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La Casa di Carta 3 – Recensione: “Il Sistema non ha protocolli”

In seguito ad una lunga attesa fatta di dubbi mista a eccitazione e speranze è uscita la terza parte/stagione de La Casa di Carta. La serie tv Netflix che aveva ottenuto un successo mondiale nella sua prima pubblicazione adesso muove la sua narrazione verso il futuro, e fra rivelazioni, anticipazioni e new entry tutti restano col fiato sospeso.

Spoiler per tutti coloro che non avessero visto per intero gli ultimi episodi usciti.

Nelle prime due parti de La Casa di Carta abbiamo visto il Professore e la sua banda organizzare una rapina alla zecca di stato spagnola. Il loro piano, studiato nei minimi dettagli, anche a livello d’immagine, li ha trovati vittoriosi in un finale che fra le lacrime ha consegnato nelle mani dei protagonisti la libertà e una montagna di denaro.

Ovviamente da ogni scelta ne deriva una conseguenza, questo sembrerebbe essere uno dei temi principali a muovere gli sviluppi della terza parte, con l’obiettivo di premere molto sul peso delle nostre azioni.

Ecco che, a distanza di tempo, ritroviamo i volti di tutti coloro verso cui ci siamo precedentemente affezionati: Rio, Tokyo, Denver, Stoccolma, Helsinki, Nairobi, il Professore…
Sono tutti sparsi nel mondo, tutti attenti a preservare la propria sicurezza e quella degli altri membri in un anonimato dall’apparenza molto leggero e spensierato. Gli esseri umani però non sono tutti uguali ed è proprio attraverso alcune piccole scelte iniziali che scatta la prima scintilla a trascinare nuovamente tutti fra le urla e il sangue.

L’amore e i sentimenti, fin dal principio de La Casa di Carta, hanno caratterizzato i suoi protagonisti, i quali hanno sempre trovato difficoltà nello scindere le emozioni dal lavoro. Saranno proprio queste emozioni a condurre le forze dell’ordine dritte da Rio, per poi imprigionarlo.

Da questo evento si dipanano, quindi, tutti i successivi sviluppi, tutte le scelte guidate da quel lato umano nominato poc’anzi. La banda si riunisce, ma questa volta i fondi a disposizione sono molti di più ed anche le possibilità. Abbiamo anche delle new entry: Bogotà (Hovik Keuchkerian), Palermo, Marsiglia (Luka Peros) i quali si riveleranno sostanziali in determinati frangenti.

Dal passato del Professore riaffiora un piano congegnato dal fratello Andres (Berlino) e con esso tutta la nostalgica sofferenza proveniente da una ferita ancora aperta.
Questo è uno dei lati più affascinanti del terzo arco narrativo de La Casa di Carta, la trama principale verrà accompagnata da continui parallelismi col passato dei due fratelli i quali andranno ad intrecciarsi con le dinamiche contemporanee senza stuccare troppo,riuscendo curiosamente a valorizzare l’immagine di Berlino stesso e il lato più umano del Professore.

Nello stacco fra la seconda parte e la terza tutti i protagonisti si sono più o meno evoluti: abbiamo un Denver che guarda alla sua attuale famiglia con Monica, ancora segnato da quanto accadde a Mosca, abbiamo un ritorno in grande stile del personaggio di “Arturito” che, oltre ad aver sfruttato i precedenti eventi per scriverci su un libro di successo, compare molto più segnato del passato, un Rio che cerca di andare avanti comprendendo il proprio valore…

Per quanto riguarda la Trama de La Casa Carta 3 ci troviamo davanti ad un tipo di narrazione che riprende a piene mani dalla precedente senza troppo osare, senza troppi stravolgimenti. Abbiamo un colpo folle organizzato per salvare qualcuno, degli ostaggi, delle azioni incredibili che però adesso sono minate da un tipo di fragilità che metterà in discussione la leggenda stessa della banda, dialoghi abbastanza fuori contesto in qualche momento, e scene no sense (come quella in cui vediamo Arturo lanciarsi letteralmente all’interno della banca senza che nessuno faccia nulla per fermarlo).

Ovviamente la serie è abbastanza famosa per scene del genere che, nel clima generale, riescono anche, seppur non troppo facilmente, ad essere credibili.

Parlando degli sviluppi, se da una parte l’azione sembra primeggiare per parecchio, la scrittura degli eventi riesce comunque ad emozionare, lasciando spazio a momenti forti e di confronto che premono moltissimo su tematiche quali: il femminismo, l’accettazione del prossimo, la sofferenza per amore…

Dall’altra parte invece troviamo le forze dell’ordine, il Sistema, che questa volta non può permettersi il minimo errore. Oltre a coloro che abbiamo già visto nelle precedenti parti de La Casa di Carta, qui subentreranno volti nuovi quali: Tamayo (Ferdinando Cayo) e Alicia Sierra (Najwa Nimri). In seguito al precedente furto la banda non soltanto l’ha fatta franca (pur se a caro prezzo), ma ha anche ispirato parte del popolo ad appoggiarli nelle loro scelte, ergendosi a simbolo della resistenza.

La tensione raggiunge qui livelli inauditi, talmente elevati che ci troviamo davanti personaggi che pur di riportare l’ordine rompono i protocolli e confini da loro stessi redatti. Ecco che l’umanità viene tagliata fuori da ogni contesto quando lo Stato rischia nuovamente di essere deriso, ecco che pur di riprendere in mano la situazione viene strumentalizzato un bambino e torturato un ragazzo…

Notevole, fra i nuovi ingressi nel cast, l’interpretazione di Rodrigo de La Serna (Palermo), il quale è riuscito pienamente, attraverso il suo carisma, a sostituire un personaggio come quello di Berlino, portando immediatamente al centro dei riflettori qualcuno che sembrerebbe assomigliargli parecchio, anche se più fragile.

In conclusione La Casa di Carta 3 conferma molti dei sospetti che i fan si erano posti alla notizia della sua uscita, riesce a portare sì avanti gli eventi precedenti mantenendo anche un certo tipo di coerenza, con personaggi vecchi che si evolvono e personaggi nuovi pronti a tutto. Però tutti i rimandi a quanto già abbiamo visto e gli auto-citazionismi possono stuccare alla lunga. Il prodotto definitivo si presenta come un qualcosa di aperto e proiettato al futuro, un futuro che dovrebbe cercare di tagliare col passato per sorprendere fino in fondo.

La Casa di Carta 3- Recensione:
7.5 Reviewer
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Pro
Scrittura dei personaggi coerente col passato.
La tensione e i colpi di scena hanno un ruolo fondamentale, pur lasciando il giusto spazio alle parole dei protagonisti.
Contro
Troppo breve.
Alcune scene appaiono forzate.
Alcuni errori durante le scene d'azione minano la loro credibilità.
Conclusioni
La Casa di Carta 3 mantiene alti gli standard, si supera a livello tecnico ma resta ancorata a moltissimi elementi che precedentemente l'hanno condotta al successo.
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Nicholas Massa

Ho sempre trovato nella scrittura un qualcosa di mio: il poter esprimere quanto ho dentro, parlando di argomentazioni che amo, penso sia un'obiettivo di vita importantissimo. Studente in Lingue, culture, letterature e traduzione, dopo la pubblicazione di due romanzi ho intrapreso la strada del giornalismo senza guardarmi dietro.

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Nicholas Massa

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