Manuela Mandracchia è una delle attrici teatrali e cinematografiche più promettenti del panorama italiano, che interpreta la strega Tebe in “Luna Nera”, serie TV fantasy italiana, approdata su Netflix il 31 gennaio.
Bella ed espressiva, Manuela ha cominciato la sua carriera con maestri del teatro italiano come Luca Ronconi e Massimo Castri, per poi essere diretta tra cinema e TV da Nanni Moretti, Francesca Comencini, Marco Bellocchio e altri. Vediamo cos’ha raccontato in esclusiva a GogoMagazine!
L’intervista a Manuela Mandracchia, Tebe in “Luna Nera”
D: Dopo l’Accademia hai cominciato a lavorare con dei grandi nomi del teatro italiano, come Luca Ronconi e Massimo Castri. Com’è stato essere diretta, e dunque condividere il palcoscenico con personalità di questo calibro? Che insegnamenti ti hanno trasmesso?
R: È stata una grande fortuna per me, giovane attrice appena uscita dall’Accademia. Ronconi e Castri mi hanno permesso di crescere come interprete, di affinare gli strumenti e di approfondire la mia capacità di leggere i testi scavando nelle pieghe della parola. Che grande occasione muovere i primi passi con due maestri da amare o anche da cui prendere le distanze, volendo, ma sicuramente due fari nella notte.
D: Preferisci le emozioni che provi calcando il palcoscenico o quelle che ti dà il set cinematografico/televisivo?
Le emozioni sono le stesse, solo di grado diverso. Da una parte c’è il pubblico in carne e ossa e dall’altra una macchina da presa che ti scruta nel profondo. Il palcoscenico e il set richiedono all’attore di utilizzare i propri “strumenti” espressivi in modo leggermente diverso. Ma credo che un mondo possa nutrire l’altro, un immaginario si innesti nell’altro. Come attori si diventa più forti e più completi a frequentare insieme i due mondi.
D: Sei stata diretta da Marco Bellocchio, Cristina Comencini, Nanni Moretti. Con quale regista del panorama italiano sogni ancora di lavorare?
Mi piacerebbe tantissimo rilavorare, magari in cinema, con le mie registe di Luna Nera: Francesca Comencini, Susanna Nicchiarelli e Paola Randi. E poi, Virzì, Sorrentino, Garrone, Costanzo, Archibugi, Crialese, Rohrwacher, Guadagnino e ancora: i fratelli D’Innocenzo, Matteo Rovere…non mi fermerei più. Sono tantissimi i talenti che hanno sviluppato un loro personale linguaggio cinematografico e nei cui progetti mi piacerebbe essere coinvolta. Ma una cosa la vorrei dire: mi piacerebbe che i personaggi femminili venissero trattati alla stessa stregua di quelli maschili ovvero con la stessa complessità e ricchezza.
D: In “Luna Nera” interpreti Tebe, una donna forte e indipendente, a capo di un gruppo di streghe “sorelle”: come ti sei preparata a questo ruolo?
Ho letto testi che mi raccontassero il periodo e il grande e complesso tema della stregoneria. Ho visto immagini e quadri. Essendo però un fantasy è stato fondamentale capire con Francesca Comencini e i reparti di trucco e parrucche, e i costumi quale fosse l’immagine che si voleva creare. Per Tebe è stata fatta una scelta molto forte: parrucca bianca con dread e tatuaggi. Anche i dialoghi sono molto caratterizzati nello stile storico/fantasy e bisognava trovare una espressività concreta senza cadere nel quotidiano. Insomma un lavoro complesso.
D: Avevi letto il romanzo da cui è stata tratta la serie prima di prendervi parte?
In realtà no, anche perché è stato pubblicato dopo. Avevamo avuto delle tracce dei personaggi per orientarci.
D: “Luna Nera” affronta tematiche attuali e di fondamentale rilevanza come l’amore, la famiglia, l’omosessualità e la diversità. Pensi che un pubblico giovane, guardando la serie, possa trarne degli insegnamenti su questo piano?
Le storie d’amore (di Ade e Pietro, centrale nella serie, ma anche quella di Tebe e Leptis) rendono più semplice far arrivare al pubblico giovane anche temi più complessi: l’accettazione di sé e della propria natura, la ricchezza della diversità e un periodo storico non molto raccontato. Sto ricevendo messaggi da giovani spettatori. Mi raccontano di aver visto la serie insieme al loro padre e mi ringraziano perché Luna Nera li sta aiutando a far accettare ai genitori la loro sessualità. Che dire? Sono felice, anche solo per questo.
D: Tebe sembra imperturbabile, spesso poco sentimentale. Tuttavia, ha una relazione con Leptis, un altro personaggio chiave della serie: è stato facile creare la chimica che vediamo in scena con Lucrezia Guidone? (l’attrice che interpreta la strega Leptis, ndr.)
In realtà non trovo Tebe imperturbabile e poco sentimentale. Forse siamo noi che non riusciamo ad inquadrarla facilmente e ad accettarne la complessità: è una donna ed è un capo, deve saper trasmettere forza e autorità ma è anche accogliente e materna. (Penso al rapporto con le più giovani, Ade e Persepolis) Ha un forte legame affettivo con le sorelle (Janara e Antalia) e deve comandare. E poi ha questa grande storia d’amore con Leptis. Devo dire che è stato molto facile e divertente creare questa coppia insieme a Lucrezia Guidone (Leptis). Ci conoscevamo già, avevamo già lavorato insieme e tutto è stato molto naturale. E poi la chimica sul set si deve creare con tutta la troupe: durante il nostro sensualissimo bacio molto intimo in realtà eravamo in venticinque, tra regista, operatore e tutta la squadra tecnica!
D: Quanto di te hai portato nel tuo personaggio, e quanto invece tu stessa hai imparato da Tebe?
In ogni personaggio fatalmente portiamo un po’ di noi. Noi scaldiamo la pagina scritta, completiamo l’immagine. E quindi anche Tebe si ritrova pezzetti di me. Lei invece mi ha regalato l’illusione di avere dei poteri speciali.
D: Il ruolo della donna è messo in discussione oggi più che mai, tra episodi di violenza e di discriminazione. In “Luna Nera” le donne vengono tacciate di stregoneria ed escluse dalla comunità. Cosa pensi sia cambiato dall’epoca in cui sono ambientate le vicende della serie e quali similarità invece vi ritrovi, rispetto ad oggi?
Fortunatamente le cose sono profondamente cambiate rispetto al XVII secolo. Almeno nel nostro mondo. Le donne possono studiare, possono accedere alle professioni come gli uomini, possono decidere della propria vita liberamente. Eppure non è del tutto vero. Il conflitto tra una mentalità retrograda e maschilista e le nuove opportunità per le donne si combatte spesso proprio sul loro corpo. Quasi ogni giorno una donna viene uccisa dal proprio partner, almeno il 30% delle donne dai 16 ai 70 anni ha subito un abuso, le pressioni sociali su come vestirsi e truccarsi e rimanere perennemente giovani sono enormi. E così quella persecuzione diventa, all’interno di un fantasy, di una favola insomma, una grande metafora di un “attacco” alle donne che ancora non si è esaurito.
D: Che futuro vedi per Tebe, dati gli eventi finali della prima stagione?
L’eletta si è manifestata e con lei queste “donne speciali” possono battersi per difendere l’umanità intera dall’arrivo dei Furiosi. Suona tanto fantasy eh? Ed è così. Preparatevi.
D: Sappiamo che sarai al cinema con due film: “Famosa” di Alessandra Mortelliti, e “I predatori” di Pietro Castellitto. Vuoi parlarci di questi progetti?
Due opere prime con due giovani registi di talento. In “Famosa” sarò Zi Maura, la zia un po’ stramba di Rocco, un ragazzo della provincia incompreso e solitario che sogna di andare nella Capitale per poter esprimere il suo lato artistico. Un film sulla scoperta e l’accettazione di sé con dei giovani tormentati e sognatori e degli adulti spietati e tremendi. Unica eccezione Zi Maura appunto.
Ne “i Predatori” sarò invece una regista spietata: Ludovica Pensa. È la storia di due famiglie di estrazione diversa che, nella giungla romana, per un banale incidente si sfiorano e collidono. E questo porterà ognuno di loro a svelare un segreto, a rivelare quello che tutti sono in realtà : Predatori. Un cast speciale e divertente: Massimo Popolizio, Pietro Castellitto, Dario Cassini, Anita Caprioli, Giorgio Montanini, Vinicio Marchioni…