La terza stagione di Killing Eve, lo show creato nel 2018 da Phoebe Waller-Bridge, si apre con un episodio a dir poco scoppiettante.
L’attesissima terza stagione di Killing Eve ha finalmente esordito la scorsa domenica su BBC America. Commissionata dal network nel 2016, la creazione della serie ha visto il coinvolgimento di Phoebe Waller-Bridge alla sceneggiatura dopo il grandissimo successo di Fleabag. La prima stagione dello show ha saputo conquistare il grande pubblico, incrementando puntata dopo puntata i suoi ascolti. La seconda stagione, invece, è stata segnata da alti e bassi con numerosi contrasti tra i risultati di pubblico e critica. I nuovi episodi dello show hanno il compito di riaffermare la qualità della produzione di una serie al femminile mai scontata che ha saputo appassionare i fan con un originale mix di dark comedy, dramma e spionaggio.
L’ultima puntata che segna l’avvio di un nuovo capitolo per le due protagoniste propone prospettive decisamente interessanti. Le aspettative verranno ripagate?
Nuovi percorsi, stesso spirito
La terza stagione di Killing Eve si apre con un breve flashback che porta il pubblico nella fredda Russia degli anni Settanta. Una ragazzina si allena duramente in una palestra per poi sfogare tutta la sua tensione con l’uccisione di un ragazzo. Il modus operandi, brutale ma con un pizzico di nerissima ironia, sposta subito l’attenzione sul personaggio indubbiamente più magnetico della serie: Villanelle (Jodie Comer). La serial-killer psicopatica del piccolo schermo torna infatti in scena nella sequenza successiva. La ragazza è alle prese con il suo inaspettato matrimonio, un evento che sembra averla convinta – a modo suo – a lasciare alle spalle il sanguinoso confronto con Eve (Sandra Oh). A Barcellona un nuovo capitolo della sua vita, magari con la collaborazione di chi in passato la’ha addestrata, sembra essere iniziato. Almeno fino a quando Villanelle non scoprirà la verità sulla sua leggendaria rivale…
Dall’altra parte della Manica, invece, Eve è completamente diversa da come tutti l’hanno conosciuta in precedenza. Sopravvissuta all’aggressione di Villanelle che chiudeva la seconda stagione, ora è in balia di una quotidianità ben distante da quella animata dalle investigazioni tra i ranghi del’MI6. Con un matrimonio finito alle spalle e una carriera da agente chiusa, il destino di questa donna sembra essere quello di un continuo susseguirsi di giornate vuote. L’incontro a sorpresa con Kenny (Sean Delaney) stravolgerà completamente questa quiete prima della tempesta.
Killing Eve scommette sull’effetto sorpresa
I primi tre quarti dell’episodio sembrano preparare il terreno per il classico capitolo introduttivo. Un ritmo costante e misurato contribuisce alla disposizione in scena di tutte le pedine di Killing Eve. Nei primi minuti viene presentato anche un nuovo personaggio, quello della spia Dasha, interpretato da Harriet Walter. Ruvida e spietata, questa new entry è estremamente intrigante, soprattutto per la contrapposizione con l'”allieva” Villanelle. Quest’ultima, invece, può sempre contare sulla frizzante interpretazione di Jodie Comer, spirito guida e trascinatrice dell’intero show. Sarà interessante osservare come si evolveranno le dinamiche che la vedono protagonista con il suo desiderio di tornare in scena ancora più spietata di prima.
L’altra faccia della medaglia di uno show come Killing Eve è proprio il personaggio che dona il suo nome al titolo. Rassegnata, priva di ambizioni e di rischi, la vita della Polastri a prima vista non risulta per niente interessante. È il risultato di un passato di delusioni, fallimenti (presunti) ma anche insoddisfazioni. Sandra Oh è bravissima nel mostrare questo lato più intimo del suo personaggio. Ogni figura del suo passato più o meno recente è scomparsa o avvolta nella nebbia dei rimorsi. Con un matrimonio finito e un lavoro abbandonato, l’unico punto di contatto con la sua vita precedente è rappresentato da Kenny, da sempre un suo fidato collaboratore oltre che confidente.
Gli scambi di battute tra i due personaggi portano in scena un pizzico di ironia e spensieratezza che sembravano ormai totalmente assenti dalla vita di Eve. Insieme riflettono sulle avventure vissute insieme, ricostruendo abilmente anche tutti gli sviluppi di numerosi personaggi secondari che altrimenti sarebbero stati troppo ingombranti da mostrare nel primo episodio. In una manciata di minuti si crea così una piacevole e accogliente atmosfera che rassicura lo spettatore, quasi garantendogli che, anche questa volta, nonostante tutti i rischi dell’ignoto, tutto andrà bene. La sorpresa, la drammatica sorpresa, tuttavia, è dietro l’angolo.
La svolta che cambia tutto
Nessuno avrebbe potuto immaginare cosa aveva in serbo lo show per Kenny. Da sempre personaggio secondario in grado di smorzare positivamente gli eccessi di tensione, il ragazzo è sempre stato dato per scontato. La sua uscita di scena – estremamente violenta nell’esecuzione – è un colpo al cuore dello spettatore che comprende così che niente questa volta è certo. Ogni aspetto dello show viene così messo in discussione. Il senso di smarrimento rientra così alla perfezione nei piani della terza stagione di Killing Eve. Un’inversione di marcia drastica nei toni e negli atteggiamenti era inevitabile per una serie che la necessità di rinnovarsi per alzare la posta in gioco.
Foto: BBC America
L’epilogo della puntata apre a nuovi irresistibili sviluppi che complicano – in modo gustoso – la narrazione. Come reagirà Eve davanti a questo ennesimo tragico evento? Molto probabilmente uscirà allo scoperto. Solo in questo modo Villanelle scoprirà che la sua nemesi è ancora viva e in circolazione. La storia innescherà il gioco di guardia e ladro portando nuovamente in scena la più genuina e autentica sfida – più o meno – a distanza delle due protagoniste. La curiosità per i prossimi episodi è, chiaramente, a mille!