Tutti i suggerimenti, pubblicati di recente su The Walking Dead, hanno alimentato la curiosità dei fan verso questo terzo episodio della decima stagione. I video, gli articoli, le interviste e le dichiarazioni dal dietro le quinte hanno parlato della sua importanza e… Adesso ne abbiamo una conferma.
Il terzo episodio di The Walking Dead 10, dal titolo “Ghosts” (“Fantasmi”), si apre attraverso una narrazione serrata e scandita dalle ore, narrazione che mette in chiaro fin dall’inizio la situazione. Ci ritroviamo ad Alexandria e il gruppo di sopravvissuti insediato lì si ritrova a dover affrontare continue ondate di Zombie che assaltano le mura e il cancello principale. Ovviamente i ragionamenti verso questo evento si muovono tutti verso Alpha, e la situazione si tramuta immediatamente da un qualcosa di irrazionale a una chiara “risposta” alle azioni precedenti.
Sappiamo benissimo, dagli eventi di The Walking Dead 9, che Alpha aveva posto dei limiti invalicabili nel suo territorio, impedendo ai nostri protagonisti anche soltanto di sfiorarlo. Sappiamo anche che in situazioni di estremo pericolo personale loro hanno scelto di andare oltre questa “Regola”, sconfinando nel territorio dei Sussurratori.
Ogni scelta porta a una conseguenza, e sembrerebbe proprio che loro stiano raccogliendo i frutti di quanto hanno seminato, almeno finchè Alpha stessa non deciderà di incontrarli. Ecco che da questo evento la narrazione si diramerà in 3 direzioni distinte, ognuna con le sue tematiche e la sua importanza: da una parte troviamo Aaron e Negan, dall’altra il gruppo che va ad incontrare Alpha (con Deryl, Carol e Michonne fra le sue fila) e dall’altra ancora troviamo coloro che restano ad Alexandria.
Con la prima “strada” troviamo, finalmente, ad un Negan più libero di muoversi nel contesto in cui lo abbiamo incontrato, non a raccogliere frutta o a parlare in una cella, bensì sul campo di battaglia, sempre sotto lo sguardo vigile di Aaron che continua a soffrire per quanto accadde ad Eric. Qui avremo la possibilità di valutare tutte quelle speculazioni che i fan di The Walking Dead hanno fatto l’anno scorso: Negan sarà cambiato? Avrà trovato la redenzione? Sarà diverso?
Ancora non ci è dato saperlo, anche perché il personaggio stesso resta sempre sospeso fra la derizione e la convenienza. Questa strada narrativa ci mostra una collaborazione ma anche un attento studio della situazione fra due persone che hanno sofferto nella loro vita e che si ritrovano a collaborare per scelta personale.
Con il secondo gruppo, invece, vediamo il confronto diretto con Alpha, proprio al confine delle “picche”, luogo iconico di The Walking Dead 9. Fin da subito Alpha mette in chiaro le cose, conosce la verità sulle volte in cui hanno sconfiato, dato che li hanno sempre tenuti d’occhio e l’unica cosa che vuole è più territorio.
Seppur la risposta del gruppo sembra positiva, con il pensiero rivolto alla comunità, Carol non è dello stesso avviso. Il suo personaggio qui compare stremato, spezzato e distrutto, sia dal sonno, sia dalla sofferenza verso Henry e sia dal sonno perso.
Questa seconda strada sarà infatti la più introspettiva dell’episodio, qui la narrazione muterà ulteriormente toccando corde profondamente personali e, per la prima volta, esploreremo la fragilità che disegna Carol adesso. Fra visioni, sogni e pillole, sarà proprio questo personaggio a dover affrontare i Fantasmi del suo passato, in un viaggio che diventa tormento e sfiducia.
La terza strada invece ci mette davanti al fatto che, volenti o nolenti, tutti restano uniti, sopratutto in situazioni estreme come questa. Che siano sfiancati dalle esperienze personali, o dalle poche ore di sonno, ancora una volta Alexandria riesce ad andare avanti, anche scendendo a compromessi, compromessi che condurranno a nuove risposte interne, mentre qualcuno si risveglia in un prato lontano…