Cuore pulsante della serie, rifugio sicuro per i suoi abitanti e centro nevralgico della città e della comunità di Chicago, la caserma 51 si staglia in ogni episodio di Chicago Fire come autentica protagonista e come tale a volte diventa il perno principale intorno a cui nascono e si sviluppano gli episodi. Queste sono quindi 3 scene da brividi che coinvolgono la caserma 51 di Chicago Fire.
Chicago Fire possiede una particolare qualità che non tutte le serie tv possono vantare, vale a dire i suoi protagonisti senza voce, quei personaggi i cui nomi non compaiono nel cast ma che sono ovunque e fanno sentire la loro presenza in ogni episodio e in ogni storia. La caserma 51 è uno di questi protagonisti senza voce di Chicago Fire, è la roccaforte della serie, custode di ogni sacrificio compiuto in nome di una missione quotidiana, rifugio di ogni eroe umano che dedica la sua vita a quel posto e a ciò che significa e che ad ogni chiamata, risponde con la consapevolezza di non poter più fare ritorno.
La Caserma 51 è l’anima più autentica di Chicago Fire e come tale ha dato vita ad alcuni dei momenti più emozionanti della serie. Queste sono quindi le 3 scene che ancora oggi danno i brividi e che coinvolgono l’imponente Caserma 51.
1. Chicago Fire 2×10 – Save 51
Nella seconda stagione di Chicago Fire, la caserma 51 diventa il capro espiatorio di un gioco di potere che coinvolgeva le più alte cariche politiche, immerse in uno squallido giro di soldi che non potrebbe essere più estraneo alla professione del vigile del fuoco e a ciò che questa significa per gli uomini della caserma 51. Nel mid-season finale della seconda stagione di Chicago Fire, Gail McLeod, incaricata di tagliare del 10% il budget statale destinato alle caserme dei pompieri, spinge al limite la sua crociata d’orgoglio personale contro il comandante Boden, scegliendo la caserma 51 come leva per dimostrare il suo potere, in un meschino “braccio di ferro” che mette gli uomini della 51 alle corde. Ma se c’è una lezione che Chicago Fire ha sempre insegnato nel corso della sua storia è che una città come Chicago, per quanto difficile e oscura possa apparire, tante volte è capace di restituire ciò che di buono le viene concesso.
Ed è proprio davanti allo sguardo infastidito della McLeod che fuori dalla caserma 51 prende vita improvvisamente una protesta pacifica guidata dalla comunità di Chicago per chiedere a gran voce la salvezza della caserma 51. Si tratta probabilmente di uno dei momenti più emozionanti dell’intera serie perché così come Chicago Fire in quanto serie e parte del franchising creato da Dick Wolf, rappresenta forse la realtà più luminosa di Chicago, allo stesso modo la caserma 51 è in realtà un simbolo di ciò che la professione del pompiere e di chi l’abbraccia con coraggio e dedizione significhino, è un porto sicuro, è un edificio imponente che prende posizione con speranza e ottimismo anche contro le negatività che la circondano. E in quel momento, sotto gli occhi commossi ed emozionati di tutti i protagonisti di Chicago Fire, alla caserma 51 viene restituita un po’ di quella speranza che di solito diffonde e viene restituita proprio da alcune di quelle vite che gli eroi della 51 hanno salvato.
2. Chicago Fire 2×13 – Black-out
Quando un’improvvisa e intensa oscurità scende sulla notte di Chicago, la città non è più un luogo sicuro. Dopo aver risposto a una chiamata rischiosa infatti, gli eroi della 51 assistono a un imponente black-out che avvolge parte di Chicago e purtroppo rischia di far uscire allo scoperto il lato peggiore della sua società. Ma è proprio nei momenti di maggiore oscurità che la caserma 51 di Chicago Fire brilla con maggiore potenza nella sua accecante umanità. Il comandante Boden apre le porte della caserma 51 per la notte a chiunque cerchi rifugio, senza distinzioni, senza condizioni, con la sola intenzione di offrire alla comunità un luogo sicuro in cui trovare accoglienza e supporto.
È in episodi come questo infatti che in Chicago Fire la caserma 51 diventa assoluta protagonista, si mostra esattamente nel suo aspetto primario, nella missione per cui è nata nel principio, ossia proteggere la propria comunità, affermarsi come un faro in grado di riportare a casa chiunque ne abbia bisogno. Il modo in cui gli stessi protagonisti di Chicago Fire vivono questa notte particolare è simbolico, perché si aggirano nella caserma come angeli custodi, perché vegliano su chiunque affidi loro la propria sicurezza, perché combattono se devono e si posizionano sempre in prima linea, a qualsiasi costo e per tutti coloro che cercano il loro sostegno.
3. Chicago Fire 5×16 – Si ricomincia
Il sedicesimo episodio della quinta stagione di Chicago Fire è uno dei più drammatici e carichi di tensione che la serie abbia mai portato in scena. Ambientato quasi totalmente in un luogo unico, ad aver bisogno dell’aiuto dei protagonisti questa volta è proprio la loro stessa casa, presa in ostaggio da una gang di Chicago in seguito a uno scontro a fuoco. L’importanza di questo episodio la si può riassumere facilmente nelle parole di Sylvie Brett, all’esterno della caserma, quando afferma di conoscere la 51 proprio come se fosse casa sua perché è questa la sensazione che aleggia su Chicago Fire in questo frangente, la sensazione di essere stati violati nel proprio rifugio sicuro, di essersi ritrovati in pericolo lì dove invece si sono sempre sentiti protetti.
La caserma 51 in ostaggio diventa inaspettatamente un “campo di battaglia” proprio per la conquista del controllo sull’edificio mentre i suoi eroi lottano senza riserve per riprendersi la propria casa. A colpire particolarmente in realtà è il momento finale di questo episodio di Chicago Fire, un momento in cui non servono parole, perché si ricomincia a respirare nuovamente, e dopo un breve sguardo d’intesa, i vigili del fuoco della 51 accettano ancora una volta la vita che hanno scelto al principio, abbracciano ogni rischio che questa continuerà a comportare e poi ritornano nella loro caserma, pronti per ripartire insieme, come sempre.
La Caserma 51 per Chicago Fire è più di un base stabile o di un punto di partenza, è l’emblema di ciò che resta in piedi anche quando tutto intorno sembra sul punto di crollare, è la speranza di poter ancora credere nell’umanità del prossimo.