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Victoria: 3 meravigliosi scenari mostrati nella serie

La seconda stagione del brillante period drama Victoria si è caratterizzata, maggiormente rispetto alla stagione d’esordio, di scenari variegati che oltrepassavano i confini di Buckingham Palace e donavano alla storia un contesto inedito e affascinante. Vi presentiamo oggi 3 meravigliosi scenari “esterni” che hanno dipinto lo sfondo degli episodi di Victoria in maniera innovativa e sorprendente.

Victoria è una di quelle serie tv in cui il lavoro di squadra tra le diverse componenti che danno vita al period drama così come lo vediamo sullo schermo è a dir poco indispensabile e caratterizzante. Ogni dettaglio, ogni scelta di produzione, ogni singola inquadratura catturata dalla regia o dalla fotografia impreziosisce la scena e la storia che racconta in quel momento, confezionando il tutto in una cornice visiva talmente d’impatto che a volte riesce quasi a stuzzicare la totalità della realtà sensoriale dello spettatore.

Le sfumature di colore che riempiono e ravvivano gli scenari interni ed esterni di Victoria sono sempre state tra le componenti più squisite e curate di questa serie e se nella prima stagione le tonalità erano spesso “autunnali”, tenui ma intense nella morbida delicatezza di panorami spesso naturali e colti nella loro chiaroscurale eleganza, nella seconda stagione la serie sembra aver acceso i suoi colori, sia quelli più brillanti e luminosi che la loro controparte più ombrosa e cupa, un contrasto che esplode meravigliosamente soprattutto negli scenari caleidoscopici che hanno fatto da sfondo alle storie.

Questi sono dunque i 3 scenari più caratteristici della seconda stagione di Victoria, straordinari sia visivamente che per la narrazione a cui fanno da sfondo vivo.

1. Victoria 2×02 – Brocket Hall

Brocket Hall è un’ambientazione di cui abbiamo visto inevitabilmente poco, poiché comunque legata a doppio filo a un personaggio, quello di Lord Melbourne, il cui tempo nella storia e nella vita di Victoria era fin dal principio destinato a esaurirsi presto. Ciò che affascina profondamente della residenza familiare di Lord Melbourne è notare quanto essa venga ritratta in Victoria come un riflesso e al tempo stesso un prolungamento della personalità del personaggio, della sua caratteristica introspezione, della malinconia sottile ed elegante che lo definiva, della quiete nostalgica che riempiva i suoi ultimi anni di attività e di vita. Per questo motivo infatti, quando rivediamo Brocket Hall nella seconda stagione, la residenza riprende esattamente le stesse tonalità delicate ed eteree che avevano colorato l’iconica scena della proposta di Victoria nella prima stagione, quando aveva offerto il suo amore a Lord Melbourne. I contesti storici e narrativi che fanno da sfondo a questa seconda visita sono innegabilmente ben diversi questa volta, i sentimenti coinvolti nella scena possiedono una natura differente e anche gli stessi protagonisti hanno già vissuto esperienze tali da cambiare in parte la loro attitudine quotidiana ma c’è ancora qualcosa di indefinito che rende quel momento ancora unico nel suo tempo e nel suo spazio.


La serra privata di Lord Melbourne in cui Victoria lo sorprende diventa anche solo per pochi minuti un rifugio fuori dal mondo, un “giardino dell’Eden”, come Victoria lo definisce, in cui tutto appare più semplice, più luminoso e puro, una limpidezza che si ritrova proprio nelle luci, nei colori appena accennati come pennellate dai contorni poco nitidi. La regia di Lisa James Larsson e le still di produzione di Gareth Gatrell riescono a catturare questa quiete, riescono a distaccare Brocket Hall e le anime che la vivono in quel momento dal resto del mondo, una distanza che dona a Victoria la lucidità di cui aveva bisogno mentre Lord Melbourne le restituisce la sicurezza nelle sue capacità, l’indipendenza del suo potere e anche il sorriso sincero che le illumina il volto. Dal punto di vista della sceneggiatura, la scena possiede anche particolari dettagli storicamente accurati che completano un momento assolutamente pregiato ma è nel complesso che quello scenario appare totalmente diverso dalla realtà di Victoria, rarefatto nella sua semplicità e dedicato solo a una giovane regina e al suo più fidato consigliere.

2. Victoria 2×05 – Francia

L’episodio che segna il primo viaggio di Victoria oltre i confini nazionali non potrebbe essere più brillante, radioso e intenso in ogni singola tonalità di colore di quanto lo abbia reso il regista Jim Loach. Lo scenario francese che fa da sfondo all’incontro tra Victoria e il monarca di Francia Louis Philippe I è luminoso in maniera quasi dolcemente accecante in ogni sua scena, a partire dal tragitto in mare che solo Victoria riesce ad apprezzare e a vivere con entusiasmo, fino ad arrivare ai costumi indossati dalla regina, i cui colori non sono mai stati così vividi e accesi in tutte le loro sfumature ben definite.

L’ambientazione francese è caratteristica in ogni suo scenario, dal giardino privato di Louis Philippe in cui Victoria dà prova di essere un’abile figura politica, conquistando anche l’ammirazione del re, al pic-nic sul prato con la residenza reale sullo sfondo in cui persino i colori dei dolci presenti sui tavoli arricchiscono la scena con una luce avvolgente e totale; dal bosco in cui Albert ritrova un momento di serenità tuffandosi nelle acque limpide e fresche della sorgente agli interni delle camere del palazzo. Ogni spazio è pervaso da gradazioni di colori nette, definite nei contorni e nelle forme; ogni inquadratura presenta lievi “lens flare, ossia quei riflessi di luce che si creano quando i raggi del sole filtrano attraverso una lente, e tutti questi dettagli di regia e di produzione diventano così silenziosi protagonisti della trasferta francese mostrata nel quinto episodio di Victoria, un episodio in cui storicamente, il viaggio in Francia compiuto da Victoria e Albert nel 1843 segna un importante incontro diplomatico con la nazione che era considerata la maggiore potenza imperiale mondiale, mentre visivamente lo scenario fa da padrone e rende la serie squisitamente coinvolgente.

3. Victoria 2×07 – Scozia

Il viaggio in Scozia di Victoria nasce inizialmente come una necessità, derivata dall’urgenza di allontanare la regina per un breve periodo di tempo in seguito all’ennesimo attentato alla sua vita, ma in realtà diventa ben presto un’occasione per Victoria di vivere un sogno d’infanzia e visitare quei luoghi di cui aveva letto nelle storie con cui era cresciuta. La meraviglia e la pura innocenza che traspaiono dagli occhi entusiasti di Victoria (e che riprendono fedelmente la passione che la regina provava nei confronti dei paesaggi scozzesi) rappresentano ogni volta uno degli aspetti più luminosi di questi viaggi mentre il frequente cambio di scenario ha reso la seconda stagione di Victoria viva, variegata e particolare proprio per il suo aspetto caleidoscopico.

 

Il lavoro di regia compiuto da Daniel O’Hara nelle Highlands scozzesi è assolutamente magistrale e nonostante gran parte delle riprese siano accompagnata da un cielo tetro e da un’atmosfera cupa e a tratti inquietante, lo scenario scozzese dona a questo episodio di Victoria un volto caratteristico, un gusto inconfondibile che ti permette quasi di avvertire il vento lieve ma costante e di toccare quella nebbia che pervade i boschi e confonde il percorso di Victoria e Albert. L’accompagnamento musicale delle tradizionali cornamuse racchiude l’ambientazione in una cornice identificativa mentre le danze tipiche scozzesi che si svolgono nel bosco creano un contrasto tra le restrizioni sociali della vita al castello e la libertà vissuta dai soldati in compagnia della servitù.

La scenografia di Victoria è solo uno degli aspetti impeccabili di questa serie su cui spesso la critica soprassiede, un lato del period drama in costante evoluzione, la cui qualità evidente porta Victoria, in quanto prodotto finito, su un livello di molto superiore alla media.

Rita Ricchiuti

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