Borderlands 3 è uscito ormai da più di una settimana, ma per poterne parlare in maniera approfondita abbiamo voluto prenderci del tempo. Ecco quindi la nostra recensione.
Nell’ormai lontano 2009, i giocatori di tutto il mondo, insieme ai Cacciatori della Cripta Lilith, Brick, Roland e Mordecai, hanno esplorato per la prima volta il pianeta Pandora con l’obiettivo di aprire la sua Cripta. Una volta aperta, i quattro hanno dovuto affrontare un temibile mostro, il Distruttore. Qualche anno dopo, Jack il Bello ha stregato i fan della serie in Borderlands 2, divenendo il villain più amato dal pubblico grazie alla sua splendida caratterizzazione. L’attesa per questo terzo capitolo era quindi grande e molte erano le aspettative. Scopriamo dunque se Gearbox Software è riuscita a creare un capitolo conclusivo non solo migliore tecnicamente, ma anche dal punto di vista narrativo.
La versione di gioco da noi testata è quella per PlayStation 4 e il titolo è stato giocato su una PlayStation 4 Pro.
Borderlands 3 – Sanctuary
All’inizio del gioco ci troviamo sulla nostra amata Pandora. Di nuovo? Direte voi. Questa volta però l’aria che si respira è decisamente diversa. L’atmosfera è più cupa e tesa e le terre selvagge da noi conosciute sono popolate dai Figli della Cripta, FDC, banditi corrotti e ammaliati dalla potenza dei due gemelli Calypso: Tyreen e Troy. I due, grazie ai loro poteri da Sirene, hanno creato una comunità di discepoli, pronti a sacrificarsi per i due “dèi” al loro ordine. Il nostro scopo, insieme a Lilith, ormai conosciuta come l’Aquila di Fuoco, e altre vecchie conoscenze è quello di impossessarci della Mappa delle Cripte in modo tale da poterle aprire tutte prima dei gemelli. Una differenza quindi questa volta c’è. Non siamo confinati su Pandora, bensì possiamo spostarci su diversi pianeti grazie alla nave spaziale gentilmente offerta da Ellie, soprannominata Sanctuary.
La trama nel suo complesso ci ha convinti, con alcuni colpi di scena interessanti e personaggi come sempre ben caratterizzati. Alcuni eventi non ci sono stati però spiegati in maniera approfondita e quindi starà a noi ipotizzare come alcune cose accadute sia state effettivamente possibili. I temi trattati non sono leggeri, la storia parla di lutto, dell’educazione dei propri figli e di come la popolazione di oggi sia fortemente influenzata da ciò che vede su internet, su Youtube e attraverso gli streaming.
I due gemelli sono infatti due caricature degli influencer dei giorni d’oggi e mostrano come di fronte a una telecamera la realtà venga completamente distorta e di come le figure di spicco presenti su internet possano condizionare il loro pubblico.
Le vecchie conoscenze che abbiamo incontrato sul nostro cammino infine hanno avuto quasi tutte un impatto importante sulla storia e non si sono presentati come meri NPC da fan service.
Alla volta delle Cripte
Il gameplay è rimasto per lo più invariato se non per alcune nuove interazioni che è possibile avere con l’ambiente di gioco. Grazie all’environment è possibile infatti pianificare differenti strategie per affrontare i nemici che ci si parano davanti. La balistica è la stessa, ma questa volta alcune armi presenteranno due diverse modalità di fuoco. Le armi elementali per esempio, in certi casi presenteranno sia danno corrosivo che danno radioattivo (che ha sostituito il vecchio danno da Scoria), interscambiabili in qualsiasi momento. Grazie a questa nuova caratteristica la varietà delle armi presenti nel gioco è di gran lunga aumentata rispetto ai suoi predecessori, facendo sì che i giocatori possano scegliere come affrontare le loro battaglie scegliendo in una pool davvero grande.
Oltre alle missioni di trama, sui vari pianeti esplorabili di Borderlands 3, che non sono molti, ma rispetto all’idea di passare 50-100 ore di gioco solamente su Pandora, è già un enorme passo avanti, avremo modo di affrontare numerose missioni secondarie, tra le quali favori personali per il nostro equipaggio e vere e proprie taglie. Perla interessante, il fatto che se porterete a compimento alcune missioni secondarie specifiche, potreste imparare qualcosa in più sui futuri avversari di trama o potreste ricevere armi adatte ad affrontarli. Se però avrete già sconfitto il nemico di cui parlano gli NPC di quella missione, questi reagiranno in maniera differente nei dialoghi, dando maggiore profondità all’ambiente di gioco.
Ognuno dei quattro Cacciatori disponibili per giocare, Moze, FL4K, Zane e Amara, possiede tre rami differenti di abilità, sovrastati da tre differenti abilità d’azione uniche. Durante l’avventura potrete decidere se equipaggiare una sola di esse, o rinunciare allo slot granate per combinarne due differenti. Questo rende il gameplay decisamente più vario, spingendo i giocatori a provare numerose strategie e build differenti.
Passiamo ora ai lati negativi di un gameplay quasi totalmente invariato. Ormai da dieci anni i giocatori di Borderlands si avventurano all’interno di un ambiente in cui per cambiare zona è necessario premere un pulsante e attendere un caricamento. Sicuramente, visto l’arrivo delle nuove tecnologie, il team di Gearbox avrebbe potuto provare a virare verso un open world, almeno all’interno dei singoli pianeti. Altro punto a sfavore, l’inventario. Anche questo è rimasto per lo più identico a quelli presenti nei due capitoli precedenti a Borderlands 3, portando più volte i giocatori a rischiare di buttare un’arma o uno scudo equipaggiati senza accorgersene. Nonostante i veterani della saga sappiano ormai come gestire la situazione, alcuni novizi potrebbero trovarsi a non avere più nello zaino la loro arma preferita senza nemmeno sapere il perché. Comunque, gameplay che vince non si cambia e, nonostante tutto, il gioco si presente come sempre divertente e avvincente.
Tecnicamente parlando
Passando ora al lato tecnico del gioco, ci sentiamo di fare un plauso a Gearbox per le migliorie grafiche e per la qualità delle cutscene di gioco. Oltre che per profondità narrativa infatti, Borderlands 3 presenta un enorme passo in avanti anche per quanto riguarda dettaglio grafico e design dei personaggi. I nemici che troveremo sul nostro cammino sono infatti molti e vari e non porteranno mai il giocatore ad annoiarsi.
Purtroppo però, se sul lato grafico è stato fatto un ottimo lavoro, non possiamo dire lo stesso per l’ottimizzazione. Su PlayStation 4 Pro infatti, i cali di frame sono stati frequenti, soprattutto nell’aprire e chiudere l’inventario di gioco. Durante qualche caricamento inoltre abbiamo assistito anche ad alcuni freeze. Con il passare delle ore di gioco Gearbox ha fornito alcune piccole patch che hanno migliorato leggermente la situazione, senza comunque risolvere completamente i molti problemi. Fortunatamente però, i cali di frame e i freeze non hanno intaccato minimamente il gameplay, poiché durante i combattimenti non abbiamo riscontrato particolari problemi.
Parlando del sonoro infine, Borderlands 3 gode di brani azzeccati e d’intrattenimento che rendono gli scontri davvero adrenalinici. Gli effetti sonori sono stati creati con cura e il doppiaggio italiano ci ha pienamente convinti. Unica pecca, in rari casi alcune frasi sono state troncate a metà per un mixaggio non perfetto tra cutscene e comparto audio, ma niente di irrimediabile.
Le nostre conclusioni su Borderlands 3
Borderlands 3 quindi, se non per un gameplay per certi versi non perfetto a livello di realismo e praticità e un’ottimizzazione da rivedere, ha portato la saga su un livello superiore, sia per narrazione che per dettaglio grafico. L’endgame inoltre, con i suoi Terreni di Sfida, i Raid che verranno aggiunti in futuro, e la possibilità di rendere i nemici ancora più forti, riesce a dare al titolo una longevità pressoché infinita. Per il momento le sfide non sono molte, ma con il tempo Gearbox ha promesso di inserire nuove mappe ed eventi.
Ci riteniamo quindi soddisfatti di questo nuovo capitolo e speriamo che i quattro DLC attualmente in programma riescano ad estendere ancora di più il mondo di gioco e ad approfondire alcuni aspetti della narrazione non chiariti del tutto.
Recensione Borderlands 3
Conclusioni
Borderlands 3 è quindi un ottimo sequel di una saga ormai rodata e amata dal pubblico. Gearbox è riuscita a donare una veste ancora migliore al titolo senza rinunciare all'irriverenza e alla comicità della saga.