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Dark: Recensione – Il tempo di cambiare le cose

Dark, la nuova serie originale Netflix, è approdata sulla piattaforma streaming lo scorso 1 dicembre. Scopriamo insieme i segreti di una delle serie più misteriose dell’anno.

Dark è la prima serie tedesca ad essere prodotta da Netflix. Con un trailer di poco più di un minuto era riuscita a scaturire in tutti una gran curiosità, anche perché non si riusciva a cogliere un filo logico dalle immagini proposte. Il 1 dicembre è sbarcata su Netflix la prima stagione. Vediamo quali sono i misteri che si celano dietro a questa serie (senza spoiler, ovviamente).

Intrecci e dubbi

Winden, una cittadina della Germania, è avvolta da un velo di misteri inspiegabili. Suicidi, sparizioni, strane leggende. Dopo la scomparsa di due ragazzi, la città cade in una spirale di sconforto misto a follia. Gli abitanti iniziano a sentirsi minacciati, braccati dalle oscure leggende che pervadono i boschi intorno alla città. Tutto ciò accade all’ombra di una centrale nucleare. Non c’è un protagonista vero e proprio. Troviamo un poliziotto, Ulrich, che deve fare i conti con la scomparsa del figlio; un ragazzo, Jonas, distrutto dalla morte del padre; una madre, Hannah, pronta a fare tutto per l’amore della sua vita e per suo figlio Jonas; dei ragazzi, i figli di Ulrich, stravolti dalla scomparsa di loro fratello. Poi c’è Winden, la città, che tra tutti è la protagonista indiscussa, complice e testimone allo stesso tempo. Ed è proprio qui che la serie vuole convergere: al tempo. Questo è un elemento che troveremo molto spesso durante le dieci puntate che compongono Dark. Ciò che stupisce di più è che la serie riesca a farti venire voglia di vedere le puntate senza sosta. Non ci sono momenti morti. Ogni istante ti spinge a pensare, a trovare la soluzione del grande intreccio narrativo che gli autori hanno creato. A volte credi di aver risolto tutto il puzzle, ma poi ti accorgi di trovarti di fronte ad un mosaico. Forse la cosa che delude di più è il finale di stagione, ma il grandissimo senso (benigno) di incomprensione che ti assale durante le precedenti puntate fa passare sopra a tutto.

Relazioni

Il lavoro di caratterizzazione dei personaggi è impressionante. Una volta introdotti sai che sono loro per il resto della stagione, non ci sarà mai una volta in cui ci si dimentica di un personaggio. Ognuno ha la sua caratteristica peculiare che lo rende riconoscibile in ogni momento. Le relazioni che si creano sono molteplici e si intrecciano in un reticolato di odio, amore, gioia e tristezza. Essendo la città molto piccola, tutti conoscono tutti. Il ritmo della serie è sempre incalzante. I colpi di scena sono molti e sono posizionati con una strategia tale da non far perdere l’interesse. Una presenza troppo marcata di colpi di scena, solitamente, stucca e, a volte, implica il non avere nulla da raccontare e puntare tutto sullo stupore. Qui, invece, ogni plot twist ha un significato ben preciso ai fini della trama. Non ci sono mai sezioni inutili. Anche il minimo dettaglio che può sembrare insignificante, in realtà, ha un ruolo ben preciso. Nulla è lasciato al caso. Tutto è lasciato al tempo.

Un bagliore di oscurità

La parte tecnica di Dark è pari alla parte diegetica. La regia è pulita, senza troppe pretese (come molte delle produzioni che stanno uscendo recentemente). Inquadrature centrali e un po’ di Ken Burns (una sorta di zoom realizzato durante la post-produzione) appena accennato che regala un’enfasi strepitosa sui soggetti. La fotografia è sublime. Il titolo che ho dato a questo paragrafo, “Un bagliore di oscurità”, non è casuale. Le scene sono tutte cupe. Credo non sia presente neanche una volta un’inquadratura dove il cielo non sia coperto da nuvole o avvolto dal manto ombrato della notte. Questa oscurità è smorzata, però, da luci artificiali posizionate in modo strategicamente accurato. Lampade che tagliano i volti lateralmente, con colori caldi in contrapposizione alla luce naturale tendente al blu. Lampioni che nascondono il volto sotto l’ombra del cappuccio mentre la pioggia avvolta dalle tenebre conquista silenziosamente il resto della scena. La colonna sonora poi crea un senso di ansia che accompagna tutta le serie. Ogni sequenza è scandita da un tema angosciante e incombente, come se il tempo stesse per terminare. Queste sono tutte finezze tecniche che aiutano molto a creare quel senso di mistero e sconforto che assale tutta la serie dall’inizio alla fine. 

Dark
8.5 Reviewer
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Pro
Storia ben sceneggiata
Ottimo ritmo
Uno degli intrecci migliori degli ultimi anni
Fotografia sublime
Regia pulita
Colonna sonora adatta alla serie
Contro
Il finale lascia un po' con l'amaro in bocca
Alcune sbavature che potevano essere corrette
Conclusioni
Dark è una delle serie migliori che vi capiterà di vedere quest'anno. L'ottimo intreccio, il forte ritmo e la fotografia suggestiva collaborano nel creare qualcosa di unico, di inaspettato e totalmente nuovo. I parallelismi con Stranger Things possono essere fatti all'inizio della stagione, ma appena si comincia a capire il grande disegno che rappresenta Dark, allora si comprende che sono due prodotti estremamente diversi. Questo è molto più cupo nelle atmosfere, però non è un horror e neanche ci si vuole avvicinare. Dark segue una strada tutta sua. Prende la via per il bosco e si dirige nella direzione opposta, volto verso l'oscurità, verso l'ignoto. Dove tutto ha avuto inizio e dove tutto avrà fine.
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Se ancora non siete convinti nel recuperare la serie, leggete anche i cinque motivi per guardare Dark. Se, invece, l’avete già vista e volete scoprire qualcosa in più di questo magnifico serial, guardate il dietro le quinte.

 

Mattia Pescitelli

Tenace adoratore del mezzo cinematografico, cerco sempre un punto di vista fotografico in tutto ciò che mi circonda. Videogiochi, serie televisive, pellicole cinematografiche. Nulla sfugge al mio imparziale giudizio.

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Mattia Pescitelli

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