La famosa web tax che tutta l’Europa dovrebbe proporre a Google e tutte le altre aziende digitali non è ancora stata promulgata definitivamente. Eppure la Spagna ha già giocato d’anticipo proponendo a Google una piccola tassa al fine di finanziare 3,3 miliardi di spesa previdenziale aggiuntiva. Ecco i dettagli.
La potenza economica di Google è indiscutibile e lo stesso vale per le principale aziende digitali nel mondo. Proprio per questo motivo si è pensato di realizzare una web tax a livello europeo che aiuti a mantenere un buon bilancio economico in tutta Europa.
In particolare, dal momento che questa famosa web tax non riesce a pronunciarsi definitivamente da più di un anno, il governo spagnolo avrebbe deciso di istituirla anticipatamente per aumentare le pensioni e salvare la legislatura. Da madrid, il ministro dell’Economia Roman Escolano, ha annunciato di voler presentare “il più presto possibile” e “con ampio consenso” la tassa su Google (e anche sulle altre grandi società digitali).
Al di là dei principali problemi riguardanti la maggioranza in parlamento, questa tassa su Google dovrebbe essere istituita già entro la fine di quest’anno.
Ma come stanno realmente le cose? L’aumento delle pensioni avrà un costo di 3,3 miliardi tra il 2018 e il 2019 e dove è possibile reperire questo denaro? Ovviamente con una nuova tassa, ma visto che tassare ancor di più i cittadini non sarebbe buona cosa, l’opzione Google sembrerebbe questa più preferita, dati gli alti livelli di capitale dell’azienda di Mountain View.
Ercolano ha affermato:
«La stragrande maggioranza dei partner è a favore di questa tassa»
Anche se però a Sofia (dove è in corso l’Ecofin) solo Francia, Italia, Portogallo, Slovacchia, Bulgaria, Polonia e Spagna, hanno sostenuto esplicitamente l’aliquota europea rivolta alle aziende digitali.
Purtroppo mettere tutti i Paesi d’accordo per la web tax non è molto facile e i tempi di decisione si stanno allungando sempre più, per questo motivo il governo spagnolo ha già deciso di muoversi verso quesa direzione. 28 sono i Paesi che hanno dibattuto la proposta che prevederebbe una imposta del 3% sul fatturato oltre i 750 milioni di euro a livello globale e di 50 milioni nell’Ue su Google ma anche su tutte le aziende che lavorano nell’ambito digitale.