Gotham è una di quelle serie che è riuscita ad andare oltre la strada maestra, reinventando e reinventandosi, a livello narrativo. La serie è stata molto apprezzata per la scrittura dei personaggi e per le scelte che ha preso, lontane da quelle che erano le tradizioni fumettistiche dell’oscura città che tutti conosciamo. Ora che il finale è vicino, le domande si fanno molteplici…
Al suo primissimo esordio Gotham era stata concepita come la serie che avrebbe approfondito le origini di un giovane Jim Gordon e le sue peripezie nella polizia della città, il tutto contornato dall’evoluzione dell’ambientazione stessa e dagli affreschi di coloro che sono sorti dalla sua sporcizia.
Mentre ci avviciniamo sempre più verso la sua conclusione è giusto ricordare quanto Gotham ci abbia segnati (con la trasformazione estetica di Jeremiah, ad esempio, o con un personaggio tanto iconico come quello del Pinguino e la sua evoluzione…) e presi sotto braccio fino a quella che sarà la conclusione di una storia che non si è mai risparmiata, spostando mano a mano la sua attenzione su colui che sarebbe diventato Batman, e sul Joker di Monaghan.
Fin dal principio era chiaro come Gotham ruotasse principalmente intorno al genere investigativo, con Jim e il suo partner intenti a risolvere svariati casi che mettevano sempre più in luce le dinamiche segrete della città.
Curiosamente con lo svilupparsi della storia anche i suoi protagonisti sono cresciuti e cambiati, subendo l’influenza delle loro origini fumettistiche che alla fine sono entrate pienamente nella serie.
L’avanzare del tempo ha centralizzato il personaggio i Bruce Wayne che adesso muove alcuni dei fili principali, oscurando le originarie intenzioni ad ispirare lo show e muovendosi verso nuove vie che ne hanno mutato le caratteristiche iniziali.
E’ innegabile, dunque, che Gotham abbia vissuto un cambiamento, che sia positivo o negativo lo lasciamo decidere al pubblico, anche se i numeri delle ultime stagioni parlano chiaro.
Fonte: ScreenRant.