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The Walking Dead 8 Recensione finale di stagione: La mia misericordia prevale sulla mia ira

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The Walking Dead 8 Recensione completa. Con una particolare attenzione a The Walking Dead 8×16, andiamo ad analizzare tutta l’intera ottava stagione. Si è chiuso un ciclo tra imboscate, rabbie represse, redenzioni, misericordia e sangue… E ora quale direzione prenderà la serie?

L’imboscata dell’imboscata dell’imboscata dell’imboscata e/o la mia misericordia prevale sulla mia ira. Così potrebbe essere descritta The Walking Dead 8×16. Puntata dinamica con molte panoramiche insolite per lo stile della serie alternate ai soliti abusati primissimi piani che hanno notevolmente caratterizzato questa ottava stagione, molto più introspettiva delle altre.

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Ora andiamo alla recensione di The Walking Dead 8, descrivendo la parabola che segue la stagione, per poi fare qualche considerazione di quello che potremmo vedere nella prossima, la nona.

The Walking Dead 8 Recensione: A.C. e D.C.

Non vorrei risultare blasfemo ma The Walking Dead 8 può essere divisa in A.C. e D.C., dove per C intendo Carl. Il filo conduttore: i continui flashforward, se così vogliamo chiamarli, di un futuro pacifico con un Rick anziano. Questi accompagnano l’intera stagione dall’inizio alla fine dando una prospettiva circolare che viene sancita con la frase di Rick, ai piedi dell’albero, appena dopo aver sconfitto Negan, “la mia misericordia prevale sulla mia ira” che richiama inevitabilmente la prima puntata di The Walking Dead 8, il cui titolo riportava quella stessa frase.

Una circolarità complicata e arricchita dalla vicenda di Carl. Fino alla settima/ottava puntata la trama si limita a delineare i due schieramenti e le loro tattiche con parecchi focus, come capita spesso, su alcuni personaggi al limite. Chiamiamoli i border line, quelli che si trovano in una posizione non ancora definita (vedi Eugene e Dwight).

Con “Onore“, The Walking Dead 8 inserisce nella trama il messaggio disperato e lucido di Carl che agisce come un morbo. S’insinua lentamente nella testa dei vari protagonisti, Rick ne è l’esempio più lampante, fino ad attecchire definitivamente. Ed è, assieme all’introduzione di Georgie e del libro-chiave in The Walking Dead 8×12, ciò che permette il cambiamento della serie. O meglio, del cambiamento che verrà.

The Walking Dead 8 Recensione: Riscatto Eugene

È forse la parabola più interessante di questa ottava stagione. Eugene e il suo imperativo biologico strettamente e necessariamente legato alla sua naturale vigliaccheria. Tra i personaggi più odiosi e odiati dal pubblico, ma sempre meno di Gregory, è, a mio modo di vedere, quello su cui Gimple, Kirkman & C. hanno lavorato più in profondità. L’introspezione psicologica è veramente dettagliata, piena di sfumature tanto da sfuggire nel finale.

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Eugene opera il suo riscatto nel momento più cruciale. Il suo imperativo biologico ha lasciato spazio a qualcosa di più irrazionale e più emozionale. Dal seguire razionalmente l’istinto di sopravvivenza all’abbracciare irrazionalmente la logica dell’appartenenza (il suo legame con il gruppo di Rick e in particolar modo con Rosita). Un’irriducibile lotta interiore sciolta nel momento di più alta tensione della puntata… dell’ultima occasione per il riscatto.

The Walking Dead 8 Recensione: Alcuni non dimenticano

Il duello fra Rick e Negan all’ombra di un albero su cui, come foglie, stanno appesi due specchi che assomigliano alla vetrata di una chiesa, sul versante di una collina. Una scena che potrebbe provenire da un vecchio film western, alla Sergio Leone. E poi la decisione di Rick, infettato dal morbo di Carl: che la misericordia possa prevalere sull’ira.

Negan non poteva uscire di scena. Si era intuito. Troppo carismatico, troppo importante per la serie… uno dei personaggi più riusciti di The Walking Dead (in questa sicuramente il migliore). Avrebbe meritato ulteriori approfondimenti e così sarà.

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Ma non tutti dimenticano e non vogliono neppure farlo. Daryl e Maggie, con Jesus che ascolta in silenzio, introducono un possibile scenario che potrebbe portare un duro scontro all’interno del gruppo. A causa di chi, nel bene o nel male, non ha ancora preso il morbo di Carl, di chi non è stato infettato dal suo messaggio lucido e disperato.

Un finale di stagione che chiude un’epoca e che, con quelle panoramiche, preannuncia l’apertura del mondo apocalittico, finora stretto, vissuto tra le mura di piccoli fortini, cambiati, distrutti e ricostruiti. Una ventata di novità che potrebbe solo far bene a una serie giunta all’ottava stagione.

The Walking Dead 8 Recensione: Il futuro che verrà

L’era Negan è finita. C’è una nuova comunità, più grande, che si basa sul messaggio di Carl. Quindi non ci saranno spostamenti e nessun nemico all’orizzonte. Ecco, a proposito di quest’ultimo, secondo me, tratterà The Walking Dead 9. La serie allargherà il suo orizzonte, amplierà il suo raggio d’azione. A cominciare da quell’elicottero intravisto qualche volta in questa stagione.

Rick, Michonne & C. saranno protagonisti di una trama ancora più grande che coinvolgerà sicuramente Georgie. E l’unica cosa che si trascinerà, lasciata in sospeso in The Walking Dead 8, sarà proprio la volontà di Daryl e Maggie di uccidere Negan. Questo punto sarà molto interessante per vedere l’evoluzione dei rapporti tra i maggiori protagonisti, e forse fatale per un’altra dolorosa uscita di scena, in stile The Walking Dead.

Formazione prettamente umanistica: dalla triennale in Lettere a Torino alla magistrale in Editoria e giornalismo a Roma. Appassionato di scrittura e cultura... e oramai da anni invischiato nel mondo delle serie tv.

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