Con il secondo episodio, The New Pope entro nel vivo della sua storia presentando uno degli attesissimi personaggi della miniserie.
The New Pope, dopo l’eccentrico e tagliente primo episodio, cambia toni e inizia a svelare alcune delle sue migliori – e più attese – carte. Nei mesi passati, infatti, si è parlato moltissimo dell’ingresso di John Malkovich nel cast della miniserie. Paolo Sorrentino può quindi contare su un altro nome di grandissimo livello oltre a quello di Jude Law. L’assenza di Malkovich nella prima puntata, quindi, ha alimentato ulteriormente la curiosità degli appassionati. Facile, però, intuire che l’introduzione del nuovo personaggio sia stata gestita con grande cautela e astuzia. Il secondo episodio di The New Pope, quindi, svela una parte di questa strategia.
Dopo il primo esperimento miseramente fallito, il cardinale Voiello (Silvio Orlando) è costretto a ripensare tempestivamente le sue astute congetture all’ombra del Vaticano. I confronti con i fidati collaboratori della Santa Sede hanno come risultato un nome, fino a quel momento solamente sussurrato, per il vertice del papato. Il misterioso ed enigmatico Sir John Brannox (John Malkovich) è il vero candidato per il post da The New Pope. Il cardinale inglese risultato del “matematico Spirito Santo” ha saputo farsi conoscere per aver convertito un grandissimo numero di fedeli anglicani. L’affascinante incontro con Brannox rappresenta così il vero inizio della nuova miniserie di Paolo Sorrentino.
Perchè The New Pope?
La scelta del regista di dare un nuovo titolo alla mini-serie seguito di The Young Pope è risultata a dir poco curiosa. Infatti, sono chiare a tutti le dinamiche base che si innescano dietro al successo di un prodotto e del suo nome, del suo brand. Sorrentino, però, ha immaginato The New Pope proponendo una nuova prospettiva su quanto visto con sguardo cinico e curioso nel precedente esperimento per il piccolo schermo. Ecco, quindi, che nei primi due episodi si staglia all’orizzonte la figura di un nuovo papa in netto contrasto con Lenny Belardo (Jude Law). Non si tratta di posizioni ma di atteggiamenti, filosofie. L’austera eccentricità di Pio XIII è quindi chiaramente distante dall’atteggiamento ombroso ma in qualche modo accomodante di Brannox.
Un sempre splendido John Malkovich fa il suo ingresso in scena con un po’ di eyeliner circondato da un’atmosfera vagamente decadente. Nei confronti, prima enigmatici poi più distesi, con Voiello si trova la conferma di quello che il Segretario di Stato cercava. Dopo Belardo serve normalità e, in nome di questa e delle sue ipocrisie, si deve rinunciare a tutto. Quindi, è interessante osservare come la presentazione di Brannox – che paradossalmente procede per sottrazione – rappresenti la risposta perfetta alle richieste per The New Pope. Era, infatti, chiaro già dall’episodio precedente che il personaggio di Malkovich sarebbe stato frutto di questo gioco di contrasti. Assente al conclave, il suo è in realtà un nome costantemente presente nelle menti e nelle voci dei cardinali che, in tutta sincerità, non hanno però nemmeno idea di chi si tratti. Alla fine di questi due episodi, quindi, anche lo spettatore proverà le stesse sensazioni davanti a una figura sinistramente rassicurante ma, in realtà, totalmente sconosciuta.
L’importanza del palcoscenico
Questo secondo episodio di The New Pope, tuttavia, non vede in scena solamente un grandioso Malkovich. Intorno a questa misteriosa e interessante figura, infatti, si sviluppa un gruppo nutrito e variegato di personaggi che affronta da più lati un nucleo tematico centrale. Il fulcro dell’episodio, perfettamente in sintonia con la personalità di Brannox, è infatti la riflessione sulla solitudine e tristezza nella maestosità, dei vizi e delle paure dell’uomo che vengono prima degli oneri e onori di un ruolo di prestigio. Lo stesso personaggio di Malkovich in un suggestivo dialogo suggerisce che l’unica fortuna dei cristiani è quella di poter credere in un Dio in grado di mitigare le loro paure.
La fede, quindi, è dettata solamente da questo? The New Pope al momento ancora non trova una risposta completa ma stuzzica il pubblico. Come e, forse, meglio del passato, fotografia e scenografia indugiano sui contrasti tra religione e istituzione religiosa senza però proporre riflessioni banali e superficiali. Sorrentino, quindi, prende deliberatamente e giustamente i suoi tempi per raccontare ancora una volta una storia fuori dagli schemi. La curiosità per i prossimi episodi è ancora alle stelle!