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Recensione

Una Serie di Sfortunati Eventi 2×06: RECENSIONE – Il vile villaggio (Parte 2)

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Una Serie di Sfortunati Eventi 2×06. Seconda parte del capitolo dedicato al vile villaggio. I Baudelaire affrontano la morte di Jacques Snicket, mentre il detective Dupin/Olaf ordisce la sua oscura trama per impossessarsi del loro patrimonio. Intanto i Pantano sono ancora in trappola… chissà dove.

La precedente puntata di Una Serie di Sfortunati Eventi si era conclusa con questa frase: “Il Conte Olaf è morto!“. Ma tutto quello che succede nel Villaggio dei Fanatici è coperto sempre dal velo della menzogna… come il detective Dupin non è in realtà il detective Dupin, l’agente Luciana non è Luciana e quello morto non è, appunto, il Conte Olaf… ma Jacques Snicket, fratello di quello che ci sta raccontando questi tristi eventi.

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Una Serie di Sfortunati Eventi 2×06: Il gioco di colori

Il villaggio surreale continua a essere descritto attraverso il contrasto di colori marcati. Un uso, questo, che rende le immagini più suggestive ed evocative. L’esempio perfetto è dato dalla mongolfiera mentre ascende e lascia la casa di Hector. Il contrasto tra la casa piccola dalle sfumature marroncine e l’azzurrina, più grande mongolfiera dà l’impressione di una nascita o liberazione. Una nascita o liberazione che è metafora della condizione di Hector. La sua personalità costretta, ingabbiata da regole assurde (il villaggio e la casa piccola) che si eleva, si espande e si può liberare (la mongolfiera).

È sicuramente il punto più evocativo e allegorico della puntata che si contende il primato con il gioco costruito sull’espressione utilizzata nel teatro greco per sottolineare l’arrivo improvviso di qualcosa che risolve la situazione: Deus ex Machina.

Una Serie di Sfortunati Eventi 2×06: Deus ex Machina

È un’espressione figurata ma che Snicket si diverte a rileggere letteralmente ripresentandola diverse volte nel corso della puntata. Fa introdurre l’espressione da Klaus mentre i Baudelaire sono in prigione e da lì è un crescendo. Prima il Deus ex Machina prende le sembianze di un ariete fabbricato da Violet con una corda, un vassoio e un pane durissimo.

Poi pochi minuti dopo il Deus ex Machina diventa un sidecar con a bordo Larry e la segretaria Jacqueline. Fino a trasformarsi in una mongolfiera che si rivela utile per i Pantano, un camion per i pompieri utile per i Baudelaire, e, infine, una macchina vera e proprio per il Conte Olaf ed Esmé Squalor.

E ora tutti gli orfani sono in una condizione diversa: i Pantano non più nelle grinfie del Conte Olaf e i Baudelaire non più sotto la “tutela” del signor Poe. In pratica, soli ma liberi.

Formazione prettamente umanistica: dalla triennale in Lettere a Torino alla magistrale in Editoria e giornalismo a Roma. Appassionato di scrittura e cultura... e oramai da anni invischiato nel mondo delle serie tv.

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