Uno dei lati più affascinanti del Doctor Who risiede senza dubbio nella sua storia, nelle caratteristiche che lo hanno reso quello che è, e nel suo passato, un passato che resta irto di domande e questioni ancora oggi irrisolte…
Nel corso della recente conclusione di “The Timless Children”, durante la dodicesima stagione della serie, parecchie sono state le rivelazioni e… Una di queste va a riallacciarsi perfettamente ad un vecchio episodio che andò in onda niente meno che nel 1976.
Alla fine di questo abbiamo visto confermata una teoria che aleggiava da tempo fra i fan storici del Doctor Who, ovvero quella secondo cui il nostro Dottore non sarebbe un nativo di Gallifrey, ma bensì l’ultima incarnazione di un essere indefinito il cui nome è: “Il Bambino senza Tempo” (The Timeless Child).
Questo “bambino”, o “essere”, a quanto pare visse numerose incarnazioni nel corso della sua vita, alcune delle quali vennero eliminate dalla mente dei Signori del Tempo da una particolare loro setta chiamata: The Division. Tutto ciò conduce ad una forte rivelazione aggiunta, ovvero che esiste la tangibile possibilità che colui che tutti noi conosciamo come “Il Dottore”, in realtà abbia avuto un numero ben maggiore di incarnazioni, e queste possono essere avvenute in un periodo precedente a quella che noi definiamo “la prima”, interpretata in Doctor Who da William Hartnell.
Come precedentemente accennato, però, tutto ciò potrebbe ricollegarsi anche ad un episodio del 1976: “The Brain of Morbius”.
Nel corso di questo episodio, in cui il Doctor Who era interpretato da Tom Baker, gareggia contro il criminale conosciuto come Morbius. Nel corso di questa battaglia la macchina coinvolta comincia a mostrare prima la sua faccia, poi quella delle precedenti incarnazioni e poi mostra altre 8 facce, ed è proprio intorno a queste che, nel corso del tempo, si è costruita la suddetta teoria.
In molti hanno ipotizzato che si trattasse delle incarnazioni precedenti alla prima del Doctor Who, molti altri hanno giustificato il tutto dicendo che si trattava, invece, delle incarnazioni di Morbius stesso. A quanto pare l’intenzione del team dell’epoca era proprio quello di insinuare la prima teoria, come disse il produttore Philip Hinchcliffe, nel corso di un’intervista con Lance Parkin (scrittore del libro del 1966 sul personaggio):
“Abbiamo cercato di ottenere attori famosi per i volti del Dottore, ma poiché nessuno si sarebbe offerto volontario, abbiamo dovuto usare i ragazzi del backroom.” Dunque quei volti appartenevano tutti a membri della troupe.
Quanto avvenuto con questo episodio della dodicesima stagione del Doctor Who riesce, in qualche modo, a confermare e a rendere canonico quanto avvenne nel 1976, ricollegandosi a quel preciso frangente in cui vedemmo quegli otto volti senza riuscire a dargli una spiegazione certa che, adesso esiste.
Ho sempre trovato nella scrittura un qualcosa di mio: il poter esprimere quanto ho dentro, parlando di argomentazioni che amo, penso sia un'obiettivo di vita importantissimo.
Studente in Lingue, culture, letterature e traduzione, dopo la pubblicazione di due romanzi ho intrapreso la strada del giornalismo senza guardarmi dietro.