The Walking Dead 9×02. Negan ancora presenza oscura ma ogni volta sempre più ingombrante. Tra rabbia, amore, perdono e sensi di colpa la costruzione di un ponte. Ecco la nostra recensione della seconda puntata.
Dopo un’intensa prima puntata, Un nuovo inizio, dove abbiamo apprezzato più di un colpo di scena, The Walking Dead 9×02 abbassa vertiginosamente la tensione offrendo un episodio di transizione in cui poco succede e l’obiettivo sembra tutto indirizzato a preparare l’entrata ritardata di Negan sulla scena.
Se nella prima puntata era presente come un fantasma che aleggiava e tormentava, in particolare Maggie, in Il ponte appare nell’ombra della cella: solo il dettaglio dei due occhi perfidi e poche frasi suggestive.
Ben poco emerge da “Il ponte” se non pochi ma fondamentali punti di criticità che potrebbero rovesciare in maniera drastica la situazione. In primis, la gestione del comando. È ormai palese come alcune decisioni potrebbero diventare delle armi a doppio taglio, se prese da un leader (facciamo soprattutto riferimento a Maggie e in seconda battuta a Rick) sull’onda delle emozioni e soprattutto senza tener conto dell’umore che serpeggia tra la maggior parte degli abitanti della comunità. Il dietrofront di Maggie suggerito da Jesus e Michonne è arrivato nel momento giusto a disinnescare la tensione alta che si respirava dopo l’esecuzione di Gregory. Dall’altra parte, invece, le tensioni tra Rick e Daryl su come comportarsi con i Salvatori e soprattutto con Negan rimangono accese e non è da escludere, se queste dovessero alimentarsi, un possibile caos all’interno della comunità che potrebbe far cadere tutto.
Il ponte, in questo caso, diventa il simbolo di questa situazione. Il simbolo della necessità di dover giungere a un accordo comune ed eliminare le distanze di pensiero. Che siano rallentati i lavori al riguardo è un’ulteriore allegoria alle tensioni createsi durante The Walking Dead 9×02, con conseguenze gravi (l’amputazione del braccio di Aaron). Diventa un monito, un avvertimento che l’equilibrio di relativa pace che si è creato è sottilissimo e potrebbe spezzarsi da un momento all’altro.
L’altro punto di criticità che emerge è la tipologia di comunità che si vuole costruire. Da una parte l’autoritario, basato sulla paura, e tirannico modello dei Salvatori, capeggiati da Negan, l’uomo forte al comando; dall’altra il più fragile e complesso modello di Rick che aspira a diventare a tutti gli effetti una democrazia ma che presenta ancora delle falle su cui puntualmente Negan si sofferma nella scena finale. Due sistemi a confronto, aspettando di conoscere qualcosa di più sul modello alternativo di Georgie e del suo gruppo, che ancora non si sono visti in queste prime due puntate ma che, dati i riferimenti in The Walking Dead 9×02, potrebbero comparire nella prossima.
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