Gamestop ha accompagnato per anni milioni di giovani videogiocatori, che sia finita l’era della catena di negozi?
Gamestop, come suggeriscono i dati delle azioni in borsa, non è una azienda in buona salute da qualche anno, l’arrivo delle piattaforme online con prezzi più bassi e più comode da utilizzare ha soppiantato l’andare in un negozio fisico per comprare un videogioco. La parabola discendente dell’azienda è simile a quella che affrontò da metà degli anni duemila in poi BlockBuster.
Gamestop accompagna i giocatori da anni
Negli anni l’azienda ha cercato di riformarsi aggiungendo la possibilità di comprare i giochi dal suo sito anche in digitale o tramite le carte con i codici da immettere nelle console, ma tutto ciò non è riuscito a sollevarla. Il mercato dell’usato, su cui Gamestop ha puntato molto, è in calo, il digitale aumenta ogni anno. Ha ancora senso creare negozi fisici per i videogiochi? Smetteranno presto di creare supporti a disco? Google Stadia, il servizio di Google con giochi in streaming che debutterà quest’anno, punta a quello.
Solo oggi le azioni di Gamestop sono scese del 36%, valgono solo 4.90, dollari il valore più basso dal 2003. La chiusura sembra ormai certa per gli analisti. Possiamo considerare questa come la fine di un’era? A rischio ci sono migliaia di dipendenti, ma il mercato decide anche questo: cestinare il superfluo anche se implica chiudere un intero settore.
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