Lo show Bonding è una delle ultime inaspettate novità del catalogo Netflix che sfida taboo e convenzioni.. ma è davvero così?
Il ritorno degli half-hour show capitanato da Homecoming travolge anche il mondo di Netflix. Il colosso dello streaming, infatti, ha inaugurato il mese di Maggio con il rilascio di numerose serie di questo genere. Tra queste c’è Bonding, ultima sorpresa del piccolo schermo prodotta da Blackpills e Anonymous Content (The Revenant, Boy Erased). Questo show fuori dagli schemi si sviluppa su 7 episodi della durata di soli 15 minuti, proponendo un ulteriore formato. Ogni puntata si concentrerà sulle (dis)avventure quotidiane newyorkesi di Tiffany e Pete, due ragazzi che sotto l’apparenza innocua nascondono un insolito hobby.
Bonding, una serie che sfida taboo con dark humor
Tiffany (Zoe Levin), chiamata amichevolmente “Tiff”, è un’universitaria di New York che riesce perfettamente a trovare un equilibrio tra i libri di scuola e il suo lavoro da dominatrice. La giovane studentessa, infatti, si destreggia alla perfezione tra latex, frustini e costumi in pelle nel mondo del sadomasochismo. Pete (Brendan Scannell), timido ragazzo gay con complicate aspirazioni da comico, è invece un ex compagno del liceo di Tiff che, suo malgrado, verrà coinvolto nel complicato mondo della ragazza.
Bonding rientra alla perfezione nella filosofia di Netflix: si tratta di una dark comedy che, partendo da uno spunto originale quanto provocatorio, affronta alcuni radicati tabù. Il mondo del sesso e del BDSM negli ultimi tempi è stato al centro di alcuni successi mediatici. Prima la saga di 50 sfumature ha introdotto l’argomento con tinte romantiche e poi sul piccolo schermo Sex Education ha sdoganato timori e ansie degli adolescenti. Bonding sembra voler raccogliere il testimone di quest’ultimo con il suo tono irriverente e il suo approccio molto british alla questione. Con queste carte, lo show riesce a catturare e ad incuriosire soprattutto nei suoi primi episodi, stuzzicando ma senza mai scadere nel volgare. Tuttavia, Bonding non riesce ad essere davvero rivoluzionario…
Un buon esperimento che non riesce a fare la differenza
A visione conclusa, appare chiarissimo che Bonding rappresenti il classico prodotto confezionato per un’esperienza di binge-watching. Quello che, nell’intento di Netflix, doveva essere un potenziale, tuttavia, si trasforma nel peggiore problema. Bonding, infatti, nel suo insieme possiede ben pochi difetti: il suo tono fresco e divertito riesce a tratteggiare le personalità dei protagonisti e ad intrattenere evitando cali di ritmo e attenzione. Questo innesca, però, un’indesiderata ingordigia nello spettatore, divenendone vittima. Manca allora quel dettaglio in più in grado di incuriosire mantenendo però coperte le proprie carte migliori. Solo così una serie riesce a fare la differenza rimanendo impressa. Bonding, nonostante la sua ottima realizzazione, rimane un prodotto godibile d’intrattenimento che fugge via veloce tanto quanto è comparso su Netflix.
Bonding - Stagione 1
Conclusioni
Bonding è un curioso e frizzante esperimento del piccolo schermo che, intrattenendo con un'ottima realizzazione, non riesce ad essere incisivo tanto quanti altri predecessori.
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