Recenti indagini sull’antitrust americano avrebbero provato che YouTube starebbe puntando molto sulle pubblicità mirate ai ragazzini. Ecco tutti i dettagli.
L’accusa è semplice: “Raccogliere i dati dei più piccoli per inondarli di pubblicità mirate”. YouTube, secondo recenti indagini avrebbe violato le leggi statunitensi in merito alla protezione dei dati dei bambini.
Il colosso americano dei video starebbe rivendendo quei dati agli inserzionisti pubblicitari in grado di profilare delle pubblicità ad hoc da mandare ai bambini americani, per aumentare la commercializzazione di vari prodotti, soprattutto videogiochi.
Cosa sarebbe successo in particolare? L’accusa, guarda caso, è stata proprio rivolta da alcune associazioni a difesa dei consumatori in USA nei giorni dello scandalo Facebook-Cambridge Analytica. Quest’ultime associazioni si sarebbero rivolte a numerosi studi legali americani per indagare su Google per violazione del Children’s Online Privacy Protection Act, una importantissima legge federale che disciplina la raccolta di informazioni su bambini al di sotto dei 13 anni di età. Almeno ciò è quello che raccontano alcuni importanti media americani.
E’ stato dichiarato:
“Google in sostanza ha tratto profitto nel conservare dati dei bambini su YouTube. Questa raccolta illegale è andata avanti per anni e coinvolge decine di milioni di bambini”.
Se queste accuse si dovessero trasformare in sanzioni, per il colosso Big G si attenderanno perdite di fatturato per alcuni miliardi di dollari.
I termini di servizio di YouTube sono chiari: la piattaforma non è accessibile ai minori di 13 anni. nonostante ciò i ragazzini possono guardare i video sulla piattaforma semplicemente mentendo sulla loro età. I dati di Trendera research sono altrettanto chiari e parlano di un buon 45% dei bambini tra gli 8 e i 12 anni avente un profilo YouTube. Ciò consentirebbe a Google di avanzare campagne pubblicitarie su misura per questi ragazzini incoscienti.
La replica di Google alle accuse non è tardata ad arrivare:
“Proteggere i bambini e le famiglie è sempre stata una nostra priorità. Leggeremo il reclamo e valuteremo se ci sono azioni che possiamo intraprendere per migliorare”.
Per attendere risvolti sull’accaduto occorrerà aspettare. Probabilmente Google ha già predisposto le giuste armi per difendere il suo prodotto: YouTube.