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Nuova serie Netflix “I am not okay with this”, recensione

“Caro Diario, v********o”: si apre così il primo episodio della nuova serie Netflix “I am not okay with this. Tratta dall’omonima graphic novel di Charles Foresman (penna di “The end of the f*****g world”), diretta da Jonathan Entwistle (regista di “The end of the f*****g world”), e prodotta dai produttori di Stranger Things.

Protagonista è Sydney Novak, “una noiosa diciassettenne bianca”, come lei stessa si definisce, che redige un diario al quale confida i suoi problemi: dall’elaborazione del suicidio del padre, passando per una nascente bisessualità, arrivando a dei poteri sovrannaturali piuttosto pericolosi.

“I am not okay with this”, la trama della nuova serie Netflix

Questa nuova serie Netflix all’inizio si presenta come una tipica storia adolescenziale. La protagonista, Sydney Novak, è una tipa sopra le righe, che da quando ha perso il padre (misteriosamente suicidatosi), ha un pessimo rapporto con la madre e si ritrova a dover badare al fratello minore. Nella sua cerchia di amici troviamo Dina, di cui è segretamente innamorata e che è però fidanzata con Bradley, rubacuori e giocatore di baseball; e Stanley Barber, vicino di casa dal cuore d’oro e le abitudini strambe, innamorato di Sydney nonché l’unico a conoscere il suo segreto.

Tutto sembra filare liscio, finché Sydney non fa una tanto importante quanto casuale scoperta: possiede dei poteri sovrannaturali. Quando è arrabbiata o imbarazzata, la ragazza può distruggere oggetti e persone con la mente. Man mano che la storia procede, Sydney sviluppa una repulsione per queste capacità, che scopre di aver ereditato dal padre e che le causano vere e proprie crisi di panico quando si presentano.

“I am not okay with this”, le tematiche

Al centro della storia di “I am not okay with this” c’è la rappresentazione di un’adolescente nel suo periodo più complicato. Sydney è una ragazza difficile, resa tale dal lutto del padre, al quale non riesce a dare una spiegazione e che incrina il rapporto con la madre. Quest’ultima è sempre impegnata a lavoro e Sydney le recrimina il fatto di non essere attenta a lei come lo era il padre.

Alle problematiche familiari si aggiungono poi i poteri che Sydney scopre di avere, un elemento che la collegherà ancora di più a suo padre ma che la allontanerà dalla realtà. Sydney non riesce a controllarli, e si sente diversa:l’elemento della diversità, del “sentirsi incompresi” è ricorrente nell’adolescenza e Sydney lo sperimenta a pieno, non riuscendo a confidarsi neanche con la sua amica del cuore e ritrovandosi a dover gestire una rabbia repressa che la porta fin troppo spesso a scoppiare.

Anche il tema dell’omosessualità è ben affrontato in “I am not okay with this”: Sydney è segretamente innamorata di Dina, che però è fidanzata con Bradley, il più popolare della scuola. Un po’ per non sentirsi rifiutata, un po’ per sentirsi sua pari, Sydney intreccia un brevissimo flirt con Stanley, che si tramuterà però in una solida amicizia.

“I am not okay with this”, cast e personaggi della nuova serie Netflix

La protagonista Sydney è interpretata da Sophia Lillis: classe 2002, l’avevamo già vista nel ruolo di Beverly Marsh, protagonista femminile di “It”. Menzione speciale anche per Wyatt Oleff, interprete di Stanley, anche lui giovanissimo, anche lui proveniente da”It”: nonostante la giovane età dei due protagonisti, il livello recitativo è altissimo e garantisce espressività e aderenza al ruolo. Ammettiamolo, riuscireste a immaginare qualcuno che non sia Wyatt indossare il tuxedo azzurro di Stanley Barber?

Da ricordare anche l’interpretazione di Aidan Wojtak-Hissong, che veste i panni di Liam, fratellino di Sydney. Liam è ancora un ragazzino, ma è dovuto crescere in fretta a causa della morte del padre e spesso tenta di badare a sé stesso.

“I am not okay with this”, ambientazione e colonna sonora

I am not okay with this” è composta da sette episodi della durata di 18-20 minuti ciascuno: perfetta per il binge-watching, la serie è fatta per essere vista senza interruzioni, come se si stessero vivendo gli eventi insieme ai personaggi.

La videocamera del regista di “The end of the f*****g world” si fa notare: le ambientazioni sono “familiari”, trasmettono un senso di piattezza che stride con il susseguirsi degli eventi e con gli stati d’animo dei personaggi. I colori caldi, abbinati ai costumi dei personaggi, sono fatti per creare un senso di stabilità, ma le parole di Sydney, narratrice fuori campo, ribaltano totalmente quest’impressione.

Nonostante l’ambientazione temporale attuale, la colonna sonora è composta da artisti recenti appartenenti al genere indie pop e da grandi nomi come Pixies, Bonnie Tyler e Paul Young, che ricordano l’America degli anni ’70. Menzione speciale per la band “Bloodwitch“, la preferita di Sydney e Stanley, che in realtà corrisponde ai nomi di Graham Cox, già compositore per “The end of the f*****g world” e Tatyana Richaud.

“I am not okay with this”, considerazioni finali

La nuova serie Netflix si presenta come un ottimo mix tra alcune delle produzioni più amate del colosso dello streaming, senza però risultare ridondante o “già vista”. Approfondendo tematiche attuali tra gli adolescenti, e aggiungendo l’elemento del sovrannaturale, “I am not okay with this” è un gioiellino da guardare e riguardare in attesa della seconda stagione, anticipata da un finale cliff-hanger e confermata dalle parole degli stessi creatori.

 

Anna Quirino

20 anni, studentessa di Economia quando mi va e giornalista sempre. Figlia di una ballerina, sono cresciuta tra musica, danza e arte. Amo viaggiare e scoprire culture, lingue e modi di vivere differenti. Mi nutro di conoscenza, mi piace imparare e stare al passo coi tempi. Anticonformista, simpatica (dicono!) e appassionata di cinema e intrattenimento. A cosa non rinuncerei mai? La mia libertà e un tacco 12 (o un sandalo flat, se non voglio soffrire).

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