In seguito all’uscita della terza stagione di Stranger Things la serie targata Netflix è tornta sulla bocca di tutti. Gli sviluppi di questo terzo arco narrativo non hanno solamente soddisfatto le aspettative dei fan storici, hanno anche ulteriormente incrementato il bacino d’utenza generale del prodotto, conducendolo ad un nuovo record di ascolti.
Mentre tutti continuano a riflettere sul significato di quanto abbiamo visto, cercando di decifrare i segnali accennati in funzione dei misteri non sveltati, escono fuori in rete nuove dichiarazioni che mettono in luce dinamiche dal dietro le quinte.
In base a quanto recentemente riportato da Independent sembrerebbe che i creatori di Stranger Things avessero, inizialmente parlando, una visione diversa nei confronti della propria opera, soprattutto parlando di quelli che avrebbero dovuto essere i volti degli interpreti di Hopper e Joyce.
Fin dall’inizio i fratelli Duffers avevano lanciato e proposto alcune idee, in una sorta di documento, in un a sorta di panoramica generale su quello che l’opera sarebbe stata, che poi sarebbero cambiate, tipo il nome iniziale dell’opera (Montauk), oppure il fatto che fosse stato costruito come uno show da una sola stagione, oppure gli interpreti dei suddetti personaggi.
Questi sono alcuni dei dettagli dalla suddetta panoramica di Stranger Things:
“La natura limitata del progetto ci consentirà di scegliere come target attori cinematografici per i protagonisti adulti”.
“Ad esempio, Ewan McGregor, Sam Rockwell per Hopper [e] Naomi Watts o Marisa Tomei per Joyce.”
In base a queste parole sembrerebbe proprio che Netflix stessa abbia influito sull’assunzione di Wynona Ryder e di David Harbour, magari percependo il potenziale seriale di Stranger Things e intravedendo una strada più lunga di quella che i Duffers avevano visto al principio del loro lavoro.
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Fonte: Independent.