La serie Netflix Chiamatemi Anna ha segnato il grande ritorno di un personaggio indimenticabile come Anna dai capelli rossi. Il prossimo 6 luglio uscirà la seconda stagione, ecco 5 motivi per guardarla.
Nell’ultimo periodo stiamo assistendo in un certo senso a una rivoluzione culturale portata avanti dalle donne in tutti gli ambiti della società. Quest’ondata di cambiamento e consapevolezza ha risvegliato un senso critico più attento anche nei confronti dei personaggi femminili nelle opere di finzione, così ogni figura viene scandagliata e osservata secondo nuovi parametri. Ed ecco che più di una voce si è schierata contro un film di culto come Il favoloso mondo di Améliè di Jean-Pierre Jeunet accusandolo di aver persino fatto più danni della bomba atomica, come ha dichiarato la fumettista esordiente Nova in un’intervista rilasciata a D – laRepubblica, poiché la protagonista sembra segnare un passo indietro nei confronti dell’emancipazione femminile. Sicuramente quest’accusa non può essere lanciata contro il dirompente ritorno sugli schermi dell’orfana Anne Shirley protagonista della serie Netflix Chiamatemi Anna (Anne With An “E” in originale) scritta dalla sceneggiatrice di Breaking Bad, Moira Walley-Beckett. Ecco 5 motivi per guardarla.
1) La sigla con Amybeth McNulty
Potrebbe sembrare un elemento secondario, ma una buona sigla può rendere più accattivante un’intera serie. In questo caso si tratta di un’opera a sé stante, una commistione di arte, grafica e simbolismo. È costituita, infatti, da otto dipinti realizzati per l’occasione dall’artista Brad Kunkle ed è stata creata da Imaginary Forces, lo studio di produzione che ha ideato l’iconica sigla di Stranger Things. L’alternarsi delle stagioni simboleggia il percorso emotivo di Anne, dal periodo più triste della sua prima infanzia fino ai momenti più felici nella sua nuova casa a Green Gables.
2) Amybeth McNulty
Scelta tra più di 1.800 candidate, la giovanissima attrice canadese di origini irlandesi Amybeth McNulty sembra essere nata per questo ruolo per il quale ha ricevuto una nomination come Migliore attrice protagonista in una serie tv drammatica ai Canadian Screen Awards. Incarna alla perfezione lo spirito sensibile di Anne, una ragazzina fragile ma anche straordinariamente coraggiosa, determinata e saggia.
3) La rivalsa di Anne With An “E”, Chiamatemi Anna
Quella di Anne è fondamentalmente una storia di rivalsa in cui ogni spettatore può immedesimarsi. La rivincita di una ragazzina apparentemente debole, svantaggiata e dall’aspetto non convenzionale che riesce a integrarsi e a farsi amare in un ambiente nuovo e inizialmente ostile grazie al suo animo buono e alla sua intelligenza fuori dal comune.
4) L’impronta femminista di Moira Walley-Beckett
La sceneggiatrice Moira Walley-Beckett è riuscita a rendere i personaggi del classico della letteratura scritto nel 1908 da Lucy Maud Montgomery meno romanzeschi e ha introdotto temi attuali come il bullismo, l’isolamento, ma soprattutto ha reso Anne un personaggio femminile forte che si interroga sul ruolo della donna e che crede nelle proprie risorse e potenzialità.
5) L’ambientazione rigorosa di Chiamatemi Anna
La sceneggiatrice, inoltre, ha scelto di raccontare la storia con assoluto realismo anche dal punto di vista dell’ambientazione, per ricalcare il più fedelmente possibile il modo di vivere in una piccola regione del Canada nel 1890. Per questo motivo è abolito ogni tipo di manierismo e ricercatezza nei costumi e nelle location, una scelta in chiara antitesi con la miniserie televisiva del 1985, Anne of Green Gables.