Cinema

Film sulla mafia: 5 titoli italiani da vedere

Se non li avete ancora visti, questi sono i film italiani sulla mafia da recuperare. 5 pellicole nostrane che raccontano il fenomeno mafioso attraverso lo sguardo del cinema. 

1. I cento passi (2000)

Compie vent’anni questo capolavoro di Marco Tullio Giordana che racconta la storia di Peppino Impastato, giornalista ed attivista siciliano impegnato nella lotta alla mafia nella sua terra. Assassinato da Cosa Nostra, la sua eredità morale e la sua battaglia sociale non sono andate perdute. Il titolo del film simboleggia i passi, cento, che distanziavano la casa della famiglia Impastato da quella di Gaetano Badalamenti, boss della zona. Una performance strepitosa di Luigi Lo Cascio, protagonista della pellicola, che ha fatto della lotta alla mafia un valore di tutto il suo percorso, personale e professionale.

2. La mafia uccide solo d’estate (2013)

Un titolo più soft, ma non per questo meno importante. La mafia uccide solo d’estate, esordio di Pif alla regia (che gli è valso un David di Donatello come Miglior regista esordiente) racconta la mafia attraverso gli occhi di un bambino, Arturo. E lo fa benissimo. Un tocco leggero per parlare di alcuni degli eventi più tragici della storia recente, primi fra tutti gli omicidi di mafia nella Palermo degli anni ’70. Si vedono sfilare Boris Giuliano, il Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, Rocco Chinnici; e dall’altra parte Vito Ciancimino, Totò Riina, Salvo Lima. Un film interessante per riflettere sulla percezione della mafia da parte dei più piccoli, ma anche degli adulti. E soprattutto, un film per ricordare.

3. L’intrusa (2017)

Co-prodotto da Rai Cinema, L’intrusa è il secondo lungometraggio di Saverio Di Costanzo, e racconta la mafia come nessun altro film prima. La storia si svolge a Napoli, in un centro ricreativo per bambini diretto da Giovanna. L’intrusa è Maria, moglie di un boss ricercato per omicidio che finisce per rifugiarsi insieme ai due figli proprio presso “La Masseria”. Uno sguardo al mondo mafioso inquadrato in una società di “ultimi”, in cui anche la solidarietà viene messa a dura prova dalla paura. È una pellicola molto intensa, che abbandona la narrazione sensazionalistica del mondo criminale che diversi film hanno fatto di recente, riportandolo a quello che effettivamente è: un fenomeno nocivo per i singoli e per la collettività.

4. Il sindaco del Rione Sanità (2019)

Mario Martone ha riadattato al cinema l’opera teatrale di Eduardo De Filippo ed il risultato è l’ennesimo capolavoro. Il regista riesce ad intrecciare passato e presente (il testo è del 1960, lui l’ha trasposto ai giorni nostri) e descrivere una Napoli regolata da una giustizia alternativa fatta dal sindaco Antonio Barracano in persona. Il popolo si rivolge a lui per dirimere ogni conflitto, soprattutto quelli personali. E la sua parola è legge. Quella de Il sindaco del Rione Sanità non è la solita criminalità che si vede nei film e non è nemmeno la solita struttura cinematografica. Sembra piuttosto teatro al cinema: non a caso Martone ha lavorato con gli stessi attori con cui aveva portato l’opera a teatro. Una pellicola potentissima, a tratti violenta, a tratti tragica. Imperdibile (ed ora su RaiPlay).

5. Il traditore (2019)

Il film che ha rappresentato l’Italia agli ultimi Oscar, un cast eccezionale, un Pierfrancesco Favino molto in forma (come ci ha abituato di recente). Diretto da Marco Bellocchio, Il traditore è super favorito ai David di Donatello 2020, posticipati a maggio a causa della pandemia. Racconta la vicenda di Tommaso Buscetta, il più celebre collaboratore di giustizia prima membro di Cosa Nostra. Siamo nella Sicilia degli anni ’80, nel pieno della guerra alla mafia: l’inquadramento storico è descritto molto bene dal regista, il lavoro è ben riuscito dal punto di vista “didattico”. Ma questa è anche e soprattutto una pellicola sulle persone, sull’appartenenza, sulla fedeltà, sul rifiuto, sul rapporto di Buscetta con il giudice Giovanni Falcone. Insomma, sulla complessità che c’è in tutti i fenomeni umani, compreso quello mafioso.

Questi sono solo 5 film: dovere di sintesi. Ma il panorama italiano offre tantissimi titoli altrettanto degni di nota. Tra i più recenti il celebre Gomorra, e poi Suburra, La terra dell’abbastanza, La paranza dei bambini, A mano disarmata. E se si vuole scomodare l’Olimpo del cinema, allora bisognerà citare C’era una volta in America, il film dei film, capolavoro di Sergio Leone. Da vedere almeno una volta nella vita.

Veronica Antonelli

Laureata in Giurisprudenza, appassionata di cinema, vivo a Roma ma le mie radici sono a Rimini, città di Federico Fellini.

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Veronica Antonelli

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