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Supergirl 3×23: RECENSIONE – Sorprendenti addii e nuovi inizi

Le promesse sono state mantenute e Supergirl ha portato in scena un finale sorprendente e catartico in cui scelte difficili sono state compiute e nuovi inizi sono stati inaugurati. Ma non tutto è andato secondo i piani e il risultato finale lascia qualche dubbio.

Il season finale della terza stagione di Supergirl conferma le sue premesse e si presenta come un episodio adrenalinico ed emozionante ma la gestione dei tempi della puntata appare a tratti precaria e in una stagione composta da alti e bassi, con picchi d’intensità e cali di tensione, il finale si pone in una posizione di medio equilibrio, privilegiando a volte il lato psicologico dei personaggi e smussando altre volte invece lo spessore che determinate scelte creative avrebbero meritato.

Supergirl 3×23 – Trovare il proprio posto

Una delle storyline più lineari e coerenti di questo season finale ma anche dell’intera stagione di Supergirl riguarda il bisogno individuale di trovare e soprattutto sentire un posto tanto familiare da chiamare “casa” ed è questa la realizzazione raggiunta finalmente da Kara e Mon-El, due personaggi che in questo finale sono stati legati proprio da questa tematica ma non come coppia, un aspetto sorprendente della narrazione, considerato invece il focus sul lato romantico del loro rapporto testimoniato finora.

Sebbene sia cambiata e cresciuta molto nel corso di queste tre stagioni di Supergirl, Kara aveva sempre definito la sua idea di casa a seconda delle persone che le stavano intorno, una particolarità del suo carattere profondamente umana ma che in qualche modo non le permetteva di mettere mai delle radici stabili da nessuna parte. Alex era diventata fin dal suo arrivo sulla Terra la ragione principale per cui Kara aveva accettato di cominciare a vivere sul nostro pianeta in pace con se stessa; Clark era stato per lei la possibilità di avere un po’ di Krypton anche sulla Terra e di non essere sola nella missione di Supergirl e anche il ritrovamento di sua madre Alura e della città Argo avevano rappresentato per lei un altro tentativo di capire che tipo di persona volesse essere e soprattutto dove volesse prendere posizione. Il season finale di Supergirl sembra aver messo finalmente in ordine i pensieri di Kara e averla spinta a capire di essere pronta a considerare la Terra come l’unica casa che possa mai desiderare, con un obiettivo e una missione che adesso diventano a tutti gli effetti una parte di lei, una parte che sceglie e abbraccia consapevolmente.

L’ultimo confronto con Reign, la confusione derivata in seguito a un errore dettato dalla disperazione e dalla paura e che aveva causato inaccettabili danni collaterali, sono stati tutti momenti che hanno permesso a Kara di perdersi e in seguito di ritrovarsi nuovamente, in Supergirl e nei significati che lei fin dall’inizio ha voluto instillare in quel simbolo che indossa. Sia la lotta con Serena e le sue alleate che quella con Reign non hanno avuto quell’impatto scenico che forse ci si sarebbe aspettati da un episodio finale, soprattutto considerato il fatto che Supergirl ha saputo fare di meglio proprio in questa stagione, e allo stesso modo anche il viaggio nel tempo compiuto da Kara con l’anello della Legione è stato costruito forse in maniera un po’ frettolosa e poco incisiva, ma è stata proprio la paura di aver commesso un tale grave errore a scuotere probabilmente la personalità di Kara e a capire di aver trovato il suo posto tanto tempo fa e di non essere più disposta a lasciarlo.

Un percorso simile viene dunque compiuto anche da Mon-El, la cui uscita di scena da Supergirl è stata quindi giustificata proprio dalla sua realizzazione di dover tornare nel futuro con la Legione perché quello è il posto a cui appartiene, perché quello è il tempo che ha bisogno di un eroe. La scelta di Mon-El chiude con coerenza la sua storyline in questa stagione di Supergirl, una storyline che lo ha presentato come un uomo completamente diverso dal principe daxamita viziato e sconclusionato di un tempo, un uomo che aveva accettato la possibilità di essere di più di ciò che era sempre stato e lo aveva fatto in nome degli insegnamenti di Supergirl e di Kara. Per questo motivo forse è relativamente “semplice” per Kara e Mon-El lasciarsi andare e rispettare le reciproche decisioni, perché in fondo sono decisioni simili che portano i due eroi a capire di appartenere ormai a mondi e realtà differenti.

Supergirl 3×23 – Scoprire la propria missione

Anche chi invece ha sempre saputo quale fosse il proprio posto si ritrova in questo season finale di Supergirl a fare i conti con il significato di questa esistenza, con la missione che sono chiamati a compiere per sentire di aver effettivamente vissuto al massimo il proprio ruolo nel mondo.

Il passaggio di testimone tra Winn e Brainiac-5 e lo scambio di missione tra DEO e Legione non hanno convinto pienamente, le ragioni di questo cambiamento appaiono, per quanto mi riguarda, piuttosto deboli e improvvisate, ma non si può negare che questa scelta, anche se verrà sviluppata off-screen a causa della natura di recurring del personaggio interpretato da Jeremy Jordan nella prossima stagione di Supergirl, sia stata piuttosto innovativa (nel bene o nel male) e abbia smosso un po’ gli equilibri di una serie che forse aveva bisogno di rinnovarsi. Sebbene forse un po’ in ritardo, questa decisione creativa ha posto finalmente maggiore luce proprio su Winn e sul suo straordinario potenziale troppo spesso sottovalutato. La scena dell’addio a chi in fondo rappresentava, con Kara, Alex, J’onn e James, una delle componenti originali di Supergirl, è stata la più emozionante dell’episodio ma ottimista è comunque la scelta di lasciare la porta ben aperta per il suo ritorno.



E se Winn ha dovuto stravolgere la sua quotidianità per abbracciare la sua missione, un altro personaggio invece ha costruito lentamente il perché della sua esistenza sino ad arrivare a una lucida consapevolezza, quella di non volersi più nascondere. Si tratta ovviamente di James, il cui percorso in questa stagione di Supergirl è stato molto sottovalutato nonostante si sia caricato spesso di significati importanti. Anche la scelta di presentarsi al mondo come The Guardian è stata ponderata nel corso degli episodi e soprattutto è stata realizzata in seguito alla testimonianza di quanto il suo volto e la sua umanità possano rivelarsi strumenti indispensabili per la sua missione.

Supergirl 3×23 – Ricominciare

Episodio di cambiamenti, nuove scelte e nuovi inizi anche per chi invece sembrava possedere già tutte le risposte o quasi. J’onn e Alex hanno vissuto questa terza stagione di Supergirl fianco a fianco, con percorsi spesso simili e vicini nella loro umanità e nello stesso modo ora, dopo tutto ciò che hanno attraversato e perso, J’onn con suo padre e Alex con Maggie e un desiderio di maternità che entrava in conflitto con la sua natura di agente, si ritrovano insieme anche nel finale di questa stagione di Supergirl, un finale che diventa però per entrambi un nuovo inizio. Mentre J’onn infatti sceglie di vivere per la prima volta tra la gente e di costruire quella vita e quei ricordi che suo padre desiderava per lui, Alex viene promossa direttore del DEO proprio quando era pronta per andar via, un regalo che J’onn le concede per impedirle di compiere una scelta che avrebbe inevitabilmente annullato una parte di lei che la definisce e la rende la donna straordinaria che è sempre stata. J’onn lascia il DEO ma non Alex a cui permette invece, in questo modo, di provare ad avere tutto ciò che desidera senza dover obbligatoriamente rinunciare a qualcosa.

Supergirl 3×23 – Volti nascosti e doppi volti?

Questo season finale di Supergirl sembra aver giocato molto sulla tematica del doppleganger e su quei lati dei personaggi che non vengono mostrati apertamente. Il confronto tra Sam e Reign è stato uno dei punti più alti non solo di questo episodio ma dell’intera terza stagione con una sorprendente Odette Annable che si è rivelata sempre all’altezza della situazione; e mentre Lena Luthor vive pericolosamente al limite tra il desiderio di fare del bene e la brama di conoscenza, la stessa pietra che aveva permesso a Sam e Reign di separarsi ha causato in questo episodio un’altra scissione, creando infatti una seconda Kara (e una seconda Supergirl?) la cui natura è ora un mistero.

Supergirl chiude così una terza stagione a tratti indecisa, che sembra aver cambiato obiettivi in corsa e che ha deciso infine di rischiare e provare a reinventarsi con cambiamenti di un certo spessore. Per gli esiti di questa scommessa dovremo aspettare inevitabilmente la quarta stagione di Supergirl in onda il prossimo autunno.

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Supergirl: Battles lost and won - 3x23
6.5 Reviewer
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Pro
Il season finale si è rivelato abbastanza lineare e coerente con lo stile della stagione, ha permesso ai suoi protagonisti di chiudere con ordine un capitolo delle loro vite e di aprirne un altro che li rispecchi senza snaturarli. La storia ha presentato la giusta dose di tensione ed emotività per un finale equilibrato.
Contro
L'episodio è apparso a tratti frettoloso, con scene dalla scarsa incisività e scelte creative che lasciano qualche dubbio. Manca in alcuni momenti il tempo necessario per contestualizzare azioni che sembrano quindi improvvisate.
Conclusioni
Nel complesso, il season finale di Supergirl ha rispecchiato lo stile della stagione: altalenante e a tratti indeciso ma ancora capace di portare in scena quelle storie per cui vale la pena continuare questa avventura.
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Rita Ricchiuti

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