Uscito lo scorso 13 novembre sulla piattaforma Netflix, Jingle Jangle: Un’avventura natalizia è il musical d’eccezione prodotto dal colosso dello streaming, diretto da David E. Talbert, che va ad aggiungersi alle altre uscite a tema Natale del catalogo, insieme a Dash & Lily e Holidate. Ma il film avrà convinto le nostre aspettative? Continuate a leggere per scoprirlo.
Ambientato nell’esuberante cittadina di Cobbleton, il film segue il leggendario giocattolaio Jeronicus Jangle (il premio Oscar Forest Whitaker) e le sue sofisticate e straordinarie creazioni. Quando il suo fidato apprendista (il premio Emmy Keegan-Michael Key) ruba la creazione più preziosa, ci penserà la sua brillante e intraprendente nipote (l’esordiente Madalen Mills) a sanare le ferite e a risvegliare la magia con l’aiuto di un’invenzione ormai dimenticata.
Fin dai primi minuti di film, lo spettatore viene trasportato in mondo di fiaba, dove a fare da guida ai protagonisti, sono i sentimenti e i legami familiari. Legami che tuttavia, sono messi a dura prova a causa di alcuni fatti spiacevoli capitati al giocattolaio e inventore più brillante della città, Jeronicus. Ferito e disilluso, ormai ha smesso di credere in se stesso e negli altri e ha messo da parte il suo ingegno e la sua voglia di realizzare creazioni, perché niente più ormai lo stimola. Neanche l’amore della figlia riesce a spronarlo e finisce così per rintanarsi nella sua solitudine, trasformando l’eccentrico laboratorio in banco dei pegni qualunque.
Ma se da un lato troviamo il cinico Jeronicus, dall’altro ci pensa la nipotina Journey a risollevare la situazione, provando come può a far tornare colore nella vita del nonno. Ecco quindi che si alternano momenti festosi, accompagnati da musiche travolgenti – anche troppo – e coreografie degne di Brodway, a canzoni più tristi e commoventi. Sfortunatamente però, nessuna risulta essere particolarmente memorabile e, benché le musiche spazino da sonorità jazz ad altre più attuali, non ce n’è alcuna che spicchi. Anche le tematiche affrontate nei testi delle canzoni sono tutte molto simili tra loro e ciò non fa che rendere l’azione più lenta e ridondante, finendo per annoiare.
Anche i balli che accompagno i brani musicali, seppur ben riusciti nelle loro costruzioni, sono troppo pieni; pieni di ballerini (un paradosso, sì), pieni di colori, spesso fin troppo frenetici che costringono l’occhio dello spettatore a seguire con fatica cosa sta succedendo sulla scena. Forse uno stile troppo teatrale che poco si adatta agli schermi televisivi. Un peccato, se si considera la grande produzione che c’è stata nella composizione dei pezzi e delle coreografie. La colonna sonora porta infatti la firma di un grande della musica, John Legend.
Nota di demerito anche per il villain, Mr. G, che è fin troppo assente per essere il cattivo del film. Le sue azioni sono poco incisive e lo scontro buoni Vs. cattivi si risolve in maniera decisamente sbrigativa. Più di tutti, era forse il personaggio su cui si poteva investire, andando a fondo nel suo passato, spiegando il perché di certe sue azioni.
Il film, nonostante risulti non all’altezza delle aspettative, ha comunque dei punti molto interessanti sui cui porre l’attenzione. In primis, l’esordio della piccola Madalen Mills nel ruolo di Journey, qui vivace e a suo agio come non mai; la sua interpretazione stupisce e convince, tanto che molto del film si risolleva grazie a lei.
Infine, tanti sono stati i graditi riferimenti alla cultura pop del mondo cinematografico. Le atmosfere richiamano subito quelle di Canto di Natale, per non parlare dell’oggettistica steampunk alla Hugo Cabret e l’adorabile robottino Buddy che ricorda moltissimo Wall-E della Pixar.
Se amate i musical dalle atmosfere scoppiettanti e artefatte, allora Jingle Jangle: Un’avventura natalizia è quello che fa per voi. Altrimenti, guardate altrove – o usatelo come sottofondo per farvi addormentare sul divano, dopo il cenone del 25 dicembre. [rwp-review id=”0″]
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