento di 3 milioni di dollari, quasi il prezzo totale pagato al momento dell’acquisto della Murder House.
Altre “Murder House”
Murder House come Breaking Bad
La vicenda sembra molto simile ad altre situazioni recentemente accadute, come la nostrana Rosy Abate, della quale il fittizio numero telefonico nella serie ha messo KO il telefono di una coppia, a causa delle continue chiamate dei fan, sfociate anche in aggressioni verbali o consigli al personaggio. Più emblematica la storia che ruota intorno al tetto e alla pizza in Breaking Bad: il proprietario dell’abitazione dichiarò infatti di essere arrivato allo sfinimento per colpa dei fan che tentavano di imitare Walter White nel lancio della margherita. La vicenda della Murder House, così come questi altri esempi, portano a riflettere sui confini tra realtà e finzione che, in un contesto sempre più transmediale e inglobante, risultano sempre meno marcati (almeno per i fan)!
Toscana trapiantata a Roma, dopo un percorso in organizzazione e comunicazione di eventi culturali, mi sono laureata in Media Studies presso l'Università "La Sapienza" di Roma. Classe 1993, ho una grande passione verso il mondo dell'entertainment! Da "Kebab for Breakfast" a "Westworld", da "Cloud Atlas" a "Bastardi Senza Gloria", da "Le situazioni di Lui e Lei" a "One Piece", la produzione culturale mi ha accompagnata per tutta la vita, ed ora ho quindi deciso di scriverne e parlarne su Gogo Magazine!