Una delle caratteristiche senza dubbio più affascinanti di Peaky Blinders, andando oltre la cura fotografica, storica e delle ambientazioni, risiede proprio nella scrittura dei suoi personaggi e nella coerenza generale a distinguerli. Ognuno di loro, anche i secondari, presenta dei tratti unici che li identificano immediatamente nell’immaginario narrativo della serie, imprimendoli nella loro unicità.
In questi giorni è stata pubblicata la quinta stagione di Peaky Blinders e con essa un colpo di scena che ha lasciato di stucco tutti gli amanti della serie: il ritorno di Alfie Solomons.
Alfie è senza dubbio uno dei personaggi più enigmatici della serie e uno dei più apprezzati, incredibilmente valorizzato dalla performance di Tom Hardy, lo vediamo muoversi, “scivolare agilmente” in questo microverso criminale senza mai dare troppo nell’occhio, almeno fino al momento dell’incontro con Tommy Shelby. Il suo modo di parlare, le sue frasi, gli atteggiamenti, lo hanno reso immediatamente un personaggio iconico apprezzatissimo dal pubblico ma… Qual è la sua storia passata? Quali eventi lo hanno condotto a quello che è? queste sono domande che nella serie non trovano risposta.
Proprio in relazione a tutto quello che avviene o è avvenuto all’ombra della narrazione principale di Peaky Blinders, Steven Knight, il suo creatore, ha realizzato, su Peakyblinders.tv, due audio nei quali approfondisce le passate dinamiche di alcuni fra i personaggi principali, tra questi anche Alfie Solomons.
Il primo audio prende il nome di “La Ballata di Tommy Shelby” e in esso ritroviamo la voce di Cillian Murphy che recita una poesia nella quale vengono raccontate le motivazioni secondo cui Tommy diventa un gangster, mentre il secondo, raccontato dalla voce di Tom Hardy, dal titolo “Il Vangelo di Alfie Solomons”, parla della storia di Alfie, snocciolata lungo nove minuti di narrazione.
La voce quindi parte dalle origini del protagonista di Peaky Blinders, parte dalla Prima Guerra Mondiale gettando una immediata visione della vita. Parlando del padre esordisce dicendo che alcune persone nascono “male”, che lui era un adultero con tanti figli, un padre assente e un commerciante pronto a tutto. Proprio a partire dalla descrizione del padre ci viene rivelato uno dei suoi dettagli estetici più manifesti, ovvero il fatto che indossi sempre un particolare tipo di cappello, rivelando che questo è l’unico dettaglio che Alfie ricordi di suo padre:
“…tutto quello che ho mai visto di lui era il suo fottuto cappello.”
“Era appeso a una parete su un chiodo sopra il lavandino dove mia madre lavava il bucato della gente. Quel cappello era una sacra reliquia, misura otto e mezzo realizzato a Luton.”
“È un cappello che indosso fino ad oggi, ha ancora l’odore dell’acqua del Portogallo quando lo indosso.”
“Mia madre ha lavato le lenzuola, mio padre era un fottuto cappello.”
Successivamente si parla del modo in cui Alfie è cresciuto e di come abbia sviluppato la tipica freddezza che tutti conoscimo da Peaky Blinders. Da ragazzo è stato vittima di bullismo per il fatto di essere ebreo, questa una delle motivazioni che lo spinse ad aprire la panetteria a Camden Town, incipit di quella che saà la sua carriera criminale.
Ovviamente sappiamo tutti del suo periodo in guerra e adesso non ci resta che attendere nuovi svilupi dalla sesta stagione.
Ho sempre trovato nella scrittura un qualcosa di mio: il poter esprimere quanto ho dentro, parlando di argomentazioni che amo, penso sia un'obiettivo di vita importantissimo.
Studente in Lingue, culture, letterature e traduzione, dopo la pubblicazione di due romanzi ho intrapreso la strada del giornalismo senza guardarmi dietro.