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Chicago PD 6×04: Recensione – Fidati del poliziotto

Il quarto episodio di Chicago PD affronta attraverso le azioni, le speranze e le ambizioni di Kim Burgess un tema da non sottovalutare come il ruolo delle donne in una realtà prettamente maschile come quella della polizia. Tra promesse vuote e lealtà concreta, Kim comincia a vedere le trame politiche che si nascondono dietro gli alti ranghi di potere e capisce che forse non tutte le donne si guardano le spalle a vicenda.

Il tanto atteso focus di Chicago PD sul personaggio di Kim Burgess pone improvvisamente in un equilibrio instabile la sua posizione nell’Intelligence e nel dipartimento di polizia di Chicago. Colta alla sprovvista nelle sue segrete ambizioni e nel desiderio di eccellere nel suo lavoro, la richiesta di un favore personale finisce con l’intrappolare Kim Burgess in un vortice di bugie che rischia non solo di mettere in pericolo le indagini ma anche di macchiare la sua moralità.

In un episodio che vede sullo sfondo anche l’inizio di serie problematiche fisiche per Antonio, Chicago PD lascia il palcoscenico a Kim Burgess, alle persone che comprano la sua lealtà e a quelle che dimostrano di meritarla.

Chicago PD 6×04: Fumo negli occhi

È questa probabilmente la rappresentazione più realistica che si possa tracciare di Kim Burgess nel quarto episodio di Chicago PD. Per quanto auspicata e necessaria, la storia che riporta finalmente l’attenzione su Burgess rischia anche di mettere in pericolo il suo percorso in polizia, una carriera a tutti gli effetti più in salita di quanto possa apparire per un uomo ma a volte ostacolata anche dalle stesse decisioni di Kim.

Le scelte di Burgess in questo episodio di Chicago PD non sono neanche state dettate da una cieca ambizione o da un irrazionale desiderio di scalata professionale, anzi, fin dal principio Kim ha sempre dimostrato di valorizzare più gli affetti personali che la carriera (ha rifiutato il posto in Intelligence la prima volta per riparare la partnership con Roman in pattuglia e ha preso un periodo di pausa per restare accanto a sua sorella dopo la violenza), ciò che questa storia ha portato in scena è in realtà la necessità di una giovane donna come Kim di essere vista e considerata in una realtà ancora prettamente patriarcale.

La figura di Katherine Brennan ha rappresentato per Burgess in questo scenario di Chicago PD la concreta possibilità per una donna di emergere ed affermarsi nei gradi più alti della polizia, di raggiungere una posizione autorevole e un ruolo rispettabile e temuto al tempo stesso. Agli occhi di Kim quindi l’interessamento della Brennan nei suoi confronti è apparso inebriante, per il suo ego certo ma anche per le sue speranze, soprattutto in vista del concorso per diventare detective, ritrovandosi quindi in una condizione di velata insicurezza e ordinari timori che rendono “fertile” il terreno per una donna esperta come la Brennan per fare breccia nei favori di Burgess.

Nel corso dell’ultimo episodio di Chicago PD si può facilmente notare quanto la tradizionale razionalità di Kim lasci momentaneamente posto all’illusoria speranza che le intenzioni della Brennan fossero davvero rivolte alla promozione del suo futuro in polizia, accettando quello che in fondo appariva come un compromesso senza conseguenze e senza danni collaterali. Ma più le indagini proseguono, più si nota l’evoluzione di una storia che torna indietro e ricomincia dall’inizio solo per riportare Kim di fronte alle sue bugie e al dilemma che aveva abbracciato al principio.

In ben due occasioni però Burgess ha la possibilità di nascondere il suo errore e dimenticarlo nel passato per andare avanti e affrontare comunque un meritato successo ma così come a inizio episodio si legge chiaramente nel suo sguardo il desiderio, per una volta, di seguire il consiglio della Brennan e non fuggire da un complimento, allo stesso modo mentre le indagini e le conseguenze delle sue decisioni tornano a chiederle il conto, si nota in Kim un graduale risveglio che le permette non solo di vedere nuovamente la sua realtà e le persone che davvero le guardano le spalle ma di imparare anche ad ampliare quella che nonostante tutto era una visione della carriera in polizia piuttosto naïve, uno sguardo che ignorava completamente tutte le implicazioni politiche dei giochi di potere che adesso Chicago PD porta in scena.

Nonostante il passo falso compiuto al principio, la caratterizzazione di Kim Burgess nell’ultimo episodio di Chicago PD è stata impeccabile e necessaria non solo in termini di screentime e attenzione per il personaggio ma anche per la tridimensionalità della sua personalità, una personalità che è stata rispettata anche nell’errore della bugia o nella velata ambizione perché ha comunque centrato un problema che non finisce con le decisioni di Kim ma che resta radicato nel sistema, un sistema che alza costantemente l’asta per i traguardi puntati dalle donne e che troppe volte si fonda proprio su compromessi senza vie d’uscita.

Chicago PD 6×04: Chi promette e chi realizza

In un episodio che in fondo ruota evidentemente intorno al ruolo e alla posizione della donna in polizia, Chicago PD mostra anche un confronto sottile ma deciso tra chi promette a parole e chi realizza quelle promesse con le azioni.

Il personaggio di Katherine Brennan è apparso in questo episodio ancora più ambiguo e anche pericolosamente cinico di quanto avessero mostrato le prime storie di questa stagione di Chicago PD. Questo perché il suo comportamento, sebbene non abbia in fondo causato particolari danni collaterali, ha intrappolato Kim Burgess in una situazione che per lei poteva volgere facilmente nel peggiore dei modi, facendola precipitare rovinosamente in un abisso dal quale la Brennan non l’avrebbe certamente risollevata.

Nonostante quindi nei primi episodi di Chicago PD che l’hanno vista protagonista Katherine Brennan non abbia davvero mostrato un lato particolarmente negativo di sé ma solo una spiccata intelligenza nel manipolare le situazioni a suo favore, proprio nel rapporto con una giovane agente che aveva mostrato con evidenza un sentimento di ammirazione nei suoi confronti la Brennan sembra rivelare la sua parte più cinica facendo leva proprio su una problematica sociale che quasi certamente anche lei avrà vissuto e giocando in questo modo con la lealtà e il futuro di Burgess.

Dall’altra parte però, Chicago PD porta in scena l’esempio opposto di una donna in una posizione di potere in polizia grazie alla figura sempre presente di Trudy Platt. Il rapporto con Trudy ha rappresentato fin dall’inizio una costante nella vita e nella carriera di Kim, silenziosa, ironica, severa quando serviva ma indubbiamente leale e incondizionata, sostenuta da un’esperienza fondamentale e da una bontà neanche troppo celata. Trudy Platt è stata per Kim Burgess un supporto silente ma sempre pronta a sostenerla e soprattutto a credere in lei più di quanto mostrasse. L’ultimo episodio di Chicago PD ha confermato ancora una volta questa verità, dimostrando nello stesso modo in cui questo rapporto è evoluto, ossia senza altisonanti promesse e vuoti elogi, quanto Trudy Platt sia esattamente il tipo di modello di cui Kim Burgess ha bisogno e probabilmente quello che è destinata a diventare dopo questa dura lezione.

Chicago PD 6×04: Gli uomini che sostengono le donne

Attratta a giusta ragione dall’autorità e dal successo di Katherine Brennan, Kim Burgess ha inizialmente perso di vista anche i modelli di comportamento e lealtà maschili che fortunatamente ha nella sua vita e soprattutto al suo fianco fin dall’inizio del suo percorso in Chicago PD.

Hank Voight ha sempre nutrito nei suoi confronti una particolare stima, ritrovando facilmente in Kim il tipo di poliziotto che voleva nel suo team d’élite e riuscendo a vedere in lei le potenzialità per un percorso di successo in polizia. Dal suo canto, Burgess si è lentamente dimostrata in Chicago PD il membro dell’Intelligence [dopo Erin Lindsay] che più sembra aver assimilato gli insegnamenti di Voight stesso, rivelando soprattutto nella passata stagione una mentalità non troppo distante da quella sergente, una mentalità che in una città come Chicago può salvarti la vita.

Per questo motivo, seppur mostrandosi davanti a lei in tutta la sua tipica severità, anche per accertarsi che la sua lealtà non risieda oltre i confini dell’Intelligence, Voight ha vegliato su Kim per tutto l’episodio, ha letto nei suoi silenzi e nelle verità che non riusciva ad ammettere e poi l’ha protetta con il grande sostegno di Trudy Platt, scegliendo le azioni alle parole vuote.

Ma è stato Kevin Atwater a dimostrarsi in realtà ancora una volta la persona migliore nella vita di Kim Burgess. Kevin e Kim hanno cominciato il percorso di Chicago PD l’uno accanto all’altra e anche quando le loro strade sembravano ormai sul punto di dividersi, nel bene o nel male, non hanno mai smesso di essere partner, complici, quasi fratelli, nel lavoro come nella vita. Ritrovarsi finalmente in Intelligence insieme, loro che erano semplici agenti di pattuglia, non ha cambiato affatto la dinamica del loro legame, anzi, se possibile l’ha anche amplificata, portando Kevin in questo episodio di Chicago PD a desiderare quasi di incontrare un vicolo cieco nelle indagini solo per essere certo di poter proteggere il segreto di Kim.

Kevin Atwater è uno dei quei personaggi che Chicago PD purtroppo spesso “dimentica” sullo sfondo eppure è anche il tipo d’uomo e di poliziotto che non ha mai deluso le aspettative quando la serie è tornata ad illuminarlo.

Nell’episodio migliore della stagione finora, Chicago PD punta su uno dei suoi personaggi con maggiore potenziale e intorno a lei costruisce una storia degna dello stile della serie.

Chicago PD: Ride Along - 6x04
8 Reviewer
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Pro
Ottima la caratterizzazione di Kim Burgess e della sua personalità tridimensionale ma importante è anche il focus sul ruolo della donna in polizia e sulle difficoltà che incontra per affermarsi. Si rivelano ancora una volta una certezza i personaggi di Hank Voight, Trudy Platt e Kevin Atwater.
Contro
Si nota ancora il ricambio nel focus dedicato ai diversi personaggi a discapito di una caratterizzazione più corale.
Conclusioni
Episodio migliore della stagione finora grazie alle potenzialità di un personaggio come quello di Kim Burgess e a una storia che non si ferma alla trama ma lascia una lezione.
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Rita Ricchiuti

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