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Chicago Fire 7×01: Recensione – Un ultimo addio, un nuovo inizio

Chicago Fire è finalmente tornato, con una première che sembra ricalcare quella della terza stagione, in cui un addio catartico ha dato vita a un nuovo inizio, un nuovo capitolo per la serie. Caratterizzato da sensazioni dolceamare, Chicago Fire affronta con coraggio un abbandono che rischia di definire il futuro dello show e porta in scena il primo episodio della settima stagione con un’atmosfera di familiare e nostalgica novità.

È stato giusto, nonostante tutto, è stato giusto. Chicago Fire ha inaugurato la sua settima stagione con un episodio diverso, nostalgico, d’assestamento in seguito a un cambiamento che ha scosso pesantemente gli equilibri dello show. Affidandoci alle parole di Kara Killmer, Chicago ha perso la sua “matriarca”, un personaggio che nel bene e nel male, tra amore e odio, ha definito e caratterizzato la quotidianità della caserma 51 di Chicago Fire fin dal principio, affermandosi come un punto di riferimento imprescindibile non solo per la sua stessa serie ma in fondo anche per l’intera realtà One Chicago, avendo infatti facile accesso sia in Chicago PD, grazie al legame con Antonio, che in Chicago Med a causa del suo lavoro da paramedico.

Inaspettatamente, la première della settima stagione di Chicago Fire ha portato in scena il vero addio di Gabriela Dawson, la cui interprete Monica Raymund ha acconsentito alla supplichevole richiesta dello showrunner Derek Haas di tornare nella serie per un ultimo atto, almeno per concedere alla sua storia con Matt Casey la chiusura che la relazione più duratura dell’universo One Chicago meritava, in seguito a un finale di stagione di Chicago Fire lasciato in balia di un cliffhanger nonostante le intenzioni dell’attrice fossero state chiare fin dal principio.

Gabriela Dawson rappresenta dunque in questa première “la fine in un inizio”, ciò che per lei diventa un addio, per Chicago Fire si trasforma obbligatoriamente in un nuovo inizio perché con Gabby Dawson va via una parte indispensabile dello show e vanno via rapporti che esulavano la relazione sentimentale con Casey e si definivano in legami familiari, come la partnership ormai quasi fraterna con Sylvie Brett, la sintonia sempre costante con Stella Kidd, il tacito accordo di vegliare l’uno sull’altra che condivideva con Kelly Severide soprattutto dopo la scomparsa di Leslie Shay e l’affetto incondizionato che la legava a Christopher Herrmann e all’intera caserma 51. Chicago Fire affronta in questa première il suo addio più pesante finora e prova a ripartire restando fedele allo spirito più autentico della serie e a ciò che quella caserma ha sempre significato per una città che ha ancora bisogno di essere salvata.

Gabriela Dawson dal suo canto lascia la storia da protagonista, rimanendo essenzialmente se stessa, riaffermandosi in tutti quegli aspetti della sua personalità che non ha mai tradito, in tutto il suo straordinario viaggio in Chicago Fire. Tante volte la si è tacciata di egoismo e forse succederà ancora, ma in fondo Gabby va via da Chicago per portare la sua genuina passione e la sua generosità senza riserve in un posto in cui c’è più bisogno di lei, un posto in cui lei per prima sembra aver ritrovato se stessa, perché se c’è un lato di questo personaggio che Chicago Fire ci ha mostrato fin dall’inizio è l’impossibilità di tenere a bada uno spirito ribelle come quello di Gabriela Dawson. Con la speranza, di Derek Haas in primis, di riportare a casa un giorno questa colonna portante della serie, Chicago Fire fa scendere il sipario sull’eroismo di Gabriela Dawson, lasciando sempre aperto uno spiraglio per il futuro ma ritornando a vivere oltre il suo addio.

Chicago Fire 7×01: Bisogno di quotidianità

Le reazioni di Matt Casey e Sylvie Brett alla nuova quotidianità nella caserma 51 sono purtroppo le uniche che la première di Chicago Fire ci mostra senza mezzi termini, evidenziando quanto entrambi risultino profondamente segnati da questa mancanza, con Brett che quasi mette in fuga ogni possibile partner in ambulanza 61 e Casey che affronta una chiamata rischiosa in pieno stile “vecchio Severide, senza pensare troppo alle conseguenze e mettendo seriamente a rischio la sua incolumità, ponendo in questo modo anche ulteriore pressione sulla sua squadra costretta ad operare in una condizione di estrema angoscia.

È raro per Chicago Fire mostrare un momentaneo scambio di ruoli proprio tra Casey e Severide, con quest’ultimo che paradossalmente si ritrova ora a vivere (meritevolmente) quella condizione di equilibrio professionale e soprattutto sentimentale che a Casey è appena venuta meno, grazie forse in particolar modo alla presenza ormai costante di Stella Kidd nella sua vita, un personaggio che fin dal suo arrivo in Chicago Fire ha definito perfettamente la sua posizione nella storia ed è diventata in breve tempo una costante, soprattutto per Severide.

Ed è proprio Kelly in fondo a rimettere in prospettiva la condizione emotiva di Casey e a razionalizzare un cambiamento tanto sconvolgente per le dinamiche quotidiane della vita di Matt. E in realtà è proprio il bisogno di riabbracciare la propria quotidianità a rappresentare un po’ il leitmotiv di questo episodio di Chicago Fire, il bisogno di ricominciare da capo, come sono abituati a fare questi protagonisti dopo ogni caduta, il bisogno di ritrovarsi nella loro unità per far fronte a quelle difficoltà che devono ancora giungere e che in parte in realtà sono già arrivate.

La solarità dei rapporti fraterni che uniscono personaggi come Otis, Cruz, Mouch e Herrmann, la costante e adorabile competizione che caratterizza il legame tra Otis e Stella, sono tutti aspetti che permettono a questa première di Chicago Fire di ripartire, di superare una mancanza e di colmarla proprio con quello spirito di squadra che rende la caserma 51 una famiglia.

Chicago Fire 7×01: Per ogni nuovo alleato, esiste una nuova nemesi

La première della settima stagione di Chicago Fire imposta anche l’inizio del percorso delle due new entry precedentemente annunciate, che rappresentano in un certo senso due opposti primordiali: da una parte assistiamo infatti all’arrivo, in ritardo, di Emily Foster, nuovo paramedico dell’ambulanza 61 che entra nel team senza troppo clamore, prendendo familiarità lentamente con la posizione che si ritrova ad occupare e con la partner con cui dovrà condividerla; dall’altra parte invece Chicago Fire si ritrova a dover aprire le porte al vice commissario Jerry Gorsch, mandato alla caserma 51 direttamente dai piani più alti dell’amministrazione del dipartimento di vigili del fuoco di Chicago con il chiaro intento di imbrigliare il lavoro di Boden, nei cui confronti nutre un evidente senso di rivalsa.

Entrambe le new entry di Chicago Fire si mostrano senza particolari riserve, definendo in questo modo le loro posizioni nella storia, ma mentre di Emily abbiamo modo di scorgere anche un passato nel mondo della medicina che va ben oltre la preparazione da paramedico, di Gorsch si intuiscono facilmente i subdoli obiettivi alle dipendenze del nuovo capo del dipartimento Grissom, il cui potere appare sempre di più in ascesa.

Chicago Fire 7×01: Un diverso tipo di Addio

Uno dei momenti più commoventi di questa première di Chicago Fire è avvenuto nel momento in cui la serie ha reso omaggio all’attrice DuShon Monique Brown, indimenticabile interprete di Connie, scomparsa improvvisamente nel mese di Marzo. Chicago Fire ha scritto per lei un finale più ottimista, concedendo a Connie il lavoro dei suoi sogni ma lasciando i vigili del fuoco della caserma 51 e soprattutto i loro interpreti profondamente colpiti dalla mancata possibilità di dirle addio, nonostante il suo ricordo non abbandonerà mai nessuno di loro.

Chicago Fire ha inaugurato la sua settima stagione con una première che riconfermo dolceamara, in cui i protagonisti hanno avuto bisogno di adattarsi ai cambiamenti e di ristabilire gli equilibri persi. L’episodio ha presentato un ritmo sostenuto, senza particolari picchi di tensione e con brevi intermezzi adrenalinici, una condizione di “stallo” inevitabile per questa première che si concentra maggiormente sui personaggi rispetto alla storia. È presto per anticipare l’andamento della stagione ma Chicago Fire sembra intenzionato a non restare indietro.

Chicago Fire: A closer eye - 7x01
7 Reviewer
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Pro
L'episodio non tradisce l'anima della serie nonostante la rivoluzione interna. L'intensità della storia si avverte e arriva all'emotività di chi guarda. La première imposta bene le direttive che guideranno la stagione e l'atmosfera è come sempre accogliente e familiare.
Contro
Il ritmo dell'episodio è blando, forse troppo per una première. L'assenza di un personaggio principale come Gabriela Dawson sconvolge gli equilibri e costringe la serie ad aggiustare in fretta l'improvviso cambiamento. Servirà un sostituto all'altezza per colmare la lacuna.
Conclusioni
La première della settima stagione non eccelle né delude, permette ai protagonisti e agli spettatori di ambientarsi in un nuovo equilibrio ma sacrifica inevitabilmente il lato più adrenalinico della storia. Le intereferenze politiche negli affari della caserma 51 appaiono al momento ripetitive ma il nuovo paramedico presenta un potenziale tutto da scoprire.
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Rita Ricchiuti

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