Peaky Blinders è una di quelle serie che è riuscita a rapire l’attenzione dei suoi fan sia tramite la scrittura dei suoi personaggi, sia tramite l’estetica e le ricostruzioni storiche a valorizzarne i dettagli ed il contesto. E mentre si comincia a parlare di futuro, di quinta stagione e addirittura di sesta, una critica si solleva dal mondo degli accademici…
Avete letto bene, secondo un’accademica statunitense Peaky Blinders glorificherebbe la violenza e la mascolinità tossica.
La celebre serie ruota attorno alle vicende che vedono l’ascesa, nel mondo criminale inglese, della famiglia Shelby (buttando sempre un occhio verso la reale storia dei Peaky Blinders) originari di Birmingham, nel periodo esattamente successivo alla prima guerra mondiale. Lo show ha avuto un gigantesco successo in tutto il mondo, registrando grandi numeri e consensi.
In opposizione a tutto questo è stato recentemente pubblicato, dalla dottoressa George S Larke-Walsh dell’università del Texas, un articolo in cui mette in evidenza che dal suo punto di vista gli autori della serie utilizzano il contesto della guerra per romanticizzare la violenza dei protagonisti.
Secondo lei coloro che compaiono nella serie sono stati volutamente danneggiati da quello che la guerra ha rappresentato su di loro, per poi giustificarne le successive azioni e scelte. Inoltre, sempre in base ai suoi studi, i Peaky Blinders vengono rappresentati come dei “Robin Hood” che combattono giornalmente in un mondo “corrotto”, in un mondo marcio, ammantandosi delle loro credenze da gitani.
“Peaky Blinders utilizza la nostalgia per il nazionalismo, attuato all’interno di manifestazioni di estrema aggressività e promuovendo ideali maschili regressivi… Nell’attuale contesto sociopolitico e nelle preoccupazioni associate la prevalenza della mascolinità tossica, tali presentazioni non si sentono più confinate con sicurezza alla fantasia “.
Il documento, apparso su The Times e dal titolo: “The King’s shilling”: Come Peaky Blinders usa l’esperienza della guerra per giustificare e celebrare la mascolinità tossica, aggiunge anche che la serie televisiva, sfrutta il corpo nudo di Cillian Murphy per “suscitare il desiderio omosessuale” e “asserisce l’eterosessualità” attraverso la violenza brutale.”
Ho sempre trovato nella scrittura un qualcosa di mio: il poter esprimere quanto ho dentro, parlando di argomentazioni che amo, penso sia un'obiettivo di vita importantissimo.
Studente in Lingue, culture, letterature e traduzione, dopo la pubblicazione di due romanzi ho intrapreso la strada del giornalismo senza guardarmi dietro.