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Doctor Who: quella singola scena che 40 anni fa cambiò la “rigenerazione” per sempre

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Uno dei fattori più affascinanti del Doctor Who resta senza dubbio l’ampiezza della sua trama e tutto ciò che ne concerne. Il fatto di trovarsi davanti ad una storia che va avanti da moltissimo tempo continua a generare elementi iconici a livello storico, ampliando sempre di più un viaggio apparentemente infinito.

Parecchi sono stati i volti del celebre Dottore, volti che sono rimasti, in un modo o nell’altro, nella memoria dei fan di tutto il mondo (David Tennant, Peter Capaldi, Matt Smith, Christopher Eccleston, per citarne alcuni…), ed è proprio attraverso una scelta narrativa molto particolare che tutto ciò è potuto avvenire: la rigenerazione.

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E’ proprio attraverso di essa che nel corso degli anni abbiamo potuto vedere il Doctor Who cambiare a livello estetico, pur mantenendo, in un certo qual modo, le caratteristiche che tutti noi abbiamo imparato ad amare.

Ovviamente la situazione non è facilmente spiegabile, anche se i diversi autori della serie hanno da sempre cercato di inserire un certo tipo di coerenza narrativa che andasse a ricollegarsi col passato, disegnando un futuro che non fosse mai totalmente staccato.

Recentemente SyFyWire, parlando proprio del fattore “rigenerazione” del Doctor Who, ha notato che una scena specifica, andata in onda ben 40 anni fa ha influito enormemente su quelli che sono stati i successivi sviluppi della serie.

Il tutto è avvenuto nella Serie Classica, con il quarto Dottore, Tom Baker all’epoca, il quale in un episodio aveva diagnosticato al suo robot una laringite da robot, proprio in quell’episodio è avvenuto un qualcosa che ha cambiato per sempre la mitologia dell’opera. I fan della serie sanno benissimo che la rigenerazione ha delle regole che non lasciano troppe discussioni aperte, eppure nel 1979 nacque l’idea che un Gallfreyano avrebbe potuto, magari casualmente o inconsciamente, selezionare il corpo che avrebbe indossato in seguito.

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Nella stagione 17 della serie Classica il Dottore era affiancato nelle sue avventure da una Signora del Tempo di nome Romana, originariamente interpretata dall’attrice Mary Tamm e successivamente da Lalla Ward ed è stata proprio la rigenerazione di quest’ultima a cambiare le carte in tavola.

Il lato curioso di questa rigenerazione, che ha colpito anche i fan di Doctor Who, risiede proprio nel fatto che Lalla Ward era già comparsa nella serie, interpretando il ruolo della Principessa Astra e il fatto che successivamente l’attrice sia tornata in un ruolo più centrale ha portato ad una spiegazione narrativa importante. Proprio quando questa rigenerazione avviene è il Dottore il primo a reagire ansiosamente, dicendole che non sarebbe stato giusto indossare quel corpo, indossare la copia di quel corpo.

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Per quanto ne sappiamo l’autore di questo particolare episodio è stato Terry Nation, anche se in base ad un commento nel DVD sembra proprio che l’episodio sia stato rielaborato dalla penna di Douglas Adams.

L’importanza di questa particolare scena, apparentemente irrilevante del Doctor Who, risiede nel fatto che prima di allora non era mai stato accennato al fatto che un Gallifreyano avrebbe potuto controllare la propria rigenerazione. Anche se la casualità ha guidato gran parte di questi sviluppi, nelle avventure più recenti questa scelta narrativa di 40 anni fa potrebbe ricollegarsi ad alcuni dettagli interessanti, alla presenza di Peter Capaldi, ad esempio.

Quando Matt Smith, allora undicesimo Dottore, si è rigenerato nel dodicesimo, i fan di Doctor Who sapevano benissimo che Peter Capalpdi era precedentemente comparso in altre vesti (nel ruolo di un romano di nome Cecilio per esempio), e nella stagione 9 l’allora showrunner Steven Moffat ha chiarito la situazione nello stesso modo in cui fece Romana 40 anni prima.

Nell’episodio “La ragazza che è morta”, il dodicesimo Dottore comprende che inconsciamente ha deciso di rigenerarsi in Cecilio per rcordare a se stesso di non essere un idiota.

Anche se il mood generale è ben diverso da quello della scena di Romana, qui abbiamo un’epicità che si distanzia da quel tipo di umorismo, sembrerebbe innegabile che vi sia un collegamento fra le due scene, anche a livello di coerenza narrativa.

Fonte: SyfyWire.

Ho sempre trovato nella scrittura un qualcosa di mio: il poter esprimere quanto ho dentro, parlando di argomentazioni che amo, penso sia un'obiettivo di vita importantissimo. Studente in Lingue, culture, letterature e traduzione, dopo la pubblicazione di due romanzi ho intrapreso la strada del giornalismo senza guardarmi dietro.

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