Molte sono state le discussioni (parecchi fan hanno riflettuto sulla simbologia della spirale del Re della Notte, e un autore ne ha spiegato il significato) riguardo a quanto sarebbe avvenuto nel secondo episodio di Game of Thrones 8, e altrettante le opinioni riguardo a quanto è stato mostrato nel suo esordio. Fondendo il punto di partenza con questo nuovo sviluppo sembrerebbe che gli autori abbiano deciso di prendersi il loro tempo, anche se non tutti sono disposti ad aspettare…
Prima della lettura è giusto precisare che la seguente recensione includerà nella sua trattazione alcuni spoiler dell’episodio, pertanto vi invitiamo a non procedere alla lettura senza aver prima visionato il tutto.
Questo secondo episodio di Game of Thrones 8 si apre poco dopo il finale del precedente. Ritroviamo un Jaime fisicamente cambiato e visibilmente sospeso (come venne anche accennato da Nikolaj Coaster Waldau, il quale ha parlato di un nuovo viaggio per lui), davanti agli attuali regnanti di Grande Inverno. Il personaggio ha un passato con un certo peso alle spalle, passato difficilmente dimenticabile da coloro che gli si parano davanti adesso.
E’ proprio il passato, infatti, uno degli elementi cardine di questo episodio di Game of Thrones 8. Il pubblico conosce perfettamente l’evoluzione ed i viaggi che i numerosi personaggi adesso in vita hanno compiuto, ma tutti gli altri no, dunque moltissima della narrazione a schermo ha cercato di assestare il tutto, con una tempistica discutibile sia per quanto concerne la scrittura, che la fotografia, che la regia, determinati dettagli, in modo tale da originare coerenza.
Né Daenerys e né Sansa si fidano di Jaime, saranno proprio i volti conosciuti lungo il suo cammino a garantirgli un’incolumità non priva di giudizio e occhiatacce. Oltre a tutto ciò l’evoluzione di quest’ultimo è manifesta proprio dal suo modo di porsi e dalle sue scelte, mettendo in evidenza una maturazione che impatta ed ispira empatia.
Una delle scene chiave del secondo episodio di Game of Thrones 8 resta l’incontro fra Bran e Jaime, all’ombra dell’albero nel parco degli Dei. Una delle conseguenze delle scelte del “Leone” è ora manifesta e tangibile davanti ai suoi occhi, eppure Bran sembra giustificarlo, dando un cinico senso a quanto accaduto e suggerendo un qualcosa che potrebbe far riflettere:
“Sei sicuro che ci sarà un dopo?”
Molti sono i dialoghi con una certa rilevanza, fornendo un quadro più chiaro, anche se lontano dall’azione. Sembrerebbe quasi che gli autori, per quanto concerne quello che abbiamo visto fino ad ora, abbiano voluto costruire questo inizio ammantandolo con una raffinatezza importante, a celarne il peso verso il futuro.
Basti pensare ai discorsi sul primo cavaliere di Daenerys, o alla chiacchierata fra lei e Sansa. In pochi istanti accompagnati da fuggevoli sguardi e silenzi, determinate realtà personali vengono a galla, impattando sullo spettatore più attento.
Il ritorno di Theon e di determinati personaggi dalla Barriera modifica nuovamente le carte in tavola, ed è da questo momento in poi che si avvia la seconda parte di questo episodio di Game of Thrones 8.
La morte sta raggiungendo i cancelli di Grande Inverno e tutti coloro che sono intenzionati a difendere il Nord devono organizzare una controffensiva. Qui diventerà fondamentale il costruire una strategia sfruttando quanto ottenuto fin’ora. Proprio nell’attesa alla battaglia va ad instillarsi il secondo grande tema di questa puntata: la speranza.
Nuovi dialoghi. Nuovi sentimenti e qualche incontro notturno. Ecco che il calore di un fuoco diventa un accogliente punto d’incontro per coloro che dovranno combattere mettendo a rischio la propria vita, ecco che l’umanità di ogni personaggio affiora dai ricordi delle loro personali strade fondendosi allo scoppiettio del legno che arde e arde…
Così la verità comincia a colorare le labbra di tutti, portando alla luce le origini di Jon che finalmente le rivela a Daenerys, ispirandole subitanee riflessioni personali.
Il Re della Notte è alle porte…