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Homecoming: il ritorno degli half-hour show

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L’arrivo di Homecoming sulla piattaforma di Prime Video conferma il trend del ritorno in voga degli show con puntate di mezz’ora. Qual è il motivo di questo fenomeno?

In tempi recenti, il pubblico è stato abituato a misurare la qualità e il prestigio di una serie TV in base alla durata dei suoi episodi. Homecoming è arrivato al momento giusto per smentire questa convinzione. Attenzione: questo non significa che grandi show come Sons of Anarchy o Game of Thrones non meritino il loro successo, anzi! E’ innegabile, però, che questa tendenza abbia portato molte altre serie a diluire fin troppo le proprie puntate. Siamo sicuri, però, che questo significhi maggiore qualità? Provate a dare un’occhiata al trailer di Homecoming per capire che, forse, anche 30 minuti sanno come avere grande stile!

Dramma e thriller in formato mezz’ora come Homecoming

Confessate: quante volte, durante una puntata di un’ora, vi siete ritrovati annoiati o addirittura sonnecchianti? Prima o poi capita a tutti! Non è, quindi, così sconvolgente affermare che forse si sta(va) esagerando con tutti questi prodotti con ambizioni di puntate-film. Il lungo minutaggio si riempie di contenuti superficiali, la tensione subisce contraccolpi e il ritmo non cattura: la sequenza è semplice ma letale. Con gli show da 30 minuti, capitanati dal lanciatissimo Homecoming, questo difficilmente accade. Ovviamente, il punto di partenza è la consapevolezza di aver qualcosa di interessante da raccontare, un’idea oppure una riflessione che può essere intrigante. La qualità e l’attenzione arriveranno di conseguenza e Homecoming lo testimonia. Tutto nella scintillante confezione della durata di mezz’ora, tanto quanto un veloce ma gustoso snack.

Non si può dire che questa durata per una puntata di uno show sia una novità. Da anni, serie comedy e sit-com sfruttano questa struttura narrativa. Nessuno, però, prima degli show di quest’anno aveva davvero considerato la possibilità di un prodotto drammatico. Homecoming, infatti, nonostante venature di umorismo nerissimo, è una storia puramente drammatica ed è la definitiva conferma di un trend che ha mosso i suoi primi passi lo scorso anno. Il minore minutaggio, in realtà, garantisce la giusta concentrazione di tensione ed emozione, mantenendo intatta tutta la profondità di una lunga puntata da 40 o 90 minuti.

E’ per questo che quest’anno show come Homecoming, Maniac, Kidding e Sorry for your Loss hanno trovato un accordo tra pubblico e critica. L’arrivo, dopo soli 30 minuti, di un finale improvviso e inaspettato crea il giusto effetto sorpresa stimolando la curiosità. Non si tratta di semplice binge-watching: Homecoming, infatti, è composta da sole 10 puntate che richiedono di essere gustate gradualmente esigendo, appunto, la giusta attenzione per tutti i loro omaggi e spunti di riflessione. Si tratta di una vera e propria piccola rivoluzione della TV e della fruizione dei suoi contenuti.

Riusciremo ancora, dopo Homecoming e compagnia, a gustare l’epico e lunghissimo finale di Game of Thrones?

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